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 Sindrome aliena
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luisa camponesco
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Inserito - 26/07/2007 :  13:03:38  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco


Sindrome aliena

Si notava poco, solo un trafiletto in terza pagina: Misteriosa scomparsa di un uomo di 70 anni.
Poi l’articolo proseguiva dicendo che l’appartamento era chiuso dall’interno, nessun segno di effrazione, unica nota di rilievo alcune strane bruciature su di una sedia e cenere sparsa un po’ ovunque. Le indagini erano in corso. Seguivano le solite notizie sportive condite con qualche scandaluccio ed infine la pagina degli spettacoli.

George kramer beveva il suo caffè tenendo il giornale con una mano.
- Non dovresti leggere mentre mangi. – rimproverò la moglie.
- Infatti, sto bevendo.
- Lasciami almeno la pagina dei cruciverba.
- Ti lascio il giornale, devo correre in ufficio.
George baciò la moglie sulle guance, controllò di avere le chiavi dell’auto prima di imboccare il vialetto del giardino.

In ufficio la solita attività, il solito via e vai.
- Chi si occupa del caso Pepper?
- Era stato assegnato all’agente Storm ma è in malattia.
L’ispettore capo Cooper sbottò.
- Questa è la seconda volta che si ammala quando ho bisogno, chi altro è disponibile?
Silenzio, tutti parevano immersi sotto montagne di lavoro.
- KRAMERRRR nel mio ufficio!
Risolini sommessi si levarono dalle varie scrivanie.
- Dai George il caso è tuo.
- E piantatela di sfottere!
Pareva destino ogni volta che Storm era assente toccava a lui sobbarcarsi le sue indagini. George sbatté sulla scrivania il fascicolo che aveva in mano e mugugnando si diresse nell’ufficio del capo.
L’ufficio odorava di caramelle alla menta, Cooper, da quando aveva smesso di fumare, ne mangiava a chili. La scrivania era coperta di fogli e di giornali, non si poteva dire che quell’ufficio fosse un modello d’ordine, ma Cooper era uno che sapeva il fatto suo.
- Senti Kramer c’è questa rogna del caso Pepper, magari è scappato con l’amante, ma questa giornalista, come si chiama…..aspetta un po’….Ah ecco Susan Johnson, sta montando un caso. Trova quest’uomo e la mettiamo a tacere.
Non si aspettava che George facesse domande quindi gli consegnò la documentazione, assai scarsa a dire il vero, e lo congedò con un gesto della mano.
- Per me questo Pepper se la sta godendo in qualche isola circondato da indigene solerti. Sei d’accordo anche tu George?
George non aveva proprio voglia di scherzare e ignorò le battute dei colleghi, invece incominciò a leggere le dichiarazioni dei testimoni.
Il lattaio aveva detto che non ritirava il latte da una settimana e la cosa era alquanto strana dal momento che ne consumava molto e ogni volta che si assentava per qualche giorno avvisava sempre.
La vicina di casa affermò che da qualche tempo sembrava di diverso umore, alla domanda in cosa consistesse questo “diverso umore” la donna aveva risposto che era gioviale e comunicativo come non lo era mai stato.
La ricerca dei parenti non aveva dato esito positivo sembra che quell’uomo fosse uscito dal nulla.
Le altre testimonianze risultavano di poco conto oltre che scarsamente attendibili.
- Dovrò rimboccarmi le maniche. – pensò George mentre si infilava la giacca.
Si recò a casa dello scomparso, tolse il nastro adesivo che sigillava la porta ed entrò. Nell’aria aleggiava ancora odore di bruciato, incominciò ad esaminare ogni cosa. Il pavimento era stato ripulito da quelli della scientifica, si mise comunque i guanti ed incominciò a rovistare nei cassetti.
Non c’era nulla di più anonimo di quella casa, tutto era freddo al punto tale che percepì un brivido, ma qualcosa doveva pur esserci, qualche documento, il certificato di nascita, la tessera dell’assicurazione sanitaria, insomma qualcosa che desse un volto a quest’uomo, nessuno può materializzarsi dal nulla e poi sparire.
Un rigonfiamento dietro la tela di un quadro lo incuriosì, preso un coltellino effettuò un taglio.
- Trovato qualcosa?
Trasalì al suono di quella voce.
- Non le ha insegnato nessuno a bussare? – era incollerito mentre guardava la donna avanzare verso di lui.
- La porta era aperta, sono Susan Johnson molto lieta. – gli tese la mano ma George la ignorò.
- Questa è una indagine di polizia lei non può restare qui.
- Allora mi arresti!
Cooper aveva ragione quella donna andava fermata.
- Senta! Non voglio ostacolare nessuna indagine, al contrario possiamo aiutarci a vicenda …..
- Grazie ma io lavoro da solo.
La donna non si mosse e continuò ad osservarlo.
- Allora non apre quella busta?
George si era quasi scordato del suo ritrovamento tanto era indispettito da quella presenza. Era una comune busta dal colore giallo leggermente rigonfia, la aprì con una certa esitazione. La grafia era incerta e non sempre leggibile, pareva la pagina di un diario. Alcuni ritagli di giornale vecchi di anni caddero per terra e questa fu la vera sorpresa.

Il primo portava la data del 20 gennaio 1946. A Seattle una donna era sparita misteriosamente dal suo appartamento unico indizio, alcune bruciature sul letto. Il secondo del Washington Post 20 luglio 1956, la medesima sorte era capitata a due coniugi. Qualche giorno dopo la polizia, dopo aver sfondato la porta aveva trovato solo cenere. E poi ancora negli anni seguenti sempre casi analoghi.
- Incomincia a capire ? – Susan si era nel frattempo avvicinata e osservato i trafiletti dei vari giornali. – io a casa ho un album colmo di queste notizie, casi identici, sottolineo identici, accaduti in ogni parte del mondo. Avvenuti sempre il giorno 20 anche se in anni e mesi diversi. Vedo che sono riuscita ad attirare la sua attenzione. Allora vogliamo collaborare? Ho notizie che potrebbero interessarla.
Inutile dire che la faccenda stava assumendo contorni da X file.
- Cosa intende per collaborazione?
- Intendo passarci informazioni, lei come poliziotto può accedere agli archivi dell’ F.B.I. e io come giornalista posso attingere a fonti che nemmeno si immagina.
- Pongo una condizione che non è negoziabile.
- Quale?
- Lei non pubblicherà nulla se non ad inchiesta finita.
- La ritengo ragionevole. La contatterò io so come rintracciarla.
Susan se ne andò lasciando George sconcertato.

Accedere agli archivi dell’FBI non fu facile, permessi firmati e controfirmati a volte non bastavano, ma alla fine qualcosa trovò. Era la denuncia di una donna che affermava di aver veduto degli uomini scendere da un velivolo avvolti in una luce verdastra. La donna diceva poi che lo sbarco si era ripetuto altre volte. Nessuno le aveva dato credito ma la cosa curiosa era la data di questa testimonianza. Era il 20 dicembre del 1945. Che fine avesse fatto la donna, dai verbali non risultava ma data l’età probabilmente era deceduta da tempo.

- Kramer! – il tecnico del laboratorio analisi gli stava porgendo una cartelletta. – le analisi che hai richiesto.
Con una certa fretta l’aprì, rimase deluso non c’era nulla di eclatante, le ceneri erano di origine vegetale, come se qualcuno avesse bruciato un ciocco di legno e, in una percentuale minima si era trovato una sostanza di origine sconosciuta. Ed era proprio questo un percento a rendere il caso complicato.

- E’ libero nel pomeriggio diciamo verso le 16? – La voce di Susan Johnson risuonò nel cellulare – ho qualcosa per lei.
George prese nota dell’appuntamento poi, vista l’ora tornò a casa, pranzare con sua moglie lo avrebbe rilassato.
- Hai la faccia tesa, problemi?
Di solito non parlava del lavoro con lei, preferiva concentrarsi su altro. Ma quel giorno era diverso.
- Di tratta di quell’uomo scomparso dal suo appartamento
- Ah si ho letto, hanno trovato della cenere, si tratta di autocombustione.
- Cosa hai detto?
- Autocombustione ci sono stati altri casi documentati.
- E tu come lo sai?
- Sono andata ad una conferenza sul paranormale.
- Allora devo deluderti, la cenere trovata è di origine vegetale, qualcuno si è divertito a bruciare legna.
L’espressione di stupore sul volto della moglie lo fece sorridere.
- Vieni qui! – e la prese fra le braccia.

Susan lo aspettava seduta ad un tavolino appartato, il volto accigliato quando lo vide alzò una mano.
- Ha detto di aver qualcosa per me!
Estrasse dalla borsetta la copia di un fax.
- E’ arrivato stamattina in redazione, legga!
Il fax portava la notizia di migliaia di sparizioni in tutto il mondo, tutte nel medesimo modo.
- Non può essere una coincidenza, non trova?
In effetti Susan aveva ragione, le sparizione erano avvenute contemporaneamente nel giorno 20 del mese.
- Immagino si sarà fatta un’idea! – esclamò George
- Si ma potrebbe non piacerle.
- Al punto in cui siamo sono disposto a sentir di tutto.
Susan strinse con forza il bicchiere che aveva davanti.
- Se non fossero umani?
- Non mi faccia ridere non crederà a queste panzane. Pepper era un uomo in carne ed ossa e forse proprio ora potrebbe essere in un luogo ameno a prendersi una vacanza.
- E se non lo sapessero?
- Non sapessero cosa?
- Di non essere umani.
- Se mi ha fatto venire qui per sentire queste cose allora abbiamo perso tempo entrambi. – George stava andandosene quando lei lo fermò.
- Potrebbe essere una nuova malattia….
Non le rispose, se quella era una delle migliori giornaliste del momento allo lui era Sherlock Holmes.

Trascorsero alcuni giorni senza che accadesse nulla di importante, George non trovò su nessun quotidiano la notizia delle sparizioni lette nel fax, tanto che pensò alla solita bufala.
- Kramer, a che punto sono le indagini Pepper! – Cooper lo aveva convocato in ufficio
- Nessun indizio che faccia pensare ad un omicidio è semplicemente sparito.
- Allora archiviamo il caso abbiamo altro a cui pensare.

Gorge non seppe se sentirsi sollevato o turbato, non aveva mai lasciato un caso irrisolto, per cui pensò di occuparsene nel tempo libero.

Un caso di omicidio lo impegnò parecchio nei giorni successivi e quasi si scordò di Pepper, di Susan Johnson eccetera, eccetera quando lei lo chiamò.
Dalla voce sembrava disperata, gli diede appuntamento nel solito bar, sempre alle 16. Lui l’attese per parecchie ore prima di decidersi a chiamare il giornale per cui lavorava.
- Siamo molto preoccupati, sono due giorni che non viene in ufficio e non ha nemmeno avvisato, non è da lei. – il direttore pareva sincero.
- Potrebbe darmi il suo indirizzo.?
Il direttore era titubante.
- Sono un poliziotto non si preoccupi.
- D’accordo ma mi dia notizie!

L’abitazione di Susan era in una bella zona residenziale, circondata da viali alberati e giardini. Suonò più volte senza ottenere risposta. Allora fece il giro della casa, la porta di servizio era aperta. Il vago odore che percepì lo allarmò, perlustrò tutte le stanze incominciando dalle camere situate al piano superiore, nulla, tutto era in ordine, gli abiti ancora stesi sul letto pronti per essere indossati.
Scese nel soggiorno, la cornetta del telefono era staccata, una tazza di caffè semicolma e… un mucchietto di cenere sul tappeto. Il calendario portava la data del 20 di settembre.




Luisa Camponesco

   
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