Rimanendo solo in laboratorio per ore, a volte nella quiete di momenti particolari, mi capita di fantasticare pur continuando a lavorare meccanicamente, allora si affacciano in tutta la loro obliosa utopia i sogni mai realizzati o le assurde chimere inseguite per anni ma anche quella ricerca della giusta rilettura della realtà che a volte è ingrata.
Ecco che cosa mi è successo in uno di questi viaggi fantastici che non nascondo essermi piaciuto e che continuerò a fare a dispetto di quei fanatici della logica e del raziocinio.
Un giorno nel mio laboratorio chimico di controllo qualità mentre stavo analizzando dell'orzo vidi una Calandra allo stereoscopio, sapete quei parassiti grandi come una formichina con la proboscide che gli consente di forare i semi,oh ne avevo viste tante ma quella Calandra mi fissava, si mi guardava mentre sistemavo il fuoco delle lenti.
Iniziò a parlarmi con un suono lieve e pulsante e il mio stupore mi bloccò ogni reazione, restando incredulo ad ascoltare:
- " perchè mi spii? Non credi di essere inopportuno? Mi hai fatto precipitare attraverso una rete metallica sballottandomi e ammaccandomi, maleducato...e poi....!"
risposi inebetito- " ma io ...faccio solo il mio lavoro!" mi ripresi e assunsi dignità umana- " controllo che i parassiti non infestino e si mangino tutto il cereale !"
- "...anch'io faccio il mio lavoro..." mi rispose irritata - " che credi? pensi sia facile sopravvivere al caldo, al freddo, all'umido, ao predatori e a ..voi umani " - lo disse con un certo disgusto-
" adesso lasciami in pace!"
- " Non posso! " - ribattei impietosito - " dovrò avvelenarti, sai niente di personale ma ho l'obbligo di farlo!"-
- " Tu non sai quello che fai, sposta l'occhio sul quinto chicco a sinistra, vicino al granello di quarzo, che cosa vedi?"
Spostai lo stereoscopio nella direzione indicatami e vidi un'altra Calandra, leggermente più snella e addolcita nello sguardo.
- " Ciao uomo "- mi disse questa arrossendo con un suono più felice e felpato.
-" Vedi?" - riprese da lontano l'altra - " questa è la mia compagna e questo è il tempo della riproduzione e tu...tu...tu vuoi negarci questo dono della natura? senza cuore!"
- " Bè, non sapevo, è una situazione un pò paradossale, non so,...veramente...non so !" - ero incerto sul da farsi - " lì non posso lasciarvi, il cereale prima di tutto ma chiudendo un occhio potrei...trasferirvi in un angolo remoto dell'edificio con qualche chicco di orzo..."
- " grazie ma preferiremmo del mais stagionale e un pò di muffa verde da Aspergillus, allora daccordo e grazie....!"
-" prego " - li presi con le pinzette e li adagiai nell'angolo della stanza con qualche chicco di mais, muffa e una goccia di acqua fresca.
Si agitarono per un pò poi riuscirono a ripararsi dietro un tappo, mi stavo allontanando quando uno dei due mi disse con timida determinazione:
-" Abbiamo bisogno di un pò di intimità, ora ci nascondiamo, per cui addio uomo dal camice bianco, senza rancori!"
-" Addio !" risposi- "...ma guarda che mondo!"
Me ne andai a spegnere la luce chissà perchè, non me lo chiesi e sorrisi divertito, uscendo dal laboratorio, scuotendo la testa e guardando l'orologio, era mezzogiorno di un giorno sognato.

di Zanin Roberto