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 HOTEL DUE STELLE
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zanin roberto
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Inserito - 09/08/2008 :  12:05:32  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a zanin roberto
HOTEL DUE STELLE

La vecchia fortezza medicea sorvegliava, con distaccata filosofia, il littorale maremmano, il sole arrosava con i suoi riflessi rosati l'orizzonte, più in là, dove le tenui colline ondeggiavano il terreno, a Bolgheri, si raccoglievano gli uomini, nell'incanto d'una natura che ancora s'avvolgeva di divina creazione.
Una brezza insistita leniva un'afa estiva pesante e onnipresente, nella piazzetta asfaltata, gli oleandri chiazzavano colori pastello sotto le mura di quel forte settecentesco, l'azzurro del mare virava per l'approssimarsi della sera e nell'albergo a due stelle, i clienti uscivano dalla sala da pranzo per rinfrescarsi sotto un gelso fresco e protettivo nell'ingresso.
Nella sua tenuta bianca da cuoca, l'anziana proprietaria si lasciava rilassare dalla vista vicina del mare, una coppia di pensionati, bene assortiti, si accomodava con educata maniera al tavolino, nell'attesa di un aromatico caffè.
Le vacanze sono un rito che va vissuto con ponderato entusiasmo, proprio perchè l'aspettativa, a volte, viene delusa e bisogna accontentarsi di una qualità più bassa o diversa. Il terrazzo,nell'ingresso dell'Hotel non era un elegante spazio, ordinato,attrezzato,civettuolo ma essenziale, spartano, quasi approssimativo comunque familiare, semplice,informale e la mia vacanza si era livellata su uno standard di semplicità e essenzialità.
Sembrava di stare a casa, nel terrazzo di quei condomini cittadini o nel giardinetto di una casa di campagna, dove dopo cena ti rifugi a fare due chiacchere con tua moglie, con i figli o con un genitore anziano, ripensando all'intenso giorno speso nelle incomprensioni quotidiane. Nessuna etichetta da rispettare se non la buona educazione. Di fronte la spiaggia era deserta, il vocio lontano era di altri alberghi che si univano al coro della località balneare toscana.
- " Ehh, chissà se riuscirò a dormire almeno un paio di ore, stanotte...,mamma mia che caldo!"- buttò là, la cuoca proprietaria, con quell'accento maremmano ammicante e leggermente gogliardico, evidentemente soffriva d'insonnia da tempo.
Il longilineo signore la guardò e con atteggiamento rispettoso le rispose:
- "Speriamo che l'aria rinforzi e rinfreschi!" -
- "Eh, bastasse il fresco...no,no...guardi che io dormo al massimo due ore per notte, faccio una fatica del diavolo a trovare il sonno !"- precisò subito.
Mia moglie intervenne, essendo ai margini di quel cerchio di persone, ritenendo doveroso spendere una parola di conforto.
- "Eh, mah, signora prenda un sonnifero, si aiuti con qualche tisana rilassante, se no....come fa?"-
- "Già provato, nulla,nulla, non c'è niente da fare!"-
- " Coraggio, su che l'importante è riposare, lei si distende sul letto e vedrà che pian,piano la stanchezza la farà dormire!"
- " Ehi mamma, vuoi venire di quà per piacere? " - disse da dentro il bar, il figlio trentenne che serviva in sala, con una certa autorità e premura.
- " Si, si, ora vengo, benedetto figliolo, c'è ne sempre una!" - rispose con pazienza, massaggiandosi il collo e scomparendo oltre l'atrio. Mia moglie finiva di gustarsi il caffè cremoso e forte come piace a lei, in cielo le stelle evidenziavano l'inizio della sera, le rondini si rincorrevano per raggiungere i nidi come migliaia di anni fa, un paio di lucertole si eclissavano dentro un cespuglio fiorito e la pace regnava a Bibbona, nella piazza del forte, dove due friulani si erano fermati per riposarsi in vacanza.
Il signore alto e magro era rilassato sulla sua sedia e la moglie leggeva il quotidiano con attenzione, mia moglie stava inviando un messaggio telefonico a nostro figlio Federico, quando usci Daniele, il figlio dei proprietari dell'albergo, si guardò attorno, fece accomodare una coppia di anziani clienti che ben conosceva, poi ritirò delle tazzine vuote ai tavolini, infine mi chiese curioso:
- " Oggi s'è andato in giro?...gita all'interno? Dove siete andati di bello? " -
- " Si,si...oggi abbiamo fatto un bel giro, eh tanti chilometri, siamo andati all'Argentario, Orbetello, Porto Santo Stefano, la costiera e poi ad Ansedonia, l'antica Cosa, alla città etrusca...che finalmente ho visto!" - gli risposi coinvolto.
- " Un caldo tremendo, ah...io mi sono rifiutata di continuare,...ma pensi che dovevo procedere tra l'ombra di un olivo e l'altra, erano le tre del pomeriggio!"- precisò mia moglie, sinceramente dispiaciuta.
- " Ah, bello...bello, ma si, signora che poi si riposa in spiaggia domani, son sacrifici che vale la pena di fare,...nooo?"- cosi dicendo ci lasciò, perchè in un tavolino, un pò in là, l'avevano chiamato.
Il signore longilineo mi guardò, mi sorrise e disse:
-" Ansedonia, è una città etrusca, anche a me piace visitare siti archeologici, la storia è bella!" -
Era sceso su un argomento che mi faceva letteralmente esplodere l'entusiasmo, non riesco a trattenermi quando si parla di storia, di storia antica in particolare, mia passione e hobby da sempre. Presi la palla al balzo e iniziai la mia presentazione.
- "Oh, guardi, sono un appassionato di storia antica, in particolare del periodo Annibalico, sono ormai trentanni che mi dedico a letture,ricerche e spesso vengo in vacanza in Toscana,Umbria, Tuscia, per visitare siti etruschi,romani e altro"-
- " Interessante, si, Annibale, quello degli elefanti! Se non ricorodo male!"- ribadi con sincero interessamento.
- " Si, quello di Canne e di Zama, ma forse la parte più bella e meno nota è il suo esilio, fuggiasco di regno in regno, alla ricerca di qualcuno che credesse nella lotta contro Roma"- mi lasciai trascinare, nella replica.
So, per mia esperienza, che la gente quando si parla di storia, dopo un pò si stufa e allora sono pronto a cambiar discorso per non tediare e ricevere le puntuali pedate sotto tavolo, di nascosto, di mia moglie.
- " Io mi chiamo Maria Giovanna, mio marito Salvatore, abitiamo a Firenze, è la prima volta che veniamo a Bibbona." - disse, come una nave rompighiaccio in Artico, la signora con vena scanzonata e spazzando via con una folata di Fohn svizzero, smancerie e formalismi d'occasione.
- "Io sono Rosanna e mio marito è Roberto, siamo friulani, vicino a Portogruaro, l'albergo a due stelle è una conduzione familiare, un pò approssimativa ma tutto sommato questo Hotel da l'atmosfera di casa!" - replicò mia moglie, sottoscrivendo cosi un piano amichevole nel nuovo incontro. I tempi sessantottini in cui cadevano le barriere dell'ipocrisia mi sembravano rivivere improvvisamente.
Il proprietario uscendo inspirò profondamente il fumo della sua sigaretta, si sistemò il cappellino bianco in testa, roteò i suoi occhietti di maremmano e si distese in un lungo sguardo sognante, presente e assente allo stesso tempo. Gli bastava quella vita,cosi com'era, senza ulteriori traguardi, lo seguì la figlia incinta, al settimo mese, con il suo pancione gonfio e irreale che ispirava tenerezza, si guadagnò in silenzio una sedia, sospirò portandosi le mani al ventre, protettiva per quella nuova vita, mentre noi distratti seguivamo lascena di quella famiglia che trovava il tempo anche di essere albergo.
Quando trovi persone che hanno cose in comune con te è sempre all'ultimo giorno, cosi anche noi avevamo conosciuto quella coppia di pensionati giovanili e simpatici, che ci avevano raccontato essere l'unità d'Italia, geograficamente parlando, Maria Giovanna è milanese con la sua cultura del dovere, della giustizia sociale, e suo marito Salvatore, è napoletano verace, che per affrancarsi dalla cultura camorrista onnipresente, si era dovuto allontanare dalla sua amata città, per non dover accettare compromessi eticamente scorretti.
Usciti dalla camera alle 8,30, ci investi l'aria surriscaldata del corridoio, la luce violenta del mattino frustava ogni pigrizia, ci dirigemmo verso la sala da pranzo per la colazione mattutina, notammo un paio di valigie vicino al banco della reception, particolare che indicava che qualcuno, dopo colazione, sarebbe evidentemente partito.
La macchinetta del caffè era in funzione e le fette di plum-cake erano finite, la spremuta d'arancio scendeva nel bicchiere e scelsi una confettura alle albicocche, entrati salutammo i presenti, Maria Giovanna seduta su un tavolino adiacente al nostro ci accolse con particolare gentilezza.
- "Buon giorno, bella giornata!" - seguita da Salvatore che ultimava di sorseggiare il suo cappuccino.
- "Buon giorno! Fa già caldo! Doppia razione di spremuta, stamattina!" - risposi con animo allegro mentre Daniele, il figlio dei proprietari, entrava in scena con teatralità consumata.
- " Eccomi, quà, a disposizione. Signori ecco il menù, per le scelte del giorno." - stava per lasciare il foglietto sul tavolino dei nostri amici, quando Salvatore con un gesto ponderato, lo respinse, motivando semplicemnete:
-" No, grazie, noi oggi partiamo! Abbiamo finito la nostra vacanza a Bibbona." -
- " Oh...che smemorato, è vero! Al prossimo anno, allora! " - toccato nella sua impeccabile programmazione del lavoro, si ecclissò, con un sorriso forzato. Prontamente, all'unisono, Rosanna ed io ci fermammo e mia moglie disse:
- " Ah, partite oggi, che peccato! proprio adesso che avevamo fatto amicizia!"-
- " Abbiamo chiesto il permesso di lasciare l'auto nel parcheggio fino a dopo pranzo, cosi ci gustiamo la mattinata al mare, un veloce spuntino e si torna a Firenze nel pomeriggio"- ci spiegò Maria Giovanna.
- " Ma venite a salutarci, il nostro ombrellone è grande, appena all'inizio della spiaggia libera " - continuò con convinzione.
Il mare ha sempre un sapore diverso, cosi misterioso, con i suoi umori labili, con le sue sceneggiate improvvise, quel mattino le onde si erano rinforzate e lo sciacquio era più energico del solito, in lontananza le forme dell'isola d'Elba interrompevano la linea dell'orizzonte, la sabbia mista a ghiaino, si dondolava nel bagnasciuga in una danza rituale atavica, avevamo appena stretto la mano ai nostri nuovi amici, in un congedo cordiale e stavamo passeggiando lungo il litorale che saliva a Cecina.
Un senso di melanconia, mi aveva intristito, la gente si incontra, si perde, a volte, rare, quando conosciamo affini sensibilità d'animo, ci lasciano una nuova ricchezza spirituale.
Ripensavo a Salvatore, al suo conflitto con la madre, alla sofferenza d'un figlio del sud che mai salirà all'onore del nord, per cinica tradizione di luoghi comuni,ripensabvo al padre di Maria Giovanna, uomo di cultura, ecclettico che mi sarebbe piaciuto conoscere, cosi simile al mio di padre,in discussioni infinite su storia o sulla conoscenza di un pittore piuttosto che di un poeta.
Stringevo la mano a Rosanna, guardavo il forte mediceo sullo sfondo, ripensavo a Bolgheri, rannicchiata li vicino, a Castagneto che avrà pur contato nell'immaginario di Carducci e mi chiedevo se l'uomo, in fondo non fosse che un animale a cui ogni tanto è concesso d'essere superiore. Quella vacanza aveva riaperto un conto con la speranza, ciao Maria Giovanna e Salvatore, spero di incontrare ancora uomini, anche in un albergo a due stelle !


di Zanin Roberto

zanin roberto

   
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