Concerto di Sogni
Main sponsor: Ideal Gomma Sport Sas
Think and Make It!

Remember Nassiriya : Appendete una bandiera ai vostri monitor Concert of the World: English Version



 Home   Elenco Autori   Forum:Elenco Argomenti   Eventi attuali e storici    Le prime pagine   Link  
Utente:
 
Password:
 
Salva password Dimenticata la password?
 
 tutti i Forum
 3 Viaggi
 L'ombra dello squalo
 Versione per la stampa  
Autore Tema Precedente Tema Tema Successivo  
Roberto Mahlab
Amministratore



2852 Inseriti
296 Gold
2457 Punti Rep.
Inserito - 02/11/2005 :  22:27:00  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Malesia, agosto 2005
"The haze", la densa nebbia prodotta dall'ondata di calore infernale causato dalla combustione di foreste intere in Indonesia avvolgeva il sud est asiatico e i giornali della Malesia titolavano da settimane sulle catastrofiche conseguenze. I piccoli proprietari delle piantagioni nella povera isola di Sumatra indonesiana appiccavano il fuoco agli alberi per allargare le radure su cui impiantare coltivazioni di olio di palma e di altri prodotti in grado di produrre reddito per poter sfamarsi.
Per migliaia di chilometri i cieli si tinsero di grigio, le navi costrette nei porti, i voli civili dirottati. Dalla Malesia, da Singapore, dalla Corea del Sud e dal Giappone sono stati inviati aerei e contingenti di pompieri nella ardita e difficile impresa di spegnere gli incendi, in un solo giorno dodici vigili del fuoco malesi sono stati evacuati per i disturbi polmonari provocati dal fumo e dalla spossatezza. Nelle modernissime metropoli di Kuala Lumpur e Penang gli abitanti sono costretti a munirsi di mascherine e a fare scorte di acqua minerale, i turisti sono sconsigliati dall'uscire.

Gli Hercules C-130 messi a disposizione da numerosi paesi, guidati dalle rilevazioni satellitari, compiono missioni incessanti per seminare concentrazioni di aggreganti in grado di creare artificialmente nuvole e di conseguenza piogge direttamente sulle aree in fiamme. Il governi della regione iniziano a protestare ufficialmente contro l'Indonesia, le metropoli divengono spettrali quadri grigi, gli ospedali si riempiono, i ministeri della sanità avvisano i cittadini del rischio di morte per problemi respiratori, viene dichiarato lo stato di emergenza. Gli incendi sfuggono ormai ad ogni controllo e, anzichè offrire nuove aree coltivabili, raggiungono e distruggono quelle coltivate, la produzione di olio di palma indonesiana crolla del quindici percento.

Infine interviene la natura, la stagione delle piogge si scatena e in pochi giorni normalizza quanto alcuni esseri umani hanno distrutto e tanti altri hanno cercato di salvare in due mesi di lotte contrapposte. A fine agosto il governo indonesiano accetta di ratificare un patto che vincola i paesi della zona a vigilare ed impedire in futuro simili disastri. Il sud est dell'Asia finalmente respira di nuovo.

In mezzo a questo scenario apocalittico, vivendo in quei giorni in mezzo alla giungla, anche io avevo da recriminare per ragioni più personali. In Malesia la guida è a sinistra e fino a che risiedete nelle città e attraversate le strade ai semafori, non vi sfiora il pensiero che il riflesso condizionato a guardare dal solito lato europeo, se arriva un auto, può essere pericoloso. Ma in mezzo alla giungla questa abitudine può essere fatale e ci si deve svegliare nelle prime ore di permanenza, se si vuole che la permanenza non si limiti alle prime ore. E mi sono reso conto in breve che è inutile imprecare in italiano se le auto vi sfiorano e rischiano di mettervi sotto quando attraversate i nastri d'asfalto nelle foreste guardando dalla parte sbagliata della carreggiata. Primo perchè i guidatori non capiscono l'italiano e secondo perchè non potete certo convincerli a mantenersi sul lato sbagliato. Si soffre, ma presto si impara, l'istinto di sopravvivenza è un veloce maestro.

Anny Lee e Jenny Tan, le mie corrispondenti di lavoro, mi aspettano in un tipico ristorante di specialità locali e mi guardano preoccupate mentre addento dell'anatra con salsa di 'samba', "samba" in malese significa chili, "non c'entra con il ballo", osservano desolate e, tanto per rimanere in tema di incendi nella giungla, in pochi istanti la mia lingua raggiunge una temperatura insopportabile. Ovviamente conforto le mie due amiche preoccupatissime che io possa essere ridotto in cenere prima di aver firmato i contratti di acquisto. Durante il viaggio di ritorno nella notte oscurata dal buio naturale e dallo "haze", rimango in silenzio e immagino che le auto dei pompieri che sfrecciano sulla strada costiera arrivino per me, quei quattro chilometri fino all'albergo nella giungla richiedono un'ora di viaggio. Quando scendo dall'auto sono ricoperto di bolle, ma mantengo l'aplomb mentre auguro la buona notte ad Anny e Jenny, inorridite dal mio aspetto. "Perchè mi avete fatto questo?", intanto penso io, "perchè, ogni volta che viene in Malesia, Roberto si mette nei guai in così pochi istanti che non riusciamo mai a fermarlo in tempo?", intanto pensano loro.

In una benedetta giornata di pioggia incontro Steven Ho, mio amico, fornitore e maestro di arti orientali, il suo volto incorniciato dalla piccola barba alla mandarino si illumina :"sono felice di rivederti di nuovo, non so ancora per quanto io sarò vecchio".

Mi racconta del giorno dello tsunami che nel dicembre del 2004 ha devastato il sud est dell'Asia, si trovava per affari a duecento chilometri lontano dall'isola di Penang, sulla costa della penisola, la radio e la televisione non davano notizie certe in proposito perchè nessuno credeva o concepiva l'esistenza di quell'onda gigantesca e le voci incontrollate si moltiplicavano, una telefonata avvertì Steven che il ponte che univa Penang alla terraferma era crollato e che le coste erano state flagellate e così, come migliaia di altri automobilisti, si diresse verso le strade di montagna dell'interno, per salvarsi con l'altitudine. La notizia non era vera, l'onda aveva raggiunto la Malesia, dopo aver causato una ecatombe in Indonesia, ma si era ritrovata costretta a dividersi nei mille rivoli della frastagliata costa della paese, perdendo a poco a poco di violenza. Eppure psicologicamente la ferita fece fatica a richiudersi e in seguito per settimane gli automobilisti evitarono le strade costiere.


Khoo Cheok Sin, il presidente dell'associazione degli industriali, mi mostra i danni alla costruzione del circolo nautico, ricorda che, in pochi istanti, i pescatori che le autorità non riuscirono ad avvisare in tempo furono ingoiati dai flutti e mai più ritornarono. Racconta del mare che si ritirò, dei pesci morti e della fuga degli abitanti. L'onda distrusse tutti i macchinari della palestra sul mare, un danno di centinaia di migliaia di dollari.
I saloni di numerosi grandi alberghi finirono sott'acqua e così il famoso ristorante Makananlaut, specializzato di pesce cucinato all'orientale, il corridoio che lo collegava al mare sulla Gurney Drive di Penang, la via dei grattacieli, sventrato, ci vollero mesi per poterlo riaprire al pubblico. Quando il mare si ritirò, rimase il fango.


Chuah Thean Teng e i suoi figli Siew Teng e e Seow Keng sono tra i più celebrati artisti della Malesia. La loro galleria d'arte, situata appena a duecento metri dalla costa sull'isola di Penang, è stata protetta dallo tsunami dalle gigantesche costruzioni degli alberghi che hanno assorbito l'urto. La famiglia giunse in Malesia dalla natia Cina negli anni attorno al 1930 e Teng iniziò a utilizzare il batik come forma di pittura di arte raffinata. Dagli anni cinquanta le sue tecniche hanno fatto scuola dall'Asia all'Australia, dall'Europa agli Stati Uniti e nel 1968 e poi ancora nel 1988 l'Unicef scelse le sue pitture per le campagne mondiali in favore dei bambini. Oggi i quadri su batik di Teng e dei suoi figli adornano i muri delle case dei collezionisti e dei maggiori musei.
E' con sollievo che ascolto dalla curatrice della galleria che non ci sono stati danni al loro edificio e alle collezioni, mentre il grande albergo la cui mole li ha protetti è ancora in fase di ristrutturazione.

E' indubitabile che il monsone sia la benedizione per lo spegnimento degli incendi delle foreste, ma è anche un notevole inconveniente per chi si avventura in mare. Il giorno dopo all'alba infatti continuavo a riflettere tra me e me su chi me lo aveva fatto fare a ritrovarmi a bordo del piroscafo che mi conduceva all'isola di Langkawi, tre ore di navigazione a nord di Penang, quasi al confine con la Tailandia e nello stretto di Malacca. E' uno dei paradisi del turismo naturalista, la barriera corallina attrae in tutte le stagioni documentaristi e scienziati, oltre che turisti in vena di osservare le meraviglie del nostro pianeta.
Le onde erano altissime e la pioggia sferzante, l'imbarcazione pareva immergersi e poi miracolosamente ricompariva a galla e il comandante, probabilmente per risollevare lo scafo e contemporaneamente il morale dei poveri turisti, mandava in onda sul circuito radio interno il tema del film Titanic, cantato dalla melodiosa voce di Celine Dion.

All'interno dell'isola, tra le spiagge e le foreste di mangrovie, ci imbarcammo su piccoli battelli a motore e risalimmo la corrente del fiume Kilim, la nostra destinazione era la collina delle aquile.


"Helang kawi", cioè Langkawi, in lingua Malay significa aquila rossiccia e ben presto fummo attorniati da decine di esemplari che calavano dalla cima fino a planare sull'acqua dove catturavano il loro cibo e poi risalivano con la velocità dei lampi.


Accostammo alla riva e ci arrampicammo su scalette di legno, c'era una via scavata nella roccia e infine una caverna enorme, buia. Entrammo e la guida ci chiese di chiudere gli occhi, accese una torcia e ci chiese di riaprirli e, sulla parete, tra stallattiti e stalagmiti, comparvero decine e decine di pipistrelli.

Le specie di aquile che vivono sull'isola sono diverse, dagli aquilotti bianchi a quelli giganteschi e scuri che accolgono appoggiati ad un ramo nel centro naturalistico, insieme a i pappagalli di ogni colore.


Roberto Mahlab
Amministratore



2852 Inseriti
296 Gold
2457 Punti Rep.
Inserito - 02/11/2005 :  22:28:10  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
<<>>

Il parco marino di Langkawi sorge a trentacinque chilometri dall'isola ed è centro di spettacolari attività subacquee che hanno base su una serie di piattaforme che si ergono sulla barriera corallina.

Mi intrufolai tra un gruppo di esperti e, calzate pinne, maschera e boccaglio e con in mano una macchina fotografica apposita, mi lanciai nelle profondità degli abissi ed è stata l'esperienza più incredibile della mia vita, la visita in un altro mondo.

Centinaia, forse migliaia, di pesci colorati di giallo e di nero, grandi, minuscoli, a puntini, a strisce, si affollavano attorno
agli esseri umani, la bellezza era tale che mi accorsi di perdere la nozione del tempo e della direzione, alcuni pesci si muovevano a forza di coda, altri usavano pinne laterali come ali e parevano volare. Sul fondo comparivano canyon, montagne e vallate, coralli grandi come spugne che respirano e all'improvviso la consapevolezza che da tali meraviglie doveva essersi abbeverato il pennello di Chuah Thean Teng, il pittore del batik, i suoi quadri sulla vita marina parevano rivivere nella realtà visiva. Tra gli anfratti rocciosi grosse sfere nere dotate di lunghissimi pungiglioni, ne stetti ben alla larga, uno dei pesci venne verso di me con la bocca a formare un tondo perfetto, come a voler poggiare un bacio sulla maschera, "anche sotto il mare faccio conquiste", scoppiai a ridere all'idea e questa distrazione mi costò una sorsata d'acqua salata che si infilò nel boccaglio, costringendomi ad emergere tossendo e tra le occhiate di disapprovazione dei compagni di avventura che osservavano dalla piattaforma. Seppi più tardi di avere commesso un altro errore di valutazione che pagai caro, non avevo compreso come mai gli altri amici si immergevano con delle magliette, ma quella sera la mia schiena bruciata dai raggi solari riflessi attraverso l'acqua all'equatore mi fecero apprendere la lezione. Eppure quando, nei giorni successivi, feci sviluppare la pellicola, mi venne voglia di gridare per la gioia di quanto ero riuscito a riprendere e il dolore delle scottature divenne più sopportabile.
<<<>>>
<<<>>>
<<<>>>

La nostra guida Abdul passò il pomeriggio a mostrarci come creava canestri di foglie di palma dalle forme più disparate, strumenti musicali e cavallette, uccelli e animali, la sua arte pareva inesauribile, ci condusse poi presso una insenatura, lanciò briciole di pane in mare e subito una moltitudine di pesci si avventò sul pasto, ma altro era l'obiettivo, Abdul fissava il mare con attenzione, fino a che si accorse di un'ombra e gridò con tono tenebroso :"Sango! Sango!". I coreani del nostro gruppo impallidirono, io chiesi che cosa volesse dire quella parola che tanto li aveva spaventati. Squalo. Quelle acque erano abitate dai piccoli squali, per nulla pericolosi, ci si poteva fare il bagno in mezzo, era come se avessero un radar incorporato, quando si avvicinavano alle gambe degli esseri umani che nuotavano, cambiavano all'improvviso direzione.
<<>>


Vai a Inizio Pagina

Roberto Mahlab
Amministratore



2852 Inseriti
296 Gold
2457 Punti Rep.
Inserito - 02/11/2005 :  22:29:22  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
<<>>

L'amore per la natura e la sua conservazione sono estremamente radicati nei popoli del sud est dell'Asia, tanto che le istituzioni governative creano dei parchi in cui si dimostra chiaramente che è l'essere umano ad essere l'intruso. Situazione particolarmente evidente sull'isola degli orangotango, situata al centro di un lago, tra le colline della giungla a circa un'ora di auto da Penang.
Sono gli esseri umani a ritrovarsi in lunghe gabbie a cielo aperto ad osservare gli esemplari di oranghi che popolano la foresta.
L'orangotango è il più grosso animale che viva sugli alberi, su di essi passa la sua intera esistenza. Si muovono da una pianta all'altra aggrappandosi a liane o robusti rami, i "selvaggi uomini della foresta", come vengono indicati. Costruiscono i loro nidi all'altezza media di sedici metri al di sopra del suolo, si nutrono di frutta, foglie, fiori, miele e insetti, cibarsi è il loro passatempo, mentre le femmine danno alla luce un pargolo ogni cinque anni.

Una speciale unità medica si prende cura dei piccoli di orangotango, per assicurarsi che i nuovi nati tra questi primati si abituino senza soccombere all'habitat naturale, il loro tasso di soppravvivenza ha preoccupato gli scienziati che ne hanno temuto l'estinzione. Oggi sull'isola ce ne sono ventuno.

Non sono i soli abitanti della giungla che incontriamo, ci vengono incontro gli iguana e i serpenti e, come al solito, i miei amici mi sfidano a tenerne uno tra le mani e io accetto, terrorizzato, ma conscio che i lettori di concerto di sogni non mi perdonerebbero se non comparisse la fotografia che prova che il loro inviato speciale non ha tutte le rotelle al loro posto.
<<<<>>>>


I popoli che vivono tra la giungla e il mare costruiscono società civili, industrie e grattacieli, sapendo di dover fare i conti con la forza della natura, così generosa in ricchezze come la gomma, il petrolio, l'olio di palma, ma così terribile quando si scatenano gli tsunami, le piogge monsoniche, i terremoti, quando la giungla prende fuoco la natura protesta e ricopre il cielo e gli esseri umani pagano il dazio dello "haze".

La disoccupazione è sconosciuta in Malesia, paese tra i più ricchi di materie prime e più industrializzati che attrae manodopera da tutta l'Asia. Con commozione ricorderò per sempre l'invito ricevuto al ventesimo anniversario delle industrie della gomma, una festa organizzata per celebrare e ringraziare i lavoratori stranieri che abbandonano il Bangla Desh, la Tailandia, l'India, il Vietnam, il Laos, la Cambogia, il Nepal, il Buthan, le Filippine, la Birmania per trovare lavoro e poter così mantenere le loro famiglie nei poveri e affamati paesi d'origine, per sette anni hanno la possibilità di lavorare e vivere in Malesia, poi devono tornare alle loro case.
A coppie cantano e danzano le tradizioni dei loro popoli, in un multicolore insieme di vesti e gesti, voci e lingue, i cuori si sciolgono e si stringono e si colmano della consapevolezza della fragilità del filo della vita che ogni essere umano non vuole lasciarsi sfuggire dalle mani. Momenti che si vorrebbe rimanessero eterni, ma che sappiamo non lo saranno. Ma oggi lo sono.

Le ombre delle catastrofi sulle luci della vita di ogni giorno, come l'ombra dello squalo tra i branchi di pesci colorati.
"Sango! sango!", e infine compare a scuotere le fondamenta. Ma l'uomo ricostruisce.

Roberto Mahlab - Natural Asia : the shadow of the shark - Geographic Society of Concerto - @2005



Si ringraziano della collaborazione :

- I rangers e le guide dei parchi nazionali e marini della Malesia
- La Fuji e la Kodak film per le pellicole e le macchine fotografiche per le riprese sottomarine
- Gli animali della giungla e degli abissi
- Le industrie Perusahaan Sindi e Rubber Leisure per l'organizzazione
- La Concerto News System per la realizzazione tecnica.

Vai a Inizio Pagina

Admin
Forum Admin


Italy
2444 Inseriti
627 Gold
3290 Punti Rep.
Inserito - 06/09/2009 :  12:00:42  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Admin  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Admin
Ridiamo visibilità ad un bellissimo pezzo di Roberto Mahlab.
Beppe

Vai a Inizio Pagina

   
Clicca qui per la scheda generale dell'autore
Altri testi dello stesso autore
Tema Incorniciato L'anima e il ferro
Tema Incorniciato Da Ur al Nilo 
Tema La delizia del Satay
Tema Incorniciato Cave raider 
Tema Natura in concerto
Tema Il mio libro della giungla 
Tema Don't cry for me Concertina 
Tema La guerra al terrore 
Tema Bravi
Tema Incorniciato Io non bevo caffe' 
Tema Incorniciato un cane per strada
Tema Incorniciato un foglio immacolato 
Tema Happy Birthday, President!
Tema Incorniciato Poche parole
Tema Incorniciato C'e' sempre una ragione
Tema Martedi' 21 ottobre - Invito
Tema Tanti Auguri Miss Ohara!
Tema $editto$
Tema Riflessioni?
Tema Incorniciato Cintura bianca 
-----------------------------------------
Vai a:

Pagina Caricata in :2,56
Imposta come tua pagina di avvio aggiungi ai favoriti Privacy Segnala Errori © 2001-2021 Concerto di Sogni - B.A. & R.M MaxWebPortal Snitz Forums Go To Top Of Page