Elena Fiorentini
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Italy
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Inserito - 06/10/2005 : 15:18:00
Vi racconto l’operetta di Elena Fiorentini Premesse Ricevetti una telefonata, una di quelle telefonate che ti portano lavoro. Non ne avevo bisogno in quel periodo, però accettai il colloquio perché la proposta mi incuriosiva alquanto. Incontrai la regista che mi mise in mano un fascicolo fotocopiato da un manoscritto. L'originale era a matita, la notazione musicale in fotocopia risultava sbiadita e poco leggibile. Lo spartito era scritto su tre e più righe, due per la parte del "piano conduttore" e quelle più alte una per ogni cantante e per il coro, secondo la necessità. "Se la sente di accompagnare i cantanti ed eseguire tutta l'operetta in pubblico?" " Ci proverò, mi sembra di avere fatto cose molto più difficili, ma qui è teatro, e per di più si tratta di dilettanti, anche se mi conferma che c'è qualche professionista" " Tutte persone di valore, ad ogni modo. "La regista, Alice Marzi Longoni, mi spiegò che l'autore delle musiche, il maestro Vittorio Pinotti, aveva sempre accompagnato l'operetta, al pianoforte, anche in collaborazione con un ensamble strumentale, a volte invece con una tastiera elettronica. Ci organizzammo per le prove e così iniziò la grande avventura: 45 minuti di pianoforte inseriti in uno spettacolo di tre ore, con moltissimi interpreti, comici e balletto. C'era anche un grande problema che risolsi lavorando ore e ore a tavolino. Si trattava di inserire le parti del canto all'interno dell'accompagnamento pianistico, dando in tal modo sicurezza agli esecutori. Tentai anche di farmi aiutare da uno strumentista, violino, oboe o flauto che sia, andavano bene, ma non realizzai questo progetto. Ora posseggo la rielaborazione pianistica esattamente come desiderato dalla regista e forse anche dallo stesso maestro Pinotti. Nelle mie mani c'è tutta la parte melodica trascritta e leggibile da chiunque voglia cimentarsi. Osserviamo anche che il maestro Pinotti aveva buon gioco ad eseguire come voleva, le musiche erano sue, le conosceva,inoltre trascriverle come ho fatto io gli avrebbe comportato numerosi problemi di dettatura al copista, essendo non - vedente. Ad ogni modo eccoci arrivati al debutto. L'operetta: l'avevo vista una volta sola, il testo lo conoscevo perché l'avevo visto recitare dal Giovanni Barrella al cine - teatro Principe di viale Bligny. Anche se ero una bambina me lo ricordavo bene. Capii anche in seguito come era costituita l'organizzazione. La regista era a capo di una compagnia teatrale , imperniata esclusivamente sulla produzione di testi in "lengua meneghina" ,la compagnia "Il Nodo".
"I Milanes" come fu che nacquero I Milanes. IL Maestro Pinotti, compositore, insegnate e pianista, ex enfant prodige, diplomato giovanissimo in piano e composizione, per mettere in scena almeno una delle sue due operette si rivolse alla Alice Longoni che fondò una compagnia parallela, inserendo nel cast alcuni attori della compagnia teatrale. Fu coisì che da una costola del Nodo nacquero i Milanes . I cantanti, la Wilma Mereghetti, soprano, con esperienze in RAI, il baritono Marcello Venturelli, che ricordava le crociere nel Golfo Persico con Fedele Confalonieri e Silvio Berlusconi al contrabbasso ad eseguire il giro armonico di do maggiore, che entrò in seguito a far parte del mondo imprenditoriale e della politica. Altri , come Alfredo Pozzoli, attore e regista provenivano dal teatro, il protagonista dei "Fortunn", El Tecoppa era interpretato da Luciano Sada detto "El Pinza" , gestore della osteria Briosca , sui navigli. Ho reentemente saputo che El Pinza è morto. Lo ricordo con molto affetto, era una gran brava persona e tutt'al più c'era il pericolo di dimenticarsi di suonare, perché restavo a bocca aperta a sentirlo parlare o a vederlo a "schiscià cont i pée i pures"le pulci!!! I fortunn del Tecoppa La trama Felice Tecoppa faceva il fabbro di mestiere e viveva a Milano. Aveva una figlia, Palmira, orfana di mamma, buona, affezionata al padre e molto povera. Tecoppa andava dentro e fuori di galera. Quando viene liberato l'ultima volta, si accinge a rubare in una carrozza. Lo prendono con le mani nel sacco, per merit de la luna vagabonda e lo arrestano di nuovo. La Palmira ha un fidanzato, che è il Robertino, il figlio del giudice. La ragazza si dispera, vorrebbe fare qualche cosa per tirar fuori il padre di prigione. Il fidanzato, il Robertino, va a perorare pietà per il Tecoppa , cercando di dare anche garanzie perché si ravveda, e scopre che il padre, l'irreprensibile giudice, ha una amante, la Maria del Parco , che ora ha ripulito, rivestito e le ha insegnato a mangiare con la forcellina ( la forchetta ) Robertino ricatta il padre minacciandolo di dire tutto alla moglie (...e madre), intanto la ragazza chiede aiuto anche alla Dirce, la portinaia, corteggiata dall'avocat Stemegna...oh Dirce bel Dirciot..tanta bonanzeria... La Dirce porta la ragazza, la Palmira, tosetta scontrosa in portineria e prende la forbice perchè la vuole convincere " scortare un pochino la socheta",cioè ad accorciare la gonna, mostrare le caviglie, prima di presentarsi al giudice e magari rabbonirlo...Palmira non ci sta. Interviene l'avucat Stemegan a portare il suo aiuto, mentre il carnevale è giunto al culmine. La Maria e la Dirce si prendono a male parole e litigano furiosamente , vera lite da cortile, in cui tutti sembrano impazziti e dopo che la pianista sotto il boccascena ha ricevuto sulla testa una buona dose di spazzatura contenuta nel sacco che si sono tirate addosso, vine intonato una sfrenata canzone dedicata al risotto, ma non quello da mangoiar: " El risott , ma guarda che casott,l'è propi un rebelott..." così termina il primo tempo. Le cose finiranno, tra un ricatto e l'altro ad aggiustarsi, con danze, vino e canti "La vita l'è on'operetta " , mentre El Tecoppa progetta nuovi colpi. Nell'ultimo atto, perchè il divertimento del pubblico non sia troppo presto soddisfatto, i matrimoni saranno due: quello della Dirce cont el so aucat e quello del Robertino con la Palmira. Colpi di scena inaspettati si innestano, la Maria fa pace con la Dirce, l'oste rovescia, non apposta, il vino che spumeggia allegramente sul tavolo e sui vestiti mentre l'amis del Tecoppa legge la lettera di auguri con una petegada che la finiss pù, prevista rigorosamente dal copione. E ora accomodatevi pure a vedere le foto. Elena Fiorentini pianista di alcune repliche dei "Fortunn..." ...continua... Edited by - Elena Fiorentini on 08/10/2005 21:31:12
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