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 La fata dei libri
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Cri
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Inserito - 29/12/2005 :  11:35:03  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Cri Invia un Messaggio Privato a Cri
La fata dei libri

In un tempo lontano lontano, ai confini del mondo reale esisteva un magico paese in cui vivevano fate e folletti. Le prime erano come piccole farfalle colorate, con splendide alucce trasparenti e i corpi ornati di foglie variopinte. I secondi erano vispi nanetti che saltavano di fiore in fiore rincorrendo le leggiadre fatine. Era un mondo di giochi spensierati, dove il sole brillante e la pioggia sottile regalavano spettacolari arcobaleni e le acque cristalline dei fiumi scorrevano attraverso prati e boschi, un mondo dove tutti vivevano in allegria e serenità.
Un giorno, però, avvenne una cosa incredibile. Gli abitanti del mondo reale, gli uomini, riuscirono a trovare un varco nel paese delle fate e vi entrarono. Inizialmente furono così sorpresi che rimasero estasiati a guardare il brulicare dei piccoli esseri festosi, poi si avvicinarono e cercarono di prenderne uno. Ma i folletti e le fate erano molto più veloci degli uomini e non si facevano prendere, anzi per loro era un gioco ancora più divertente, perché era la prima volta che vedevano gli uomini e gli sembravano dei goffi e buffi giganti. I piccoli abitanti del mondo incantato non conoscevano il male, l’astuzia, l’avidità, ma gli uomini sì, e quello che era cominciato come un gioco si trasformò in una caccia in cui gli uomini divennero feroci predatori. Muniti di reti di tutte le dimensioni cominciarono a catturare prima le fatine e poi i folletti. Poco per volta occuparono i boschi, i prati e i fiumi e li depredarono dei loro felici abitanti. Per molti secoli le fate e i folletti rimasero chiusi in piccole gabbie, tenuti in bella mostra nelle case degli uomini ricchi e potenti come vivaci oggetti da collezione, ma col tempo le piccole ali delle fatine cominciarono ad indebolirsi e i folletti non saltavano più. Gli uomini pensarono allora che ormai non erano più belli come soprammobili ed aprirono le gabbie per gettarli via. Fu in quel momento che l’aria entrò con tutta la sua forza, l’energia della vita si fece risentire e d’un tratto, tutti insieme, in milioni di case di tutto il mondo, le fatine ed i folletti ripresero a volare e a saltare e corsero via come il vento. Gli uomini rimasero di stucco e credettero di essere stati ingannati. Infuriati ripresero le antiche reti ed andarono in cerca delle loro prede. Ma ormai era tardi, tanto tempo passato in prigionia aveva insegnato ai piccoli esseri incantati che la libertà è un bene prezioso e si nascosero nei posti più incredibili, dove nessun uomo poteva trovarli.
Tra le piccole fatine ce n’era una di nome Buki che per tanti anni aveva vissuto nella gabbia di un caro vecchio signore che l’aveva curata e tenuta come un prezioso gioiello. La sua gabbia era nella grande biblioteca dell’anziano uomo e questi, ogni sera, prendeva un libro e leggeva poesie o brani di romanzi ad alta voce per allietare l’anima della piccola fatina. Il giorno in cui le gabbie si aprirono Buki scappò via e si unì alle sue amiche che fuggivano dalle altre case. Andò lontano dalla biblioteca, alla ricerca di un posto di pace dove vivere insieme al suo antico popolo. Era felice, eppure la sera sognava sempre il vecchio signore e i suoi libri. Passò qualche anno, ma Buki la sera faceva sempre lo stesso sogno, fino a che, un giorno, decise che doveva vedere come stava quell’uomo che con lei era stato, a modo suo, tanto buono. Tornò in città, cercò la casa ed entrò piano piano da una finestra lasciata aperta. L’anziano signore era sempre lì, sulla sedia, nella biblioteca, con un libro in mano, chiuso. Era triste, da quando Buki era andata via non era più riuscito a leggere una riga dei suoi bellissimi libri e stava ore ed ore seduto senza fare nulla. Ormai era diventato molto vecchio e presto avrebbe raggiunto i suoi avi nel grande regno della luce, ma non era sereno perché da quando Buki era fuggita si era reso conto che per anni era stato un egoista. Aveva tenuto prigioniera quella fantastica fatina per non restare solo e, anche se le voleva bene e ogni sera le leggeva uno dei suoi magnifici libri, lei doveva essere molto triste perché non era libera. Il rimorso era grande e provava una gran pena verso se stesso. Mentre il vecchio pensava a tutto questo, Buki volò leggera vicino alla sua poltrona, gli sfiorò una mano e si posò su uno dei braccioli. Quando il vecchio la vide trasalì, non poteva credere ai suoi occhi, Buki era tornata. Era così felice che si alzò di scatto, facendo cadere il libro a terra e cominciò a saltellare arzillo per tutta la stanza gridando “Buki è tornata, Buki è tornata!”. Dopo alcuni minuti tornò alla poltrona e prese delicatamente la fatina nel palmo della mano mentre una lacrima di gioia gli bagnava il volto. Buki era commossa, solo allora si rese conto di quanto quell’uomo le fosse mancato. Certo, le aveva tolto la libertà, ma le voleva anche un gran bene. Ora entrambi avevano capito che l’affetto non ha bisogno di gabbie e che volersi bene è talmente bello che persino un essere umano ed una fata possono vivere l’uno accanto all’altro liberi e felici. Da quel giorno Buki andò a trovare il vecchio ogni sera, ed ogni sera il vecchio leggeva a Buki una storia diversa. Poi, un giorno, l’anziano signore salutando Buki dopo la lettura quotidiana, le disse che l’indomani non ci sarebbe stato, era finalmente arrivato il momento di raggiungere i suoi cari nel regno del sempre e del mai e ne era contento, perché ora aveva il cuore in pace e felice grazie alla sua adorata fatina Buki. Si salutarono colmi di gioia scambiandosi lacrime e sorrisi. Buki, allora, decise di fare un ultimo dono al caro vecchio signore e gli promise di prendersi cura lei dei suoi amati libri e di tutti i libri del mondo. Così dicendo cominciò a volare vorticosamente in mezzo ai libri pronunciando parole magiche. I libri si aprirono e si richiusero e così avvenne in tutte le librerie del mondo. In pochi secondi Buki radunò tutte le sue energie di fatina e compì l’incantesimo. Poi tornò la calma. Il vecchio era allibito, non aveva mai visto nulla di simile. Buki gli andò vicino e gli disse di prendere un libro, uno qualunque. Il vecchio ne prese uno grosso, che non aveva quasi mai aperto perché era pesante e anche un po’ noioso. Cominciò a sfogliarlo e a leggere qualche riga e più leggeva più continuava a leggere, era come ipnotizzato dalle parole del libro, non riusciva a smettere. Buki si posò sorridendo sulle pagine del libro e il vecchio la guardò con aria stupita. L’incantesimo era riuscito, in ogni pagina di ogni libro c’era il sorriso di Buki, la sua felicità, la leggerezza delle sue ali, la libertà del suo volo. In ogni libro del mondo c’era un pizzico di magia fatata che lo avrebbe reso speciale, un fedele compagno nel lungo cammino della vita degli uomini.
Ancora oggi, aprendo un libro, si sente un piccolo fremito nel cuore, sono le ali di fata che sbattono allegre perché sta incominciando una nuova avventura ed un altro cuore vivrà dell’amore che la lettura aveva consacrato tra un vecchio signore ed una graziosa fatina.

   
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