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 LA PIOGGIA SENSUALE
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zanin roberto
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Inserito - 04/05/2003 :  19:58:50  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a zanin roberto
LA PIOGGIA SENSUALE


La pioggia sferzava la fronte di Raoul, il vento offendeva i capelli e l'umido penetrava nella pelle, il dolore dei pensieri che turbinavano dentro ben si accompagnavano all'atmosfera quasi infernale di quella sera bastarda.
I piedi cadenzavano un passo sicuro, l'umido si insinuava tra i calzini e un brivido percorse il suo corpo verticalmente, la luce dei lampioni diffondeva un'irreale scena giallastra, le gocce di pioggia infittivano la trama di una tela sospesa nel cielo.
La sua mano fruga nella tasca del giaccone di pelle nera, estrae una sigaretta e con una veloce pratica l'accende, i polmoni si riempiono di fumo, una calma momentanea, uno sbuffo di endorfine e i pensieri si fanno più ordinati, una ventata improvvisa lo investe, fastidiosa e insolente a procurargli irritazione.
Di lontano i fari di un'automobile illuminano la notte, d'improvviso la figura di una giovane donna si materializza inaspettata.
Le gocce cadevano dall'ombrello rosso sangue, i capelli biondi fluivano sulle spalle morbidi, il seno prorompente si slanciava dalla bianca maglia, le lunghe gambe affusolate erano nude da una minigonna nera in pelle, era bella, molto bella e Raoul quella sera era solo, la sua donna lo aveva lasciato ed era uscita con le amiche.
Si, l'amava follemente ma quella sera ne sentiva il distacco con violenza, non riusciva a essere sereno, non fermava quel tremore impercettibile sulla guancia, di colpo un lampo si accese vicino, la luce per un attimo spodestò la notte, l'acqua fastidiosa batteva sul cappello, quando Raoul raggiunse la signorina, si fermò di lato scrutando le pozzanghere, con la testa bassa.
I loro sguardi si perdevano nel nero asfalto, stettero l'uno accanto all'altra per un paio di minuti in silenzio, ascoltando ognuno il battito del proprio cuore.
Raoul gettò la cenere di sigaretta con il pollice lontano, con un esordio rauco ma sensuale la voce di lei si fece sentire bisbigliata, chiedeva che cosa facesse li, impalato sotto la pioggia.
Lui rispose che anche lei era nella stessa condizione precaria e aggiunse: - " Tu...tu...tu non sei...una...si insomma, una prost....mi hai capito ? no...? "
- " No, cioè si, non lo so, sono disperata e mi trovo qui forse perchè non ha altra soluzione, forse perchè mi piace farmi del male !"
Un rumore di sconquasso alle loro spalle si fece evidente, una lamiera s'era abbattuta sul muretto di una casa poco distante e barattoli rotolavano con cartaccie svolazzanti, battute dal vento, sul marciapiede.
- " Io sono triste, sono uscito a fare due passi per riflettere, nonostante questo tempaccio d'inferno, mi sento solo....."
La mano di lei afferra la sua, l'una gelata, l'altra calda e avvolgente, una stretta amichevole, complice ma senza alcuna premeditazione, una solidarietà sensuale e piacevole.
Il tempo si dilatava in un lungo sospiro poi il profumo dolce di quella creatura gli fece trasalire il ricordo della moglie che non sapeva dov'era, non poteva dimenticare il suo veloce e sospetto congedarsi, la sua splendida presenza, ravvivata da un colorato foulard pastello, dai riflessi autunnali, non poteva scordarsi il rosso della labbra che infuocavano quell'aria arrendevole, il suo sorriso sicuro e ambiguo nel congedarsi con premura, quel corpo simmetricamente arrotondato dove spiccavano quelle sue gambe tornite che lo avevano sempre fatto impazzire.
L'impermeabile inzuppato si faceva pesante, un secco colpo di tosse gli fece gettare il mozzicone di sigaretta,rimise le mani nelle tasche e pregò la splendida donna di seguirlo.
Insieme, ognuno con i propri pensieri,si incamminarono, i passi solleciti ritmavano un rumore sinistro,non si conoscevano eppure avevano tante cose in comune, tante riflessioni intercambiali, tante aspettative simili, lei gli chiese con voce felpata dove erano diretti.
Si ritrovarono in un bar ben arredato, dove il legno alle pareti faceva dell'ambiente un covo per rifuggiati, l'odore di nicotina avvolgeva l'aria, erano bagnati, si tolsero gli impermeabili si liberarono di guanti,sciarpe,cappelli e quando finalmente si sedettero i loro occhi, alla luce intensa del neon, si incontrarono.
Lei sorrise molto appassionata e indifesa e lui per la prima volta la vide, era una donna veramente bella, il volto d'una delicata bellezza, che cosa facevano insieme ?
L'odore aromatico del punch bollente stimolava l'ottimismo, l'orologio segnava le 00.30 e si rilassarono sulle poltroncine di panno blù.
- " Il mio ragazzo mi ha rubato tutti i soldi ed è scappato via l'altra sera, non ho più nulla, sono stata tradita, derubata, sconvolta la mia vita, che cosa posso fare ? "
Rivelò quella verità, quasi di getto, con sincera semplicità, confidando la sua aspra amarezza,rigirava il bicchierino tra le dita, i suoi occhi si alzavano al soffitto con dolore.
- " Ma stai scherzando, tu sei una bella donna, puoi avere fortuna e puoi trovare l'amore, quello vero...vedrai che le cose si sistemeranno, per il lavoro posso darti una mano ! "
- " Sei gentile, questa sera mi era preso una pulsione negativa, vedevo solo nero, mi sarei quasi venduta al primo passante, se tu avessi insistito,...se...ma cosa sto dicendo ? Sei sposato ? Vero. Come mai sei triste ? "
- " Ho una serata maledetta, mia moglie è uscita in modo strano, non sono tranquillo...e...se avesse un'amante ? Sai, io l'amo, l'amo in modo assoluto, mi tormento inutilmente con queste congetture ma è più forte di me...poi la mia vita è uno schifo, perchè non c'è mai una giornata da vincitore...quando va bene al massimo pareggi...."
Continuarono a scambiarsi lamentazioni, incuranti del tempo, continuarono a scaricare vittimismo e pessimismo, si alternavano con educazione e misura a flagellarsi, si esaurirono in compassione e quando alla fine capirono d'essere solo ad uno dei tanti incroci che il cammmino della vita ti presenta, si convinsero che in fondo vivere è bello.
L'orologio si avvicinava alle due di notte quando uscirono e le nuvole si stavano diradando, lasciando qualche stella libera di brillare, un venticello fresco e frizzante spazzolava le spalle, si congedarono amichevolmente, con grande rispetto, senza conoscere il nome l'uno dell'altra, Raoul rimase solo e quando varcò il cancello di casa il ricordo della moglie lo bloccò un attimo, solo il tempo di vincere la sua gelosia che non gli faceva considerare il tesoro che aveva.
A letto, nel buio della notte, il profumo dei capelli della moglie lo stordì, si girò di lato proprio nel momento in cui lei gli sussurrò:
-" Raoul mi sei mancato stasera ?!" soffocandolo in un abbraccio tenerissimo e inequivocabile !


di Zanin Roberto alias Bespunico


   
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