Sapete che i colibrì hanno bisogno di svernare al caldo, e così anche io ho approfittato del ponte chiedendo un bel po’ di ferie arretrate. Beh, ora non state ad arrovellarvi sulla stranezza che anche i colibrì lavorano. Io trovo molto più bizzarro piuttosto che qualcuno li abbia assunti!! Ad ogni modo, sono riuscita ad emigrare dalla città senza portarmi dietro quasi nulla, per godermi la bellissima natura di paesaggi marini che in questo periodo sembrano ancora luoghi inesplorati. Lavoro, computer, Internet, tutto lasciato a casa... l’automobile era praticamente vuota...ehm... escludendo le tre valige colme di vestiti, ma insomma, che volete? Non sapevate che i colibrì mutano piumaggio in primavera? No? nemmeno io! Però ho voluto pensare ad ogni evenienza, sono previdente io!

Ma il vero e segreto motivo per cui ho abbandonato (quasi) tutto a casa era di trovare un po’ di tempo per ascoltare di più me stessa e cercare cose più essenziali. Sono momenti che capitano a tutti, anche ai più forti, ai più belli, ai più intelligenti, perfino, che ne so? a Michael Jackson, Carlo Rubbia, Trapattoni, Sean Connery (lui poi non l’hanno riconosciuto nemmeno all’anagrafe!) E così, dopo aver sfinito l’addetto dell’ufficio oggetti smarriti che giura di non riuscire proprio a trovare quello che gli chiediamo, uno cerca di ritrovare se stesso in altre maniere. Bah, alla fine bisogna sempre arrangiarsi con questi servizi scadenti!

Riuscì il colibrì a ritrovare se stesso? Sicuramente la vacanza gli ha giovato. Eppure, stranamente era tornato a casa malinconico, più silenzioso del solito. Tutti al vederlo rientrare così pensarono che dipendesse dal fatto di dover tornare a lavorare. Macché! Anzi, era ben contento di quel lavoro - e francamente, amici, dove lo trovava un altro datore disposto a salariare un pennuto, di questi tempi??? –

No, era così ridotto per altre strane ragioni, difficile districarsi nella mente di un volatile, hanno sempre la testa per aria! E ora, quanti giorni taciturni si sarebbero susseguiti prima di vedere uno spiraglio di luce su quel faccino? Non per altro, ma i familiari costretti alla convivenza coll’imbronciato colibrì cominciavano a preoccuparsi.

E poi che successe? mah, sapete alle volte nei film gialli come la soluzione viene fuori quasi in modo naturale lasciando però tutti sorpresi, anche se per l’ennesima volta si viene a scoprire che è stato il maggiordomo? Una ovvietà che tuttavia sorprende e ci fa uscire dalle sale contenti.

Ecco è successa una cosa del genere. Il colibrì aprì la mailbox senza nulla aspettarsi e lesse tre righe di un messaggio pieno di ironia e gioia e poi aprì Concerto e ritrovò la stessa gioia ed ironia. Ed accadde che quella luce lo contagiò al punto tale da fargli tornare la voglia di ridere e perfino di scrivere! Non è un miracolo questo? Intendo: non è un miracolo che un colibrì scriva?!?

Ah, ragazzi, vorrei comunicare a tutti questa bella sensazione e vorrei festeggiare il mio misterioso benefattore innalzandogli un monumento qua, nella piazza principale di Concerto di Sogni. Come dite? Che i monumenti sono roba superata? Che prima o poi vengono abbattuti e nel migliore dei casi si trasformano in toilette per i piccioni? E che, soprattutto, è una cosa che si addice troppo ai dittatori? Ecco! ci siete!