Tom era un pesciolino che senza sapere come, si ritrovò dentro un acquario di un negozio di pesci. Nuotava, nuotava, ma inevitabilmente finiva per sbattere il muso contro una superficie che non riusciva a vedere, così certe volte finiva per innervosirsi e iniziava a muoversi velocemente, cambiando spesso direzione a destra e a sinistra con scatti nervosi.
Non aveva compagni nel suo acquario, quando un giorno incontrò davanti al balcone di esposizione un pappagallo di nome Boris, alto e variopinto con un becco affilato come un coltello e dalle zampe che sembravano quasi quelle di un tacchino.
-E tu chi sei?-disse l’uccello, ma Tom non riusciva a rispondere perché il vetro dell’acquario glielo impediva ed era costretto a giocare da solo scavando nella sabbia oppure pensare e ricordare le gite con i genitori e con i compagni e le sue emozioni più intime.
Boris non era un pappagallo stupido , anzi aveva studiato nell’ università piu famosa di uccellandia
E aveva capito che Tom si trovava in uno stato di disagio e che voleva ritornare nel mare aperto. Decise allora di darsi da fare e con il suo becco affilato fece un frammento nella parte alta dell’acquario e lo spaccò.
Cercò poi di farle alcune domande, ma Tom non rispose perché parlava una lingua diversa, ma Boris lo prese tra le zampe con molta delicatezza e con le sue poderose ali varcò dalla finestra e fece un lungo percorso fino al mare.
Poi riprese a svolazzare e Tom sollevò la pinna come segno di gratitudine.
Ora poteva fare nuove amicizie,giocare, sguizzare, scrutare.
Decise di nuotare fino a quando trovò un’anguilla che gli disse:
-Ciao, mi sai dire dove si trova la città più vicina?-ma l’anguilla non disse niente.
-Ci senti?-ma l’anguilla non rispose e Tom continuò il suo percorso e incontrò un gruppo di trote
che parlavano una lingua diversa e così tutti gli altri pesci che incontrò:sogliole, carpe, barracuda, triglie spigole, pettini, orate, tanti pesciolini parlavano una lingua che Tom non aveva sentito prima.
Tom, preso dallo spavento, si sedette in un corallo e si mise a piangere, dato che le sue possibilità erano del tutto svanite .
Ma all’ improvviso un pesce luna si avvicinò a lui e emise dalla bocca una serie di versi che erano inizialmente incomprensibili .
Tom fece capire che non conosceva la lingua e continuò a piangere .
Il pesce luna indicò una ventina di pesciolini uguali a lui che giocavano in una arena d’ acqua circondata da scogli e l’ espressione del viso del povero pesciolino cambiò improvvisamente .Il pesce luna capi che Tom aveva bisogno di amici ,di pesciolini che semplicemente con un po’ d’ amore e disponibilità parlassero la sua stessa lingua.
Il pesce luna con grande deduzione e determinazione giorno dopo giorno faceva da guida a questi pesciolini che con grande impegno e generosità decisero che Tom voleva diventare uno di loro .
Il pesce luna era davvero geniale, era l’ unico pesce che avesse capito cosa bisognava fare.
Bastava semplicemente avere tanta pazienza e tanto amore da dare a Tom e questa convinzione l’aveva trasmesso agli altri venti pesciolini che giorno dopo giorno davano il loro contributo .
Tom divenne la loro mascotte e ………

Alessandro Nepitella
Classe 2 A scuola media Rosas
Quartu S.Elena (Ca)