I nostri esperti sono consci di dover evolvere i loro suggerimenti in base alla modifica dell'ambiente e sono pronti a dare una mano a chi necessita perche' travolto dai passaggi improvvisi e inusitati di civilta'.

Stasera affronteremo uno spinoso argomento : l'epoca della cavalleria maschile e' tramontata?
Quali danni puo' essa provocare a chi si ostina a considerare la figura della donna come assolutamente e incontrovertibilmente meritoria di qualsivoglia precedenza rispetto all'uomo?
Sono ancora attuali le scenografie dei film di Hollywood che ci mostrano Kevin Costner che si ferma per aiutare una ragazza rimasta in panne sull'autostrada e da cosa nasce cosa?

Come al solito abbiamo sguinzagliato i nostri esperti sul campo e siamo orgogliosi di presentarvi un caso assai esemplicativo. Ci troviamo nella sala analisi della clinica per le malattie nervose della municipalita' di Concerto City e ascoltiamo una angosciosa testimonianza....

"Nella pausa del lavoro ho deciso di andare oggi in palestra. Per raggiungere le sale e' necessario prendere un ascensore. Ero sorridente, lieto, contento, fiducioso, assaporavo il riposo che un po' di sano esercizio avrebbe portato alla mia mente oberata di pensieri e con tale stato d'animo ho premuto il tasto di chiamata. Frattanto dalla porta di ingresso entrava una mia amica della palestra e, dopo gli ovvi e piacevoli saluti, la invitavo ad entrare per prima nell'ascensore, senza accorgermi che nel frattempo erano entrate altre tre ragazze che naturalmente feci pure passare prima di me. La capacita' dell'ascensore era colma e io feci cenno alle donne di scendere pure.

Come tutti i ginnasti dei momenti di attesa, mentre aspettavo la cabina successiva, saltellavo flettendo le gambe e facevo schioccare i muscoli delle braccia, esattamente come Kevin Costner prima della battuta a baseball mentre la sua bella a cui non piace lo sport osserva annoiata dalle gradinate.
L'ascensore arrivo' contemporaneamente ad altre quattro signore alle quali naturalmente concessi con un cenno di entrare per prime. Una di esse mi saluto' dispettosa con la manina mentre le porte si chiudevano e io rimanevo fuori.

Iniziai i respiri di iperventilazione e a battere leggermente il pugno sul palmo aperto dell'altra mano, erano esercizi di riscaldamento e preparatori ai sollevamenti dei bilanceri che avrei eseguito in palestra. Una ragazza mi osservava sorridendo e continuo' a sorridere mentre entrava con tre amiche nell'ascensore che si era riaperto.

Mi sedetti su una panca nell'atrio di ingresso grattandomi perplesso la guancia per i tre minuti necessari al passaggio di altre quattro rappresentanti dell'altra meta' del cielo che erano entrate e che ovviamente invitai a passare.
Al passaggio del quartetto successivo ero in una posizione yoga circa a testa in giu', il seguente mi ritrovo' sportivamente a schioccare le dita accompagnando il ritmo di una canzone che proveniva da un mangianastri di una delle ragazze, lo scoraggiamento inizio' a farsi strada nel mio animo al settimo gesto cavalleresco e ho le idee confuse su che cosa avvenne dopo, mi sono ritrovato in lacrime e poi qui in questa stanza di ospedale per le malattie nervose. Ho avuto difficolta' ad entrare perche' insistevo a far passare per prima l'infermiera che mi sosteneva, hanno dovuto farmi una iniezione credo, in modo che, privo di sensi, sono entrato anche io. E' finita nello stesso modo nel film di Kevin Costner?"

Abbandoniamo l'ultimo cavaliere al suo tragico destino e ascoltiamo l'analisi scientifica del dottor Jungfreud che l'ha in cura:

"Si tratta di un classico caso studiato in 'teoria delle code', precisamente di sequenza che non ha memoria, infatti ogni quartetto femminile non poteva conoscere la situazione del quartetto precedente e cosi' il nostro paziente si e' trovato scientificamente impreparato ed e' stato avvolto da una concatenazione a retroazione negativa che ha travolto la sua debole psiche".

Non possiamo non concludere osservando che Cicerone aveva avvisato gia' ai suoi tempi dei disastri causati dal far passare avanti le ragazze more, la sua frase passata alla Storia apre un inquietante interrogativo: allora non esistevano le bionde?

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