Concerto di Sogni
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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 VALENTINE (la bambina che lo convinse a restare) 3
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renato.
Villeggiante


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Inserito - 30/01/2003 :  18:26:34  Mostra Profilo  Visita la Homepage di renato. Invia un Messaggio Privato a renato.
Era l’ora della ricreazione e come in tutte le scuole che si rispettino, c’era un fuggi fuggi di bambini in tutte le direzioni, un vociare che sovrastava ogni altro rumore un gruppetto di monelli stava canzonando Valentine: Femminuccia, fifona. Si sa, a quell’età le bambine sono una seccatura, loro stavano giocando alla guerra, un gioco da veri uomini, spade di legno, sassi, ma sassi veri che volavano in tutte le direzioni e alcuni rumori sordi facevano capire che qualche testa avrebbe avuto dei bernoccoli, Valentine detestava questi giochi, proprio la sua richiesta di smetterla aveva invogliato i maschietti a canzonarla. Visto che non c’era verso di farli smettere si allontanò per non rischiare di prendersi in testa qualche sasso vagante. Non vedeva l’ora di tornarsene a casa. Ancora un’ora di storia poi…. La maestra inizio a spiegare le guerre puniche. Ancora guerra? I libri di storia ne sono pieni, finita una sotto un’altra, sembra proprio che non si pensi ad altro. Valentine cominciava a sospettare di essere fuori del normale visto che non le piaceva nulla di tutto questo, i compiti per casa riguardavano il riassunto della lezione di storia e quindi per oggi non se ne sarebbe liberata. Mangiò con la sua famiglia e con continui sguardi di intesa tra lei e il suo papà e poi, come sempre, andò a fare i compiti. Alla fine giocò un po’ con il gatto rosso e nero che la veniva a trovare viaggiando per i tetti in tutta tranquillità, lo aveva chiamato Miaurizio, faceva le fusa, le graffiava le mani ma era di un buffo quando giocava con la palla…Venne ora di dormire e questa volta rimase un po’ ansiosa, era talmente eccitata al pensiero di addormentarsi che le ci volle molto di più del solito ma alla fine si addormentò ed il suo visino riprese la solita aria felice.
-Valentine… Valentine Svegliati!
-Oh eccoti finalmente! Saltò giù dal letto come se di colpo vesse preso fuoco il materasso,
posso andare su quella stella lassù? Posso?
-Non così in fretta Valentine, non ci siamo nemmeno salutati, ci vuole un po’ di armonia nelle cose e anche una certa ritualità sai?
-Oh! scusami ti prego e che proprio volevo… perdonami.
-Non c’è niente da perdonare disse la voce ridendo sommessamente, in cuor suo sapeva che era una bambina buona, doveva solo imparare a controllare un poco le sue emozioni. Dunque quale stella chiese?
-Quella lì, disse indicando con il dito, quella più grossa e brillante, e subito si affrettò a prendere la scala ma con sorpresa, nonostante gli sforzi per immaginarla più lunga, non era lunga abbastanza, arrivava si e no a un quarto della strada, rimase con un’aria interrogativa per dieci minuti buoni, il buon amico, divertito dalla sua espressione si mise a ridere.
-Che c’è di così divertente? chiese Valentine,
-Dovrai imparare una cosa nuova oggi rispose la voce sempre ridendo, più lontani sono i nostri desideri più adeguati devono essere i propri mezzi. Oggi imparerai a volare, ora dammi la tua mano.
-Ma come faccio a dartela se posso solo sentire la tua voce ma non ti vedo?
-Suvvia Valentine! Usa la fantasia. Valentine allora porse la sua mano destra e si aggrappò ad una mano immaginaria, in fondo non era molto diverso da appoggiare la scala sulla luna e si preparò a decollare ma quando vide le automobili nella strada giù in fondo che sembravano formiche le vennero le vertigini ed ebbe paura.
-Ci sono dei momenti in cui si può solo credere Valentine, non sempre gli obiettivi sono alla portata di mano e ben visibili sai? Bisogna avere fiducia
-Si si disse titubante, ma intanto guardava giù e faceva un passo avanti poi uno indietro.
-Coraggio! ti aiuterò io.
-Beh!…. So che sei una voce buona e non mi farai del male disse con la voce e le gambe che tremavano come foglie al vento poi fece un passo avanti, chiuse gli occhi e andò.
-Stò volando, guarda sto volandoooo! Sembrava fosse nata per fare solo quello tant’era brava, faceva picchiate, girava intorno ai camini, sopra un tetto scorse anche Miaurizio che le rivolse spaventato un miagolio di sorpresa, scese a pelo dei tetti delle auto poi risalì in alto sempre più in alto e la città diventò piccola e piena di luci tanto che sembravano confondersi con le stelle.
-Mi sembrava volessi andare su quella stella lassù, disse la voce che si stava divertendo un mondo nell’ osservare Valentine.
-Si si, stavo solo facendo un po’ di pratica, sai, non capita mica tutti i giorni di volare così senza le ali. Poi la voce e la sua piccola nuova amica, che ormai aveva padronanza dei suoi movimenti, si avviarono verso la stella prescelta. Il cammino fu molto lungo e intanto passarono il tempo chiaccherando.
-Parlami della lezione di storia di oggi?
-E tu come lo sai? chiese Valentine, ah già rispose più che a se stessa che a lui, tu ci sei sempre. Ma ora vuoi che parli di questa cosa che mi ha rattristato? Proprio ora che sto.. imparando a volare?
-Sono pensieri che meritano una risposta non credi? Disse la voce
-Si, forse si, disse Valentine sospirando, c’è sempre una guerra da qualche parte e sembra che quando non c’è, gli uomini stiano sulle spine e non vedano l’ora di farne un’altra.
-La guerra Valentine, è un altro aspetto della menzogna, anch’essa si fa per paura di perdere il proprio potere sugli altri, quando ci si sente minacciati o quando si finge di sentirci minacciati.
-e anche in questo caso dici che se l’uomo imparasse ad ascoltare il cuore non farebbe più guerre?
-Già, fanno le guerre per conquistare qualcosa ma se ascoltassero il loro cuore capirebbero che non c’è niente da conquistare, è già tutto loro, ogni cosa nell’universo è già nelle loro mani.
-Ma si uccidono! Si ammazzano veramente! Non lo fanno per gioco, intere popolazioni vengono sterminate e chi vince diventa pure un eroe, i libri di storia li definiscono grandi uomini. Tu hai una spiegazione per tutto, hai ogni volta una risposta per spiegare un maniera buona ciò che buono non è…
La voce l’ascoltava perplesso, Non è più una bambina pensava, ma non le posso spiegare tutto, solo scoprendolo da sola lo capirà.
- ma l’uomo non è cattivo? chiese infine Valentine. Ci fu una lunga pausa, tanto lunga che questa volta Valentine si aspettava di sentire una risposta diversa, ma la voce disse: No,… non lo è, credimi sulla parola Valentine, ma non te lo posso spiegare, il tuo compito da oggi in poi, sarà quello di scoprire perché non lo è.
-non è mica un compito facile per una bambina
-Forse più di quello che credi Valentine, ogni medaglia ha il suo rovescio, ogni cosa ha il suo lato positivo, trovarlo è un gioco entusiasmante.
-mi fido di te e lo farò.
Così chiaccherando, quasi senza accorgersene arrivarono sulla stella, atterrarono in un morbido prato, c’era una luce fortissima, tutti i colori erano brillanti e le cose sembravano un po’ sfuocate come se brillassero di luce propria, l’erba sembrava un tappeto di smeraldo luminoso e Valentine riacquistò in un baleno la sua gioia, si mise a correre sull’erba fece una capriola dietro l’altra, annusò tutti i fiori profumati che incontrava e poi ansimante per il troppo correre si lasciò cadere sull’erba a braccia spalancate guardando il cielo di un azzurro intenso, limpido come un leghetto di montagna, aveva in sé una felicità che non aveva ancora provato, sembrava non avesse limiti e allargando le braccia le sembrava di abbracciare l’universo intero.
-perché non ti fai vedere? Voglio abbracciartiiiii, gridò Valentine al vento e il vento portò il suo grido con se, lo consegnò all’eco che lo fece rimbalzare in ogni luogo.
La voce l’osservava, vedeva un piccolo essere umano che si fondeva con l’universo, non cercava di sovrastarlo ma ne era parte integrante, tutto ciò rispettava il progetto iniziale per cui era stato creato, il suo cuore si riempì di gioia ma nel contempo si intristì, possibile che fosse costretto a rivedere le sue decisioni? possibile che si fosse sbagliato fino a questo punto?, per la prima volta nella sua lunga vita fu assalito dai dubbi e per la prima volta nella sua vita diventò triste perché non sapeva cosa fare.
-Voglio abbracciartiiiii! Gridò ancora Valentine al vento, e il vento portò il suo grido con se, lo consegnò all’eco che lo fece rimbalzare in ogni luogo.
Come risposta ci fu solo un soffio che le mosse i capelli, qualche goccia di pioggia cadde sul suo viso, eppure…. non c’era nemmeno una nuvola in cielo, poi l voce disse:
-Lo stai già facendo Valentine, rispose la voce con un tono di triste dolcezza. Senti… prosegui, è venuto il momento di partire per me ora. Tutto sembrò svanire, il sorriso volò via come un passero spaventato dalle labbra di Valentine e senza nemmeno riuscire a parlare cominciò a piangere e poi piangere ancora che tutto il prato, in sintonia con le sue lacrime si riempì di rugiada.
- Non piangere Valentine, te l’ho detto la prima volta che c’ incontrammo ricordi? Ti dissi che ora non c’è più bisogno di me qui. Dopo una lunga riflessione sciolta in mezzo alle lacrime Valentine parlò:
- Ma…. Se…. tra tutte le persone del mondo ce ne fossero mille che hanno bisogno di te….. tu resteresti? Chiese singhiozzando
- Per amore di questi mille, io resterei.
- E se ce ne fossero solo cento tu resteresti?
- Per amore di questi cento io resterei.
- E se ce ne fossero solo dieci tu resteresti?
- …..Per amore di questi dieci io resterei.
- E se ce ne fosse solo uno? Ci fu una lunga pausa, ancora il vento le mosse i capelli e caddero delle grosse goccie di pioggia pur non essendoci nemmeno una nuvola
- Per amore di uno…. Io resterei
Allora ti prego…. il mio papà ha bisogno di te, ti prego… resta per lui, è l’uomo più buono del mondo e saprà ringraziarti.
Un’arcobaleno comparve ne cielo, un’arcobaleno che sembrava proseguire oltre l’universo, Valentine iniziò a camminarci sopra e lentamente si avviò verso casa.
Resterò la rassicurò la voce, e altre grosse gocce di pioggia caddero dal cielo pur non essendoci nessuna nuvola.
La luna era alta e grande nel cielo, Una compagnia di grilli faceva festa in un parco ballando, cantando e suonando mentre in una piccola stanzetta in una mansarda
Valentine dormiva profondamente, il suo frinire si univa a quello dei grilli come se nel sogno anche lei facesse parte della festa.


   
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