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 L'infinito di G. Leopardi - emozioni
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marcello ravasio
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Inserito - 15/10/2004 :  01:14:15  Mostra Profilo  Visita la Homepage di marcello ravasio Invia un Messaggio Privato a marcello ravasio
Quando si dice "bisogna affrontare le cose sempre con animo predisposto!".
Ebbene quella sera, rientrando a casa, non ero propio ne' predisposto, ne' tantomeno bendisposto.
Traffico folle, mal di pancia, raffreddore e "CARTA SI", clonata ed utilizzata
in Cso BAires, dai "soliti ignoti" per acquistare una decina di cosucce da 800euro.
Mi trascino sino al pianerottolo, con le ultime forze spalanco la porta, mi butto per terra e, dal pavimento mi arriva la vocina di Andrea:
-sei tu papi??? (chi altri puo' cadere per terra in quel modo??)-
-mi manca l'ultimo compito: il commento alla poesia "L'INFINITO" del leopardo!-
Del leopardo? L'infinito?? -E' finita!!
Dopo mezz'ora di confusione, riesco a capire che si tratta della poesia di Giacomo
Leopardi "L'infinito", e, dopo aver letto e riassunto la sua vita, attacchiamo la poesia.
Andrea e' un vero attore; pur ripetendola a memoria, la snocciola con un tono di voce pacato, come una lieve musica, ed il pensiero immediatamente si libera.
Pero' che bella questa poesia ! Quanta maturita' in questo poeta, complice la
cattiva salute, la solitudine ed i freddi genitori e, per la prima volta, i suoi sentimenti li sento uguali ai miei e, + tardi mentre aspetto il sonno, ripensandoci, il mio cervello stressato si libera dai suoi affanni e mi regala un "infinito respiro" carico di malinconica felicita'.
Erano gli anni dove , da bambino, d'estate,vagavo per prati e boschi, immerso nella natura semplice e generosa di una valle montana.
Di seguito, cosa ha scatenato nella mia "memoria", il "leopardo"!! di Andrea.


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Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.

**

- da piccolo in vacanza "economica" in alta val brembana,
avevo un posto segreto da dove si dominava tutta la valle, ma lo sguardo
verso l'orizzonte (milano dove c'era il mio Papa'), era "escluso" da altre montagne-
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Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,


**

- rimanevo delle ore , seduto nell'erba profumata , ad ammirare
la valle soleggiata sottostante , in un silenzio totale, e c'era
prima del baratro della valle, un enorme ponte di legno, dove scorrevano i
carrelli proveninienti dalla miniera della valle vicina e, con un ultimo
sussulto, scivolavano silenziosi sul filo d'acciaio, scendendo nella valle sino a
scomparire, tutto era armonia un ordine perfetto: l'aria , gli odori, il paesaggio,
l'orologio del tempo e dello spazio , scandito dai carrelli della teleferica,
rimanevo rapito e in tutta quella pace, ero pervaso dal "tutto" , respiravo con esso
mi trasformavo, e cullato dal vento mi fondevo nel disegno cosmico e il mio cuore
batteva forte, rapito dal pensiero del " Creatore " -
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**

E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.

- ed il pensiero dei miei cari "passati" e presenti, mi facevano sentire ancor di + amato e, mi perdevo a fantasticare un "mondo di dolcezza" , appena appena offuscato
dall'ombra del risveglio imminente



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marclo

   
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