Mercedes
Emerito
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 Inserito - 23/05/2003 : 08:10:33
Speravo di ritrovare tutto come allora, benchè allora io avessi lasciato dietro di me soltano un sono. Una tacita intesa fatta di lunghi sguardi e neanche una parola. Non conoscevo nemmeno la sua voce, né il suo accento e nemmeno il colore dei suoi occhi Io li avevo fatti azzurri, ma non lo erano affatto. Vedevo solo un'anima,un mondo, un'essenza che mi travolgeva e mi attirava irresistibilmente al di la di colori e forme. Era lui e basta. Un magnetismo reciproco, una calamita che attira un'altra calamita. Si, dovevo tornare per rivederlo, per sentirlo ancora, per farmi sentire ancora. Io gli ho dato un nome, l'ho chiamato Lorenzo, per avere una parvenza di realtà in questa storia irreale. Sono tornata, e tutto era come allora. Sono entrata e lui era la. L'ho visto sorridere, cercarmi con gli occhi, frugarmi nel cuore. Si, sono io, Lorenzo, si, sono ritornata perchè volevo rivederti. Attraverso l'atrio e prendo l'ascensore, lui mi segue con gli occhi, e tra poco verrà su (lo so) quando vedrà che vado sul terrazzo. Ottavo piano, sono giunta. La portina si apre silenziosamente ed io esco fuori, nel crepuscolo dorato. Le rondini intrecciano i loro voli disegnando arabeschi nel cielo e mischiano i loro acuti stridii ai rumori della sera che scende. Pochi per la verità, qualche macchina, qualche motocicletta e il leggero stormire del vento. Da questa terrazza si vede un panorama stupendo, mi allungo su una sdraio, mi sento felice, in perfetta armonia con quanto mi circonda. Dinanzi a me sulla collina si staglia contro il cielo Montecatini alta avvolta dalla luce rosata del tramonto. Tutt'intorno colline verdi punteggiate qua e la da piccole luci, le pime che si accendono nelle case. Oh! guarda, quella piccola lucciola che cammina sul crinale della collina! E' una macchina che sale con i fari accesi. Si, mi sento bene, in pace, tranquilla. Verrà, lo so,, ma non provo emozione alcuna, soltanto gioia pacata e serena, perchè io sono qui proprio per rivederlo, rivederlo e basta. Mi contento di poco, lo so, ma in fondo sono vissuta sempre di nulla. Sento un cigolio leggero, l'ascensore sta salendo, tra poco sarà qui, vicino a me, e mentre la porta si apre mi alzo e gli vado incontro. Mi ritrovo tra le sue braccia.
- "Vieni, sediamo - mi dice - non so cosa dire, ne da che parte cominciare. Sono anni che penso a questo momento. Ti ho sempre aspettata" - il suo accento è toscano e molto marcato. - "Cosa c'è che mi attira in te? Non lo so, ma dalla prima volta che ti ho vista non sono stato più capace di pensare ad altro". Mi immergo nei suoi occhi, sono castano dorati, sino grigi, sono blu, non lo so. Sono profondi, sono la mia porta sull'infinito, sono un mondo di dolcezza. Ho fatto male a tornare, ho fatto male. Volevo portare gioia e porto dolore a me e a te, povero Lorenzo. Quando me ne andrò non saprai più dove cercarmi........e proprio questo stai dicendo"non sapevo dove cercarti, ossia so il tuo nome e il tuo indirizzo, ma come, quando cercarti, che dirti, chi sono?" (segue)Mercedesmarconi
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