"Anche nel vostro comparto sta accadendo qualcosa a causa della crisi?"
"Sì, decisamente, soprattutto a paragone con l'evoluzione velocissima del settore che avviene all'estero, non riusciamo ad avere prodotti al passo, cerchiamo di adeguarci sul nostro mercato che non offre altrettanto. Basta pensare alle polizze auto che all'estero costano la metà".

"Un paese che si sta fermando in tutto ..."
"Mi fa venire in mente la scuola, penso ai miei figli che la frequentano, è tutto assurdo, a noi qui in Italia chiedono, all'estero danno, anziché chiedere. A partire dai libri".

"Pensa che ci sia un deficit di istruzione?"
"No, da noi l'istruzione è ottima, solo che sembra che vogliamo farla decadere. Sul nodo scuola ne avrei da dire, la scuola pubblica è valida, con ottimi insegnanti, solo che non sono motivati, il merito non è premiato. Se poi parliamo in generale del sostegno alla famiglia, il paragone ad esempio degli assegni famigliari all'estero rispetto ai nostri, è impietoso".

"L'argomento è che abbiamo tanto, ma non lo facciamo fruttare ..."
"Nel nostro campo assicurativo usiamo comprare prodotti esteri, non è che qui non abbiamo prodotti assicurativi validi, è che non li sappiamo sviluppare".

"Nel vostro settore ci sono state ripercussioni a causa della ridotta circolazione monetaria?"
"Sì, soprattutto da quest'anno per quanto riguarda le aziende, se una azienda si ritrova in perdita, prima di tutto taglia le spese per le assicurazioni. Poi con i fatturati che calano, le aziende hanno meno merci o altro da assicurare. Non è che per noi il lavoro sia calato, sono calati gli introiti, il tempo dedicato non si è ridotto perché è diventato più complicato, più leggi, più regole".

"In tutto il mondo negli anni recenti si è sviluppata la classe media che adesso si trova in difficoltà, negli altri paesi questa classe media sta incidendo sul cambiamento, in Italia pare di no, non arriveremo anche noi alla creazione di una coscienza collettiva necessaria a tale scopo?"
"A me pare che da noi ognuno abbia la tendenza a pensare al suo orticello e poi diciamo la verità e cioé che la classe media degli altri paesi ha di fronte una classe politica assai più sensata della nostra. I nostri politici varcano la soglia del potere e da quel momento guardano solo al loro benessere".

"Come se ne esce, come vede il futuro?"
"Soprattutto per i nostri ragazzi la vedo abbastanzia grigia. O facciamo qualcosa, o sono destinati ad andare all'estero".

"Incoraggiare le voci di tutte le parti della società a parlare, può servire?"
"Penso che anche se c'è chi sta ancora benino, ciascuno debba essere consapevole che la marea che si alza potrà toccarci tutti, prima o dopo, nessuno escluso. Certo che va incoraggiato il dialogo, nel nostro ufficio ad esempio con i colleghi ci si scontra sulle opinioni per quanto sta accadendo, ma anche gli scontri sono costruttivi, poi se ne parla con gli amici, con i figli a casa. Parlare permette di aprire gli occhi e di diventare costruttivi".

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(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).