Gli artisti, gli ensamble strumentali,i solisti proposti formano un insieme atto a suscitare interesse e divertimento per delle piacevoli serate a prezzi contenuti in quello che è il cuore della città di Milano e ci mostrano uno spaccato di quello che è la vera vita musicale della nostra Italia.

Questa capacità di organizzare in tal modo il calendario degli eventi è merito dei due giovani e bravi musicisti, il pianista Andrea Carnevali, che avremo modo di ascoltare in uno spettacolare e straordinario concerto e la pianista Claudia Cinalli, che formano un duo affiatato di organizzatori straordinari.

Ieri sera era la volta della musica sacra del settecento italiano a cura del Coro Polifonico e Ensamble Strumentale dell’Accademia di Musica A. Mozzati di Mezzago.
Il coro,nato per il piacere di fare musica insieme, si produce sotto la guida del Maestro Ruben Jais con un repertorio molto vasto.

L’insieme era diretto dal Maestro Francoise Ogéas, una simpatica signora che viene da esperienze di cantante,tra le queli ricordiamo le sue partecipazioni a spettacoli con la grande Maria Callas.

Due rapide parole sui pezzi in programma.

I temi della musica liturgica sono stati musicati, frase per frase secondo lo stile strumentale dell’epoca,siamo nella prima parte del millesettecento, che utilizza per gli accompagnamenti al canto l’armonia oramai divenuta moderna, come quella che siamo abituati a sentire ai giorni nostri.

Ci stiamo allontanando dall’imponenza del barocco e dalle frivolezze dell’Arcadia in queste che sono composizioni da eseguire in occasione di importanti cerimonie religiose.

Il ritmo dell’antica melodia liturgica, a forza di essere stemperato e assoggettato alla polifonia e di soggiacere alle regole ritmiche, snatura il senso degli antichissimi testi melodici.Il passaggio dalla prosodia alla ritmica è ancora oggi oggetto di studio appassionato da parte di letterati oltre che da musicisti.

L’esperienza del dramma in musica , il canto lirico italiano che si va man mano imponendo come gusto,che diventerà il grande melodramma ottocentesco, è presente negli autori italiani di questo periodo, anche quelli accreditati per le composizioni di musica sacra di cui abbiamo avuto il piacere di ascoltare i brani.

All’ascolto di questi brani si ha una sensazione di equilibrio e di eleganza formale che ci permette di gustare la musica con un senso di grande pace e serenità, lontani, molto lontani dalle emozioni che ci susciteranno gli autori della generazione successiva.

Ogni riga,ogni parte del brano da musicare è divenuto l’incipit di un brano musicale finito in se stesso.

Francesco Durante, notevole compositore napoletano di musica sacra scrisse questo Magnificat, che spesso viene eseguito anche ai giorni nostri.

Francesco Durante (1684-1755): Magnificat per soprano, tenore,e basso soli, coro a quattro voci miste , archi e basso continuo.