Concerto di Sogni
Main sponsor: Ideal Gomma Sport Sas
Think and Make It!

Remember Nassiriya : Appendete una bandiera ai vostri monitor Concert of the World: English Version



 Home   Elenco Autori   Forum:Elenco Argomenti   Eventi attuali e storici    Le prime pagine   Link  
Utente:
 
Password:
 
Salva password Dimenticata la password?
 
 tutti i Forum
 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 Il Soffio del Drago
 Versione per la stampa  
Autore Tema Precedente Tema Tema Successivo  
luisa camponesco
Curatore


Italy
1907 Inseriti
385 Gold
2262 Punti Rep.
Inserito - 02/12/2005 :  17:02:06  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Il soffio del drago

Il capitano Dik Pepper scese dalla scaletta del suo ricognitore, il ritorno da una missione era sempre eccitante, ma questa volta era diverso, questa volta la preoccupazione traspariva dal suo volto. Doveva incontrarsi con una delegazione rotulana nell’orbita Dehlos V, ma al rendez-vous, non c’era alcun vascello, solo una massa di detriti. Ad una analisi spettroscopica i rottami risultavano appartenere, per l’appunto, alla nave che dovevano incontrare.
- Capitano Pepper a rapporto! – Dik si presentò all’ingresso della Sala Tattica.
- Capitano! Entri! – nella sala era presente l’intero Stato Maggiore della flotta astrale ed anche l’ambasciatore rotulano.
- Capitano, penso che lei si renda conto della delicatezza della questione, i rotulani ci stanno accusando di aver violato la tregua e distrutto una loro nave, ora tutto dipende da quello che lei ci dirà.
Il mormorio si spense e tutti attesero ciò che avrebbe detto Dik.
- Signori! – si raschiò la gola – Signori, con il mio ricognitore, lo Spirit, e il mio equipaggio composto da dieci elementi altamente qualificati…..
- Venga al dunque capitano!
- Si, ci stavo arrivando, come da ordini ricevuti, abbiamo inserito le coordinate trasmesseci proprio dai rotulani, siamo giunti con un ritardo, di parecchi micron a causa di una tempesta di neuroni, e quando siamo giunti sul luogo dell’appuntamento abbiamo trovato i frammenti che si sono poi rivelati appartenere alla nave rotulana. Tutto è registrato nel giornale di bordo.
- Ma lei si è fatto un’idea di cosa possa essere accaduto?
- La nave è stata letteralmente disintegrata, nessuna arma fin’ora conosciuta può aver causato un simile disastro, in primo momento avevo pensato ad un meteorite, ma c’erano tracce radioattive, quindi si è tratto di un’arma di potenza inaudita. Noi non possediamo una simile tecnologia, può essere che qualcuno l’abbia sviluppata e la stia usando…
- Tutte scuse! – sbraitò l’ambasciatore rotulano – state coprendo l’ingiustificato e deliberato attacco ad una nostra nave.
- Mi creda ambasciatore – intervenne l’ammiraglio Lloyd – non siamo così sciocchi da rischiare una guerra fra i nostri mondi mentre sono in atto trattative di collaborazione che servirebbero ad entrambi nostri governi. Anzi dobbiamo cercare insieme la soluzione del mistero.
La seduta si animò, i rotulani non erano convinti e si temeva il peggio quando, l’ammiraglio ricevette una comunicazione importante. Il volto divenne scuro e le discussioni si placarono.
- Signori! Ho avuto in questo momento la notizia che un nostro mercantile, l’Ausonia, è stato distrutto. Le informazioni sono ancora frammentarie, date le circostanze, sono costretto a lasciare la riunione. Capitano Pepper mi segua! – l’ammiraglio uscì dalla sala seguito dal capitano e dall’ufficiale alle comunicazioni.
Percorsero il corridoio nel più assoluto silenzio prima di raggiungere la sala delle trasmissioni.
Gli ufficiali addetti si alzarono in piedi all’apparire dell’ammiraglio.
- Allora ci sono altre novità? – chiese Lloyd
- Ammiraglio, stiamo sondando lo spazio circostante, ma non c’è nulla, l’Ausonia si è come dissolta.
- Approntate una nave e inviatela sul posto, Pepper, lei sarà al comando della spedizione. Si prepari!
- Signore! Posso scegliere io l’equipaggio?
- Faccia come vuole, capitano, ma mi porti delle risposte.
Dik lasciò, in tutta fretta l’ammiraglio Lloyd per dirigersi all’hangar 31, all’ufficiale responsabile del settore consegnò un elenco.
- Voglio queste persone qui entro un ora al massimo. – il tono della voce fece scattare il giovane che si allontanò di corsa. Dik si diresse poi al settore armamenti con un elenco ancora più lungo.
All’ora stabilita tutti quelli segnati nella lista si erano presentati.
- Deve esserci in ballo qualcosa di grosso. – Costantin Cassel specialista in comunicazioni si rivolse all’amico Marc Bisset capo della Sicurezza.
- Non saprei cosa dire aspettiamo Pepper.
Dik arrivò quasi subito e radunò tutti in una saletta attigua all’hangar 31.
- Ci conosciamo, quindi possiamo saltare le presentazioni e passare al dunque. Vi ho scelto perché ognuno di voi è uno specialista nel proprio settore e non solo, ma abbiamo lavorato insieme in più d’una occasione io so come lavorate e d’altro canto voi sapete come lavoro io. Mi è stato affidato un incarico della massima importanza i cui particolari vi saranno forniti man mano ci avvicineremo all’area della operazione.
Un mormorio si diffuse fra i presenti non per quanto aveva detto il capitano ma per l’arrivo di un Sok . I Soks non erano umani, abitanti di un lontano pianeta, assomigliano molto a degli enormi polipi e la loro vista suscitava una sorta di ribrezzo e di timore poiché erano anche telepatici. Era stata combattuta una lunga e sanguinosa guerra fra le due specie, non c’era stato un armistizio vero e proprio, ma la tregua reggeva da almeno cinquant’anni terrestri.
- Cosa ci fa lui qui? – Bisset aveva già la mano sull’arma
- Calma! L’ho voluto io! Dobbiamo risolvere un mistero, sta accadendo qualcosa di terribile e inspiegabile abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.
- E chi mi dice che non siano proprio loro gli autori di questi fatti! - intervenne Cassel
- Perché questo problema ora riguarda anche loro. La distruzione delle navi coinvolge adesso molti pianeti. Ecco perché, oltre voi, sulla nave che sarà presto approntata, dovrete convivere con rotulani e palassiani. Ciò che conta è capire chi è il nemico.
- Possiamo cavarcela benissimo anche senza di loro.
- Non in questo caso Cassel e comunque queste sono le mie disposizioni, se non vi vanno siete liberi di andarvene.
Il mormorio si fece più insistente ma Bisset parlò a nome di tutti.
- Capitano, noi la seguiremo ovunque lei andrà.
- Ne ero certo ed ora ai vostri posti, si parte.

L’attività divenne frenetica, tutto doveva essere fatto nel migliore dei modi e anche di più. La nave, il Palmira fu attrezzata di viveri, armi tattiche, dei più avanzati strumenti di rilevazione e antimateria, ma il tempo era la sola cosa che non potevano perdere.
Squadre di addetti si prodigarono per mettere la nave in condizioni di lasciare l’orbita cosa che avvenne all’ora stabilita.

- Coordinate inserite signore!
- Ci porti fuori tenente! – Dik in plancia osservava il pianeta rimpicciolire nell’oblò

Il viaggio per raggiungere la meta comportò alcuni problemi di convivenza fra le varie razze.
- Capitano una rissa in armeria.
- Capitano ci sono problemi nella zona ristoro.
In ogni momento c’erano questioni da risolvere e Dik doveva mediare finché non si accese la luce gialla e suonò il preallarme, allora tutto si placò.
- Capitano, abbiamo captato un segnare di soccorso per alcuni secondi, e poi più nulla.
- Timoniere, ci porti sul luogo, Harrison, comunichi all’equipaggio che siamo entrati nella “fase uno”
Nella nave si udiva solo un lieve ronzio, tutti fissavano i loro monitor in attesa di ordini. Il Palmira si avvicinò al luogo della chiamata, una serie di rottami e detriti apparve in lontananza e poco dopo il ruggito di un palassiano comunicò che la nave era un loro mercantile.
Non c’erano più dubbi, qualcosa o qualcuno stava deliberatamente distruggendo tutto quanto si trovava sul suo cammino.
I palassiani si riunirono in una saletta per piangere i loro morti ed il Sok si presentò in plancia, Harrison tentò di reprimere una smorfia di disgusto senza riuscirvi.
- Capitano, abbiamo visite!
Dik stava per dire “s’accomodi” ma si trattenne, infatti i Soks, per la loro fisiologia, non sono in grado di sedersi.
- Mi dica! – disse Pepper attraverso il comunicatore multilingue.
- Nei ricordi delle mia specie – rispose il Sok - è già accaduto qualcosa di simile molti eoni fa. Poiché l’attacco è avvenuto da poco dovreste rilevare le tracce di chi lo ha causato.
- Stiamo già facendolo, ma è importante quello che mi ha appena detto, se dovesse ricordare dell’altro venga immediatamente in sala comando.
Il Sok alzò un tentacolo in segno di saluto verso Pepper e lanciò un nuvoletta maleodorante verso Harrison.
- Capitano, ma come fa a sopportarlo? Ha visto cosa mi ha fatto?- sbottò Harrison mentre si tappava il naso.
- Ci serve Harrison! Se ne faccia una ragione e per il resto se lo meritava.
La battuta fece sorridere tutti gli ufficiali presenti che, nonostante la gravità del momento, incominciarono a scherzare.
Poco dopo.
- Capitano sono arrivati i risultati dell’analisi spettrometrica. C’è una scia energetica appena visibile, ma si dissolve rapidamente.
- Seguiamola, massima velocità ai motori.
Il Palmira ebbe un’impennata e scomparve fra le stelle.

Il Sok tornò in plancia e Dik comprese che la soluzione era vicina. La tensione era al massimo e quando la nave rallentò….
- Capitano! Rilevo qualcosa a ore sei.
- Vediamola!
Era là, sospesa nel vuoto, una sfera dai riflessi verdastri, all’apparenza innocua ma dagli effetti letali.
- La mia razza rischiò l’estinzione – incominciò a raccontare l’alieno – non è facile tradurre nella lingua degli umani in cosa consiste, ma la frase che più gli somiglia è “Soffio del Drago” qualsiasi oggetto, nave o pianeta che entri nel suo raggio d’azione viene frantumato.
- Si tratta di un’arma? – chiese Cassel
- Non fu costruita come arma – continuò il Sok – all’inizio era solo uno strumento per estrarre il minerale.
- Allora cosa è successo? – fu la volta di Dik fare domande.
- Una tempesta magnetica ha cancellato la memoria dal suo data base, per cui tutto ciò che incontrava lo scambiava per una miniera estrattiva.
- Come fa a sapere tutte queste cose? – la voce di Harrison era più acuta del solito.
Il Sok tacque, i tentacoli quasi non lo sorreggevano.
- Lo so perché è stato il mio popolo a costruirla.
- Mi faccia capire – intervenne Dik – se siete stati voi a costruirla, perché non l’avete distrutta?
- Abbiamo provato, ma senza successo, poi è scomparsa nell’universo e fino ad oggi nessuno ne ha più saputo nulla.
Di nuovo il silenzio, tutti riflettevano su quanto avevano appena udito. Pepper tamburellava con le dite sul bracciolo della poltroncina.
- Come la fermiamo quella cosa là?
- Non si può fermare, qualsiasi cosa le si avvicini viene disintegrata. – rispose il Sok
- No! Non lo accetto un modo ci deve pur essere, e noi lo troveremo.
Appena il Sok se ne fu andato Dik radunò tutti gli ufficiali tattici ed espose il suo piano.
- Sappiamo che disintegra qualsiasi cosa gli si avvicini. Bene allora facciamola lavorare. Bisset! Harrison.! Cassel! Lanciate verso il Soffio del Drago tutti gli oggetti non indispensabili.
- Ma capitano…..
- È un ordine!
Vennero aperte le paratie e una miriade di oggetti delle più svariate dimensioni fu lanciata verso la sfera.
- Fate attenzione a ciò che accadrà e non trascurate nemmeno il più insignificante dettaglio.
All’avvicinarsi degli oggetti, la sfera divenne luminosa ed incominciò ad eruttare una sostanza rossastra e distruggere tutto ciò che entrava nel suo raggio d’azione.
- Signori! Ho bisogno di risposte, prima che si accorga di noi.
Le strumentazioni lavoravano a pieno ritmo. Fu Bisset a rompere gli indugi.
- Un dettaglio ci sarebbe. La sfera non riesce a distruggere oggetti di dimensioni superiori ai tre metri quadrati.
Questa rivelazione lasciò tutti sorpresi.
- Fammi capire Bisset! Se si avvicina qualcosa di dimensioni inferiori ai tre metri quadrati, non viene colpito?
- Esatto!
- Chiamate il Sok!
Appena l’alieno arrivò in plancia Dik lo interrogò.
- Cosa lo potrebbe distruggere? – chiese indicando la sfera
- Non esiste nessuna arma.
- Nemmeno l’antimateria?
Il Sok tacque
- Si! Ma perché sia efficace dovrebbe essere posta molto, ma molto vicino.
- Vuol dire cacciargliela in gola! – ribatte Dik
- Umanamente parlando, si!
- Grazie può andare.
Si rivolse a Cassel.
- Non perdiamo tempo, andiamo a servirgli il dessert.
Nell’hangar di servizio Dik Pepper si preparava per la missione più importante della sua vita.
- Sei sicuro di volerlo fare? Sei il capitano, il tuo posto è qui!
- Sono sicuro! Ti lascio il comando, la nave è tua! – lo disse con un tono deciso mentre infilava il casco sulla tuta.
Cassel gli fissò sul petto, delicatamente, la bomba antimateria, gli batté una mano sulla spalle ed uscì per iniziare la fase di decompressione.
Dik si trovò a nuotare nello spazio più nero che avesse mai visto, lottò contro la sua agorafobia, e si diresse, senza esitazione verso la sfera.
I pensieri più disparati passano nella mente dell’uomo quando vede la morte avvicinarsi. I momenti belli vissuti, e chissà perché quelli tristi si scordano, le avventure, i compagni di viaggio… dette un’occhiata al Palmira, mentre si avvicinava all’obiettivo.
La sfera dondolava dinnanzi a lui, pensò che vista da lontano poteva sembrare una decorazione natalizia, già il Natale non lo rammentava quasi più, solo ricordi sfocati della sua infanzia.
Sganciò la scatola che portava sul petto e la fissò sulla parete trasparente, per un istante gli parve che il Drago aprisse un occhio per osservarlo, solo immaginazione, pura e semplice immaginazione.
Gli restava poco tempo, una volta attivata la bomba, doveva accendere i razzi propulsori inseriti nella tuta per allontanarsi a distanza di sicurezza, sempre che ci fosse una distanza di sicurezza.
Il pulsante non funzionò e i razzi non s’accesero, ormai era questione di secondi, riprovò nulla.
Dal Palmira l’equipaggio seguiva col fiato sospeso tutta l’operazione
- Dik! Per l’amor di Dio sbrigati! – mormorò Cassel
Una vampata, l’universo prese fuoco, un’onda d’urto colpi la nave, molti caddero ferendosi ma la scossa provocò solo lievi danni alla struttura. Una lieve luminescenza, apparve dove prima c’era la sfera, tutto pareva immobile tranne un puntino che si muoveva in direzione del Palmira.
- E’ PEPPER! – urlò Harrison
- È Pepper, è Pepper … - da ogni parte si gridava il nome del capitano
Il puntino si ingrandì per prendere la forma umana. Harrison dalla contentezza abbracciò un tentacolo del Sok che si ritrasse inorridito.
- Vado alla camera di decontaminazione, avvisate l’infermeria che stiamo arrivando. – Cassel lasciò la plancia.

°°°°

Dopo tanto tempo nella sala ristoro riecheggiarono le risate davanti ad un drink. Rotulani, palassiani Soks e umani, parlavano tutti insieme in un caleidoscopio di suoni, solo lui Dik Pepper se ne stava in silenzio a fissare le stelle al di là di un oblò.
- Ma cos’ha il capitano? – chiese un giovane sottotenente
- Sta pensando – gli rispose Cassel mentre si avvicinava a Dik.
I due amici ammirarono lo splendore di quel universo che era anche la loro casa.
Una casa sicura ora che il Drago era stato sconfitto.







Luisa Camponesco

Edited by - luisa camponesco on 04/12/2005 20:08:43

   
Clicca qui per la scheda generale dell'autore
Altri testi dello stesso autore
Tema Incorniciato Malessere
Tema Alice , nuova iscritta
Tema Incorniciato Dove finisce l'arcobaleno
Tema Incorniciato Il mio autunno 
Tema I miei micini
Tema Incorniciato La seconda luna 
Tema Rieccomiiiiiiiiiiiiiiiii
Tema E' finitaaa
Tema Incorniciato La biblioteca
Tema Incorniciato Deserto
Tema Bilancio
Tema Mostre a Brescia
Tema Florida
Tema 5 Giugno
Tema Incorniciato Desiderio
Tema Sotto attacco....
Tema Incorniciato Una sera, un incontro
Tema Incorniciato Pioggia d'estate
Tema Incorniciato Condor
Tema Quella panchina vuota
-----------------------------------------
Vai a:

Pagina Caricata in :1,83
Imposta come tua pagina di avvio aggiungi ai favoriti Privacy Segnala Errori © 2001-2021 Concerto di Sogni - B.A. & R.M MaxWebPortal Snitz Forums Go To Top Of Page