Non avevo mai avuto male ad un fianco, proprio mai, non avevo la minima idea di che cosa il corpo umano contenesse all'interno dei fianchi, scacciai i pensieri con un gesto della mano, se la dottoressa aveva concluso che non c'era nulla, non c'era nulla.
Fu appena fatti pochi passi all'uscita dell'ambulatorio che avvertii il male al fianco, "buffo", riflettei, "mi ha chiesto se avevo male al fianco e adesso ho proprio male al fianco". Cercai di non pensarci, ma più mi dicevo di non pensarci, più mi ritrovavo a localizzare il lieve disturbo. E per dieci lunghi giorni io ebbi male al fianco, mi svegliavo di notte di soprassalto con il dolorino, camminavo con una mano attaccata al punto dolente, passai lunghi minuti su internet a cercare di capire che cosa mai c'era sul fianco e le ragioni per le quali poteva farmi male.

Le analisi erano pronte, ma non ebbi il coraggio di aprirle, preferivo attendere di consegnarle al medico al momento della visita, la settimana dopo, il rapporto rimase lì, sulla mia scrivania, a differenza di una scatola di cioccolatini che mi ero ripromesso di non aprire e che invece avevo saccheggiato, su quella cartelletta riponevo righelli e penne, fascicoli e documenti, come per tenerla lontano dalla mia esistenza, come per separarla dal legame che potesse avere con il male al fianco.

Fino al giorno dell'appuntamento con il medico, sollevai la cartelletta sigillata e mi avviai a piedi verso il suo studio, un'ora prima, camminavo lentamente, assaporando il venticello caldo di quell'inusuale inverno, notando le foglie sugli alberi che non si erano staccate dai rami come se neppure l'autunno avesse fatto la sua comparsa, mi fecero accomodare al centralino e attesi, il fianco in fiamme.

La calda voce del medico chiamò il mio nome, mi fece entrare nello studio e si informò di come stessi, io risposi che stavo bene, o almeno stavo bene prima dell'esame ecografico e gli porsi il rapporto ancora chiuso. Serrai gli occhi mentre lo apriva e desiderai che il tempo si arrestasse mentre lo esaminava, poi lo posò e disse :"ok, tutto a posto, nella norma". "E il fianco?", domandai sbigottito, "la dottoressa mi aveva chiesto se avevo male al fianco!", il medico assentì attento e così continuai :"io non avevo male al fianco, ma dopo che me lo ha chiesto, mi è venuto, voglio dire, se ha trovato qualcosa che non andava, il mio corpo ha reagito adeguandosi".
"Ma non c'è nulla di strano, nulla per cui tu debba avere male al fianco", mi rispose paziente il dottore.
"Allora posso smettere di avere male al fianco?", gli chiesi colto da improvvisa speranza, "ma certo", mi rassicurò. In quel momento il male al fianco mi passò, ringraziai e salutai calorosamente il medico, tornai a casa a piedi, concentrandomi ad ogni sussulto che potesse ancora provenire dal mio fianco, ma nulla, neppure un dolorino per quanto piccolo e così fu per i giorni che seguirono.

Ci sono almeno due spiegazioni : la prima, la più razionale, è che il male sia scomparso grazie alla scatola di cioccolata curativa che avevo divorato, la seconda, più fantascientifica, è che io mi sia fatto suggestionare.
Penso che quest'ultima ipotesi sia da escludere, anche se, a dire la verità, qualche mese prima avevo avvertito forti sintomi di mal di gola mentre leggevo un articolo sulle tonsilliti sulla pagina medica di un quotidiano. Tanto che dovetti riferirlo al mio dottore che mi visitò e mi fece ripetere i sintomi e mi diagnosticò una tonsillite. "Ma io non ho le tonsille, me le hanno tolte tanto tempo fa", gli dissi perplesso.
"Senti, se c'è una persona al mondo che possa prendersi la tonsillite senza avere le tonsille, quella sei tu", mi rispose il medico scoppiando a ridere. Guarii all'istante e mi ripromisi di non leggere più articoli che riguardassero malattie varie.

Nelle vie della metropoli potreste imbattervi in ogni momento in un inconsueto incontro con Superman, l'essere più forte della galassia.
Oppure la casualità può portarvi a condividere la medesima strada con me, Suggestionman, l'essere più suggestionabile della galassia.

Mentre leggete questo racconto al di là dello schermo o del foglio di carta, vi prego di non starnutire, non è il momento per me di prendere il raffreddore, devo prima guarire dal mal di denti che mi perseguita da quando a mia nipotina è venuta una carie.

Roberto Mahlab