Era scuro in volto re Yakopo Primo, esiliato nelle tenute del duca di Amburgo, i calici ricolmi di Mosella e Turingia intatti, la nostalgia per un rosso intenso di Grumello...."portatemi quella bottiglia!" esplose infine verso i suoi fidi moschettieri. Non si avvidero del nero falco che si innalzava in volo dalla finestra vicina con una pergamena nell'artiglio.....

Castello di Grumello - primavera, anno di grazia a cavallo di due secoli

Lo scalpiccio dei duecento cavalli della nostra carrozza smosse la ghiaia della stradina che conduceva verso il maestoso maniero di Lord e Lady Kettlitz dalle cui torri la vista spaziava sulla pianura e sulle colline ricche di coltivazioni di viti. Saltammo a terra, Athos, Porthos, Aramis ed io, Robtagnan, il nostro sorriso piu' aperto accolto dal sorriso piu' cordiale degli squisiti ospiti. Non potevamo sapere che il falco era gia' giunto e la pergamena con l'ordine di re Yakopo Primo era gia' nelle mani di Lord Kettlitz che aveva al suo fianco il misterioso cardinale Mazzarino, colui che da lungo tempo tramava per togliere il trono al nostro amato re.

Cantine del castello

Il nostro cicerone ci guido' tra le botti di legno colme di nettari rossi e bianchi, ci spiego' i colori delle uve, i rossi dagli acini e dalla buccia rossa e i bianchi solo dagli acini rossi, ci condusse attraverso antri oscuri e botole misteriose, tra la storia dei Colleoni e dei Gonzaga, i nostri sguardi al di la' delle finestre che davano su fiori colorati e alberi immensi, cortili vivi di voci di centinaia di ospiti che assaggiavano il Valcaleppio rosso del 1998, il Colle Calvario del 1993 e i Moscati, tra grissini, pane squisito e formaggi, la musica rinascimentale in sottofondo, strappati alla tenebrosa concorrenza del vicino marchese di FranceCourt, presto fummo circondati da dame e cavalieri vestiti in costumi dell'epoca e trattenni a stento l'amico Aramis che si era gettato ai piedi di una bellissima fanciulla dai lunghi abiti ricamati d'oro per chiedere la sua mano, scambiandola per la sua adorata Laetitia.
Prima la missione, gli ricordai.

La Torre

Salimmo per tre piani, Lord Kettlitz attorniato dai deliziosi gemelli eredi al trono ci mostro' macchinari antichi con cui si spremeva e si trasportava il vino, poi all'imporvviso il suo tono si fece piu' acuto e insinuante e comincio' a parlarci delle gabbie e poi delle inferriate delle prigioni di quella torre, fissandoci a lungo negli occhi, come se sapesse di noi qualcosa che noi non avremmo desiderato che avesse saputo.
Non venne con noi sulla scala di legno che portava all'ultimo piano, ci racconto' che li' si ascoltava la voce del fantasma, una donna, la cui vita era stata interrotta con l'accusa di avere dato il suo cuore ad un uomo, mentre l'allora padrone del maniero preferiva spendere il suo tempo in guerre lontane. C'era una piccola finestra che dava su altre guglie e due gocce di pioggia scorrevano sui vetri senza toccarsi, le loro corse parallele, come due mani che riuscissero solo a sfiorarsi per forse incontrarsi all'infinito.

La tenzone

Uscimmo mentre il cielo diveniva plumbeo e il vino Valcaleppio bianco nel mio bicchiere si mescolo' alla pioggia e il diabolico sorriso del nostro ospite affiancato dal cardinale Mazzarino che aveva sulla spalla il falcone ci fece accorgere che eravamo stati traditi, non saremmo riusciti nella missione di trafugare la bottiglia del rosso di Grumello per spezzare l'incantesimo che rendeva triste il nostro amato re Yakopo Primo.
"Uah uah uah....volete quella bottiglia vero? " esplose la feroce risata di Lord Kettlitz :"bene moschettieri, dovrete guadagnarvela, se con questo cerchietto di vimini da mille passi ne centrerete il collo, essa sara' vostra e la potrete portare al vostro re senza piu' trono uah uah uah...nessuno e' mai riuscito nell'impresa.......".
Ci guardammo con sgomento noi quattro moschettieri del re, i miei compagni indicarono me: "Robtagnan, tu sei l'unico la cui ragione non si modifica se bevi o no...." Decisi di prendere le parole dei miei compagni come un complimento e barcollando mi apprestai a lanciare il cerchietto, un rullo di tamburi, l'improvviso silenzio degli invitati nel cortile del castello, la carezza del fantasma che avvertivo solo io, mimetizzata a cavallo di un imporvviso e tenue sussurro di vento. Chiusi gli occhi e il cerchietto di vimini volo' da mille passi mille passi verso il cielo, caricandosi di mille pensieri, attraverso' mille nuvole, vortico' mille volte e tra mille sguardi stupefatti di mille invitati in quel pomeriggio di quel giorno di primavera a cavallo tra due secoli si avvinghio' sul collo della bottiglia come fossero due anime che si gettassero disperatamente ad abbracciarsi travolgendo il tempo.

...continua...