E altri due momenti da sliding doors in due articoli dei primi di giugno di quest’anno sul New York Times.

L'intervista al generale cinese che si rifiutava di obbedire agli ordini del potere di Pechino nel giugno del 1989 quando il governo dittatoriale voleva che l'esercito fermasse la rivoluzione degli studenti. Il generale non andò fino in fondo e le truppe fedeli al regime massacrarono i rivoltosi a Tienanmen, (in quei giorni ero a bloccato a Pechino con i miei genitori che mi portavano in giro per il mondo per insegnarmi il lavoro). Se il generale avesse insistito, la Cina e il mondo in cui viviamo sarebbero diversi.

Sullo stesso quotidiano di pochi giorni dopo, un analista di origine araba ricorda il discorso di Obama al Cairo nel 2009 con il quale Washington tentò di ricucire i rapporti con il mondo arabo. L’autore illustra come oggi si possa considerare un errore da parte del presidente Obama aver dato il via libera all'islam politico sdoganando governi che professavano una ideologia antidemocratica come ad esempio quello dei fratelli musulmani di Morsi in Egitto e i politici estremisti in Tunisia, anziché comprendere di dover invece appoggiare i movimenti laici. Una scelta fatale che ha disconosciuto la necessità della costruzione nel mondo musulmano di società basate sulla tolleranza, la moderazione, la legalità, i diritti delle donne e le libertà costituzionali. Un altro attimo della Storia in cui una decisione al posto di un'altra ci ha condotto nel mondo pericoloso in cui viviamo.

Attimi in cui c'è un bivio, il generale tedesco nel 1917, il generale cinese nel 1989 e Obama nel 2009. E come avrebbe potuto essere se le scelte fossero state le altre.

Roberto Mahlab - Concerto News System