TextTextTextCara Rosa,
intanto piacere, sono emiliano, un livornese "docche" come te. Volevo solo aggiungere alla tua puntuale e devo dire interessantissima spiegazione inerente la nascita del nostro ponce, che ad oggi, come ben sai, ne esiste anche una versione diversa, quella al mandarino, che non prevede l'utilizzo del caffè fra gli ingredienti. V'è da dire, al riguardo, che tale versione, in effetti, non ha la stessa tradizione del vero ponce a vela, ma che tanti dei vecchietti (e anche dei molti giovani) che siedono ai tavolini del mitico Civili con in una mano il caratteristico bicchierino di vetro e nell'altra delle carte consumate e vissute come la loro pelle, per l'ennesima mano di Tre Sette, sono soliti chiedere un "rosso" (ponce al mandarino) invece del "nero" (ponce a vela), soprattutto nel caso in cui sia inverno e fuori faccia un freddo cane, perchè, si sa, il rosso è più forte, come gradazione, del tradzionale, per cui si sente spesso asserire, da qualche saggio livornese di scoglio, "boia dè, questo scarda proprio tutte le budella...".
Nient'altro avevo da aggiungere, e comunque era solo una digressione ed un esercizio simpatico per me che, amaranto dalla testa ai piedi, sono costretto a lavorare nella capitale...
Ciao allora, e viva tutti i ponci, quelli neri (i più buoni) e quelli rossi(i più forti), senza dimenticare la storica persiana (bevanda alcolica a base di menta e anice che prende il nome dal colore verde scuro ed era bevuta, soprattutto qualche anno fa, dalle signore che sovente accompagnavano i mariti in Via del Vigna...
emiliano