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 5 Poesie / Poetry - Galleria artistica
 Fantarime Di Aprile Dolce Dormire
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Domenico De Ferraro
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Inserito - 23/04/2013 :  22:47:17  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Domenico De Ferraro
FANTARIME DI APRILE DOLCE DORMIRE


Rime di primavera ,agghindate di accenti , di punti esclamativi sole in mezzo al grande foglio bianco ove prende vita la forma espressiva . Osservare pensoso la bislacca signora filastrocca a spasso per il parco pubblico in cerca di rime da baciare , in bilico tra le righe ingiallite nella sera, ignuda sotto la luna ove al suono di cornamuse , violini elettrici le poesiole s’accoppiano sotto le fronde fiorite d’un grande albero a forma di cuore. Rime mentecatte di cui non sì sa nulla ,sarebbe interessante seguirle per strade poco illuminate, fermarsi al bar con loro a parlare per ore di come vanno certe cose ,seguirle fino in centro vederle danzare allegre e spensierate senza tanti grilli per la testa. La gente cangia opinione si chiede perché, poi desume che sia un giorno come un altro privo di sinistri introiti detratti dall’imposte da malvagi dirigenti dai cervelli bacati. Rime meretrici narrate in fretta senza metri sulla lingua, uguali ad ieri forse a oggi simile a tante altre storie , rassegnate rime metafisiche , chete dall’aspetto in attesa sulla fermata dell’autobus pronte a partire per una nuova stagione da passare all’inferno. Rime divine in continuo movimento in un continuo remare , traghettare da sponda a sponda speranze e utopie ,con l’aiuto del vecchio Caronte. Emigrate rime in viaggio nell’ade nella forma ossessiva dell’essere, tartassato ,deriso ,offeso, calpestato, ingiustamente giudicato, delirio d’un era e del suo incubo nato sulle pendici d’un monte di rifiuti, fatto di ***** ,di plastica ,di sacchetti colmi d’ ogni iniquità ,di vite consumate troppo in fretta . Forme gettate via per essere usate come recipiente come scusante a questa esistenza . Solitario il rimatore si consuma nel decantare l’estasi , per cadere poscia nell’oblio dei sensi, trascendere se stesso nella memoria del tempo che scorre , tempus fugit, carpe diem et memento mori . Quartieri di periferia dove crebbe la volontà d’ essere migliori dove i bambini giocavano a pallone schivando pallottole , manganelli , moto in corsa, dove crebbe l’erba del re di maggio. Emozioni solinghe, bellezze sensuali e musicali , decantate lungo strade asfaltate perdute in ignari domani germogliate all’improvviso tra righi rampicanti su crinali grammaticali invitate a partecipare alla causa penale senza alcun predicato come colpevole di fatto. Finzioni , indiscrezioni , elezioni, erezioni, congiunzioni linguistiche. Fiori di pesco scolpiti , sbocciati all’improvviso in una storia d’amore e di tenebre alla ricerca d’un senso , seducenti nell’aspetto , nell’orto sotto la luna s’ode il grido del gatto ad un tiro di schioppo da una disgrazia senza ignoranza , ratto , notte , motto , brutto , lutto , rutto concerto degli orchi sotto gli archi di san rocco ,al suono delle campane din don dan, din don dan. Scossa , scendi , scappa , esplode , crolla , botto , rombo , bomba , ruba, ammazza, azzanna , rispondi s’ode la morte ed il suo lugubre canto .Dolci Fantarime di aprile , intuizioni ,improvvisazioni leggiadre nel vento danzano insieme a canterini ritornelli marini Tremanti rime birichine ,ballerine seminude , false essenze , errori commessi, stipati in sacchi e valigie . Aggrappati a indubbie ideologie , seggi e saggi ,voti ed elettori ,urbi et orbi ,rieletti e relitti d’un tempo avvenire ,sepolto il sacro trionfa lo stato. Tra l’indifferenza altrui ,dolce lasciarsi andare ,dormire ,ancora assopito trascinarsi verso l’alba che verrà cantando , riassaporare il sapere e il risorto amore poi lentamente aprire le ali e lasciarsi trasportare dal vento nel vorticoso canto delle mie primaverile rime di aprile.


DOMENICO DE FERRARO

   
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