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 7 Riflessioni
 Un attimo che a parole non si può esprimere
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La_Zia_Cary
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Inserito - 23/01/2003 :  15:42:43  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a La_Zia_Cary
Come spesso mi è capitato, l’altra notte, mi sono svegliata, sdraiata spogliata nel letto. E finalmente ho pensato a te. A te e all’Evento, che mi ha squarciata e ricucita in modo sommario. Ho sempre voluto parlarne, ma ogni volta che accendo l’interruttore di quelle immagini, tutto intorno ad esse si crea il vuoto. Ho sempre cercato di descrivere parole, sentimenti, stati d’animo di quel momento, ma il solo pensarci mi sfinisce completamente, ancora adesso rimango ammutolita dallo stupore, con la bocca spalancata, come per urlare quel dolore, che nonostante tutto il tempo passato continua a sgorgare da ogni centimetro della mia pelle. Forse non riesco ad esprimerne il significato perché è stato solo un puro e semplice fatto, uno di quei momenti che vanno e vengono nella vita di ogni persona. Ma per una ragione che non riesco a spiegarmi quell’attimo ha cambiato il mio intero mondo. E’ come se da allora fossi stata proiettata in un universo parallelo, e mi riesce molto difficile parlarne, perché a volte tutto quello che mi circonda mi sembra diventato così totalmente falso. Ma forse la verità è che sono io lo sfondo scenografico, montato su un palcoscenico reale.
Forse amavo così tanto la tua capacità di convivere con quella che ero veramente, che ora non voglio più ripetere un’esperienza del genere. Ora ho bisogno, ho la necessità di rivedere ancora quelle immagini per capire se sono caduta in un secondo in quel buco nero o se in quell’istante ho solo cominciato a scivolare.

29 settembre 2001
Non avevo dormito tutta la notte, ma desideravo così tanto vederti e tenerti di nuovo fra le mie braccia che mi sono preparata due ore prima del previsto e sono uscita di casa alle undici, per farti una sorpresa e farmi trovare fuori dalla tua scuola all’una e quaranta. Forse tu non ci crederai, ma quando ti arrabbiavi con me io impazzivo davvero, ogni volta che mi rifiutavi, ogni volta che mi attaccavi il telefono, ogni volta che mi bombardavi di insulti, che ora so essere stati ingiustificati, mi rimproveravo davvero. Mi riconoscevo per la persona orribile che non ero. Così non riesco più a parlare della sensazione di rifiuto da cui ero colpita così di frequente a causa tua… Ero sempre talmente impegnata a compiacerti, a darti ragione, che mi dimenticavo completamente di esistere ancora. Per te avrei fatto di tutto, e di tutto ho fatto, ero semplicemente diventata un’altra persona, e quello che non riesco davvero ad esprimere è che questa parte della mai vita non è banale, ma qualcosa che va oltre ogni altra esperienza o situazione, qualcosa di così doloroso come non ho mai provato, in cui nessuno può davvero accedere, che nessuno riuscirà mai a comprendere fino in fondo.
Come quel giorno che sono venuta a prenderti. Ho aspettato seduta per terra fino all’una e quaranta, certa che quando mi avresti vista saresti felice, mi avresti perdonata e abbracciata. Ma quando ho visto l’irritazione nei tuoi occhi ho comunque continuato a non capire. Quando mi hai afferrata per un braccio e mi hai trascinata via, infastidito, ho continuato a non capire e ancora adesso ogni tanto non capisco, non ci credo ancora. Mi hai detto che pensavi che non fosse più una buona idea continuare a stare insieme. Ma io ti avevo promesso che sarei migliorata, che sicuramente sarebbe andato tutto meglio. Semplicemente non era possibile. Tuttora penso che se quel mattino mi fossi svegliata e non avessi visto sorgere il sole, se mi avessero detto che ero stata adottata, che tutto quello che c’era intorno a me era solo una proiezione della mia mente, sarei stata meno scioccata. Non era semplicemente possibile. Non poteva essere che mi stavi lasciando. Mi ricordo me, in quella galleria in Via Moscova, che ti supplicavo di ripensarci, di darmi un giorno solo di prova, un’ora ancora insieme a te. Non riuscirei mai a spiegare a te né a nessun altro cos’è successo dopo. Non sono più riuscita a credere a nulla. Io ero sicura, al di là della morte, al di là della vita, al di là del sole, della terra e del mare che saremmo rimasti insieme per niente. Può sembrare assurdo, può sembrare scontato che una diciassettenne si faccia viaggi mentali di quel tipo, ma era qualcosa di più. Io la sentiva parte di me questa certezza, come fosse un mio braccio e una mia gamba. Nessuno si immaginerebbe di perdere un arto, non lo concepisce proprio. Non avrei mai voluto perderti. Chiunque penserebbe che una delusione d’amore capita a tutti, ma è stata la rottura, tra com’ero e come sono. Il mondo ha assunto sfumature diverse, colori diversi e per quanto io possa ora essere felice, allegra, aver capito tanto non riesco a liberarmi da questo stato mentale. Ho capito tante cose, fatto tante esperienze, ma al fondo di tutto c’è sempre quel momento, forse è per questo che non credo più a nessuno, che non mi lascio stupire da niente e da nessuno. E sai è tremendo, quando niente ti meraviglia più. Quando ti sembra di vivere senza sorpresa, senza stupore, pochi ormai riescono a penetrarmi realmente. Non lo permetto a nessuno, non voglio più che qualcuno si prende tutta me stessa e poi mi getti via. Adesso riesco a vedere il mondo in luce più positiva di prima, ma tu mi hai deluso ed è come se tutto l’universo che c’era che c’è che ci sarà mi abbia deluso. Ancora adesso aspetto di notte una tua telefonata, come se fossi partito per un lungo viaggio e dovessi prima o poi tornare. Sto bene, ormai, non c’è che dire. Ma non ho più il gusto di scoprire persone, cose, situazioni… A volte mi sembra di rimanere passiva ad aspettare quello che succede. Non ho più la forza neanche per scoprire il significato di quel momento. Per questo fingo, ho capito che ho acquisito la dinamicità e la duttilità per riuscire a farmi apprezzare da tutti… Quando parlo con qualcuno inevitabilmente nel colgo gli aspetti essenziali, capisco cosa vuole che faccia, cosa vuole sentirsi dire di me e senz’altro mi modello su quell’immagine. Mi trasformo nell’idea di quella persona, chissà mai, forse penso che se non sono IO quella mostro, non mi abbandonerà come hai fatto tu. O forse è una ricerca continua di conferme. Ormai è diventato un atteggiamento così spontaneo che neanche me ne accorgo, semplicemente porto al parossismo quello che diceva il buon vecchio Pirandello. Tanto che quando mi fermo a pensare non riesco più neanche a capire chi sono e perdo addirittura la certezza della mia esistenza. Dagli altri so cosa aspettarmi, da me a volte no. Divento così sfuggente e mutabile che non posso mai fermarmi. Non posso fermarmi perché devo sempre essere qualcuno, fare qualcosa che sia piacevole, divertente apprezzato da tutti. Chi si ferma è perduto. Così se mi fermassi dovrei forse scoprire realmente i miei difetti e i miei pregi, analizzarli e cercare di cambiarli davvero, non per finta quando mostro di me un’altra versione. Perché se piaccio a tutti in modo superficiale sarebbe come quando mi amavi tu per quella che ero. Non è la stesso, ma forse penso che sia un’approssimazione accettabile. Però non lo è… I rapporti falsi con le persone sono devastanti, da loro colgo tutto quello che posso cogliere, le analizzo, mi modello su di loro, faccio loro ottenere quello che vogliono e poi a volte sparisco. Sparisco perché non sopporto il peso delle illusioni che gli ho concesso. Ed inizio ad odiare su di me i loro difetti, a non tollerare più le loro esigenze e tutto quello che si aspettano da me. Forse se mi facessi accettare per quello che sono, sarebbe più facile anche accettare l’essenza imperfetta degli altri.

Come al solito ho mancato di esprimere con parole il nucleo di quello che ha significato quel momento. Spero che qualcuno possa capire tutto quello che c’è prima e che c’è dopo e che un attimo, non va giudicato come fatto che ha significato in se stesso, come una fotografia. Una fotografia che può esprimere solo le caratteristiche contingenti di quella particolare situazione, ma non ne esprime il reale significato. Un attimo è fatto di conseguenze, di precedenti, di , di idee, sensazioni, parole ed è così complesso che anche se vissuto da tanti ogni volta e per ogni persona ha un valore diverso. Un attimo non è mai banale, non è mai stato visto cento mille volte. Per chi ci passa attraverso, può rappresentare una vita o un intero cammino.


Aquilone senza vento.
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Inserito - 28/01/2003 :  19:48:56  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Aquilone senza vento.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Aquilone senza vento.
Non so se si tratta di destino, ma credo che la vita di ciascuno segua un filo.
Credo che ogni attimo della nostra esistenza abbia significato, un orizzonte di senso.
Spesso quell'attimo ci ha fatto soffrire, spesso non riusciamo a capire quello stesso attimo;
ma forse un giorno riusciremo a comprendere tutto, forse.
Ora so, che se quell'attimo non è andato come avremmo voluto e ci ha fatto male,
sarà stato solo per condurci all'attimo vero che non sapevamo ancora di voler raggiungere.

Spesso il cielo è coperto da nubi, basta ricordarsi, che anche se non la vedi,
oltre le nuvole, la luce delle stelle c'è sempre.

"Oltre le nuvole"

(Aquilone senza vento)

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Ohara
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Inserito - 29/01/2003 :  00:15:45  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Ohara  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Ohara
....beh Federica l'amore a 17 anni puo' esssere devastante come lo puo' essere se lo si prova dopo i 40 anni....o forse una differenza c'é che a 17 anni anche se il tuo amore era totale e devastante e ti sei sentita morire dopo la fine dello stesso hai tempo per dimenticare e credimi lo farai e tempo di trovare un altro grande amore...di trovare ancora il tuo entusiasmo..la tua voglia di provare altre cose

...dopo i 40 anni le cose sono diverse..quando provi un grande amore e questo finisce..ti trovi con l'animo spezzato come il tuo ma la salita é sempre + difficile e le speranze si affievoliscono sempre di piu'

..beata la giovinezza!

ScarlettOharacontantiricordi

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