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 "Che fine hanno fatto gli antichi egizi?"/1
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Roberto Mahlab
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Inserito - 11/10/2011 :  17:58:29  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab


Roberto Mahlab
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Inserito - 11/10/2011 :  18:00:15  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Grazie a voi che siete venuti ad ascoltarci e faremo del nostro meglio affinché alla fine siate soddisfatti di essere stati qui.
Grazie ai gestori della Libreria Claudiana a cui il nostro argomento è interessato e che ci hanno messo a disposizione la sala.

Ci presentiamo :

Malak Mankarious:
Mi chiamo Malak Manakarious, sono copto e sono in Italia dal 2000

Dounia Ettaib :
Mi chiamo Dounia Ettaib, sono psicologa e presidente dell’associazione donne arabe d’Italia

Roberto Mahlab e Beppe Andrianò : siamo titolari d’azienda e curatori del sito letterario Concerto di Sogni


Roberto : Che fine hanno fatto gli antichi egizi? Un titolo che nasce da una curiosità di un giorno dello scorso maggio, leggendo della manifestazione a Milano in cordoglio per la strage dei copti del 7 maggio al Cairo che provocò 15 morti e 250 feriti. Chiesi all'amico Malak Mankarious, membro della comunità copta di Milano, insegnante di musica in Egitto e arrivato in Italia nel 2000, di raccontarmi le particolarità della "religione copta". Malak sorrise e mi corresse, il termine copto non indica una religione, ma significa letteralmente egiziano, i copti, cattolici, ortodossi per l'ottanta percento, evangelici e protestanti, sono i discendenti degli antichi egizi. Il termine copto deriva dal greco aiguptos e, dopo la grande conversione di parte del popolo egiziano all'islam all’epoca della conquista, il termine copto iniziò ad essere associato agli egiziani cristiani che non si convertirono.

Insomma, sarà capitato a tutti voi di ritrovare da adulti antichi gusti di caramelle mangiate da bambini o improvvisi incontri con informazioni che ad un certo punto degli studi erano scomparse come finite nel tempo, ed ecco che la risposta di Malak riaccese in me il ricordo della scuola, in Italia lo studio dell'antico Egitto ci ha accompagnati in mesi e mesi di lezioni e di libri e ricerche, ed ecco che i copti non si sono estinti con la fine delle scuole medie, ma sono ancora e sempre tra noi, pur in una situazione drammatica che oggi risalta ancora di più di fronte al sollevamento di quella che è stata definita la primavera araba, le rivolte nel nordafrica che hanno modificato gli equilibri politici di diversi paesi, tra i quali l'Egitto, un Egitto che si prepara alle elezioni politiche nel prossimo novembre.

Poche settimane fa, una tv egiziana trasmise un dibattito tra un signore vicino all'integralismo religioso islamico e un professore sempre musulmano ma assai più laico. Il dibattito verteva sull'opportunità che una donna partecipasse come candidata alle elezioni presidenziali. L'integralista affermava che non dovesse avvenire, infatti, secondo il suo parere, i testi sacri prescrivono che la donna sia dipendente dal marito nelle sue scelte e azioni e di conseguenza, se una donna fosse divenuta presidente, si sarebbe trovata a dover prendere decisioni politiche che magari il marito non condivideva, dunque gli avrebbe disobbedito, cosa impossibile. Il professore rispose sorridendo ironicamente che prima di tutto non era vero che i testi sacri affermassero che la donna dovesse dipendere dal marito, era una interpretazione e secondariamente che le donne arrivate ai massimi livelli del potere, in tutto il mondo e in tutta la Storia, seppur poche, governarono in modo assai migliore dei tantissimi uomini giunti al massimo potere, fece anche dei nomi..

E desiderando noi come introduzione alle problematiche storiche dei copti moderni, accennare per rinfrescarci la memoria agli egizi antichi, ci è venuto alla mente che quando ci ricordiamo dell'antico Egitto, ci viene alla mente Cleopatra, una donna arrivata al massimo potere e poi Nefertiti, la regina moglie di Akhenaton, e ci ricordiamo che in effetti il tocco femminile nei palazzi del potere fu assai diverso da quello maschile, assai più costruttivo.


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Roberto Mahlab
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Inserito - 11/10/2011 :  18:01:36  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Roberto : E invece nell'antico Egitto, il ruolo delle donne era anche così constrastato come ai giorni nostri?

Dounia : No, l'Egitto antico onorava la bellezza e la donna ne era l'emblema, era indicata come "la signora della casa" e "la perfetta", ma il suo ruolo era lungi dall'essere di sottomissione, il "papiro di ossirinco" declamava che la divinità aveva reso "il potere delle donne uguale a quello degli uomini" e infatti non mancarono donne di potere che si affiancavano agli uomini nelle imprese militari, partecipavano alla vita economica e commerciale con il diritto di avere possedimenti, in qualche caso con i loro uomini che rimanevano a badare ai compiti in casa, tanto che lo storico Erodoto osservò che "gli egizi avevano rovesciato l'ordinaria pratica del genere umano", come ci ricorda una ricostruzione storica della rete britannica, la BBC.
Le donne sono state rappresentate ad ogni livello della società, addirittura a guidare una nave, ad avere la stessa paga degli uomini, a godere dei diritti di eredità, ad ottenere incarichi finanziari a corte, pur essendo considerate prima di tutto madri e mogli. (Insomma un po' come oggi che hanno i due ruoli...)
Non c'è da stupirsi quindi se due donne raggiunsero la carica di primo ministro, oltre che di governatore e giudice e sei donne raggiunsero il massimo potere, quello di essere "faraone". Ovviamente le regine mogli dei faraoni ebbero anch'esse ruoli di primo piano. Senza dimenticare i ruoli di regine-madri che influenzavano le decisioni di governo dei figli faraoni. E nel periodo greco romano l'alfabetizzazione, l'insegnamento, le arti, compresa quella della musica, furono del tutto normali per le donne.

Le divinità dell'antico Egitto rispecchiavano il ruolo delle donne nella società, ricordiamo che l'antico Egitto fu, per quei tempi, una fucina di scoperte astronomiche e chimiche, di geometria e agricoltura, di canalizzazione e navigazione e di farmacologia vegetale e di igiene personale. "Nefer", prefisso di tanti nomi storici egizi, significa "bello, equilibrato, perfetto" e indica come il popolo egizio fosse seguace della pulizia e delle bellezza corporea.

Roberto : Un bassorilievo ci indica come fosse una divinità femminile, la dea Maat, ad accompagnare "le anime nella terra del silenzio"
Iside, la sposa di Osiride, viene narrata come :"nemica dell'odio, trionfa sui despoti con consigli leali".
Hathor era la dea dell'amore e prosa e poesia celebravano il sentimento e la bellezza femminile.
Seshat, "colei che scrive", era la dea del calcolo ed era raffigurata con in mano la tavolozza e lo stilo, era "signora degli archivi e delle biblioteche, dei disegni e dei costruttori, della calligrafia e del trucco", perché truccare significava "scrivere" sul viso delle donne. E tra i profumi più ricercati c'erano l'incenso e la mirra, sia per purificare l'aria, sia per l'imbalsamazione, la cosmetica e i profumi erano considerati il mezzo di comunicazione con la divinità.

E, parlando di incenso e di mirra, non possiamo che iniziare a raccontare la vita di Hatshepsut...


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Inserito - 11/10/2011 :  18:02:56  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Dounia : Hatshepsut fu l'esempio della poliedricità delle donne, patriota nella difesa del suo paese e contemporaneamente guida assennata e paziente e devota più a costruire che a cercare il conflitto. Fu una dei più famosi "faraoni" d'Egitto, dal 1473 al 1458 avanti Cristo, organizzò certo almeno una campagna militare, ma fu l'artefice di impressionanti progetti di costruzione, come il tempio di Deir-el-Bahari. Nel primo anno di regno ridecorò gli appartamenti regali con scene d'azione che la ritraevano inseguire i nemici, ma sotto il suo regno furono eretti i monumenti ad Amon presso il tempio di Karnak e furono restaurate le rovine lasciate dagli Hyksos lungo il corso del Nilo. Fece erigere obelischi e monumenti in cui il suo nome compariva sempre, nella speranza di far ricordare dalla Storia la sua immagine per l'eternità. E divenne l'obiettivo dell'odio del nipote Thutmosi, che non solo voleva portarle via il regno, ma che voleva anche impedire che fosse la figlia di Hatshepsut ad ereditarlo. Nonostante fosse conscia delle congiure ordite dal nipote, Hatshepsut si rifiutò di macchiarsi della sua uccisione e cercò di tenerlo occupato lontano dal regno con spedizioni militari.

Intanto mise in pratica l'idea di organizzare una spedizione per riaprire la via tra l'Egitto e la terra di Punt, luogo di raccolta della mirra, le cinque navi tornarono dopo due anni con il prezioso carico. Ma non poté infine evitare che il nipote Thutmosi la scalzasse dal trono. Un regno che visse nella benevolenza del popolo e di importanti passi per la pace, la sicurezza e lo sviluppo economico e commerciale, fu travolto dalla violenza del regno del nipote. La spedizione nel Punt è raccontata dal resoconto immortalato sulle pareti del tempio di Deir-el-Bahari, presso Tebe. Gli egizi trovarono incenso, mirra, avorio, animali, pelli, ebano e legnami pregiati, spezie, resine, ambra. Le descrizioni nel tempio ci parlano anche dei popoli che vivevano nella terra di Punt, la fauna, scimmie, giraffe, elefanti, rinoceronti, le abitazioni dei popoli e l'abbigliamento, usi e costumi di un paese descritto come luogo incantato.

Dopo la sua morte, il nipote Thutmosi terzo stabilì che le azioni di Hatshepsut che non gli erano gradite dovessero essere cancellate dalla memoria storica e centinaia di operai vennero impegnati a cancellare dal tempio di Karnak le iscrizioni e i monumenti eretti in onore della regina scomparsa. Subito Thutmosi organizzò nuove avventure militari, alle quali Hatshepsut si era opposta durante il suo regno, una politica che oggi si chiamerebbe “lascia-stare-l’Asia” che, secondo gli oppositori, invitava i vicini ad invadere l’Egitto come due secoli prima con gli Hyksos.
La campagna di distruzione di bellissime iscrizioni fatte in anni da devoti artisti e di cui si sono perse le tracce storiche, dovrà fermarsi di fronte ai due obelischi situati davanti al tempio di Karnak, vi furono costruiti attorno muri di mattoni per l’impossibilità pratica di grattare via le iscrizioni.

L’ex reggente, Giuseppe, il personaggio biblico che divenne consigliere del regno grazie al sogno delle vacche grasse e magre e che perdonò i suoi fratelli, disse a Thutmosi :”stai falsificando la storia e poi ci sono altri modi di essere ricordati”, il risultato fu che il faraone minacciò di cancellare dalla memoria anche Giuseppe.

Patriottismo per il paese, inclinazione verso la spiritualità anziché la forza militare, reazione dell’integralismo : fu un destino che accomunò ad Hatshepsut anche un’altra grande icona dell’antico Egitto …..


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Inserito - 11/10/2011 :  18:05:04  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Roberto : Io sono idealmente iscritto al Nefertiti's fan club e in effetti esistono similitudini con la vicende di Hatshepsut. Anche di Nefertiti si riporta il coraggio in situazioni combattive per il paese, anche Nefertiti fu l'anima di una modifica spirituale dell'Egitto e anche Nefertiti rischiò di essere cancellata dalla memoria storica per volere di quello che oggi possiamo chiamare integralismo di idee avverse.

Siamo tra il 1370 e il 1330 avanti Cristo. Regnò a fianco del faraone in orgine denominato Amenothep quarto ad Akhetaton, la città sacra tra Menfi e Tebe. Il faraone fu influenzato dalla madre Tyi e da Nefertiti stessa e da un insegnante di nome Merari nella rivoluzionaria idea di trasformare la religione politeista egizia in un culto quasi monoteistico, con al centro la divinità Aton, il sole, non più rappresentato in sembianze umane. Il faraone stesso cambiò il suo nome in Akhenaton. Alcuni studiosi fanno riferimento alla possibile origine ebraica di Tyi e Nefertiti e alla conseguente spiritualità che pervase il faraone. Tale rinascimento religioso, oltre a provocare la rivolta dei sacerdoti del culto originario, provocò un rinascimento artistico, pittori e scultori non furono più tenuti a rappresentare un mondo che non esiste, dei che nessuno aveva mai visto, ma la realtà, le famiglie, la musica, la vita di ogni giorno, tutto ciò che gli occhi vedevano, con il sole che illumina il tutto, il busto stesso della regina, bellissima proprio come era.

Dunque, si riporta, la regina Tyi già durante il regno di Amenothep terzo elevò un altare ad Adon che in lingua ebraica (intrigante!) significa Signore e dopo la scomparsa del marito la regina Tyi volle che il figlio fosse educato da Merira, uno dei suoi consiglieri più ascoltati.Furono tempi difficili, i sacerdoti di Tebe e i seguaci di Amon si riunirono contro il nuovo credo. Ma Akhenaton sorprese tutti e dopo l'incoronazione, proclamò la sostituzione degli idoli. Il popolo fu confuso, i sacerdoti iniziarono ad ordire piani di rivolta, i confini furono violati. Aton però non si identificava con quello di Abramo, il sole è parte della natura e dunque non creatore di essa, non viene raffigurato come portatore di giustizia e poi Akhenaton diceva di esserne il figlio, autoproclamandosi divinità umana. Il faraone ebbe comunque il coraggio di muoversi verso l'idea di divinità unica e di rompere con l'antica tradizione e si è mosso verso il concetto di divinità unica di idea ebraica, ma è rimasto in mezzo al guado, in balia dei sacerdoti. Fino a che visse, i suoi editti vennero rispettati, ma non si può modificare le credenze di un popolo a mezzo di editti e presto i sacerdoti ripresero il loro potere e le immagini dei regnanti deturpate.

Re e regina furono raffigurati spesso in atteggiamenti vicini e affettuosi e l'influenza di Nefertiti sulla spiritualità del marito appare notevole.

Il busto di Nefertiti è contestato, pare ritrovato dall'archeologo tedesco Borchardt dal 1912, ma altri studiosi hanno affermato che possa essere un falso. Recentemente però nuove tecniche di scannerizzazione hanno consentito di riscontrare quello che appare il vero busto sotto l'originale e subito sono sorti contrasti tra la Germania e l'Egitto per la proprietà. Che accadde a Nefertiti? I suoi busti furono distrutti dalla controrivoluzione dei sacerdoti? Cadde in disgrazia? Non lo sappiamo, sappiamo che viene considerata il canone della bellezza e della spiritualità.


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Inserito - 11/10/2011 :  18:06:20  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Roberto : E infine la più grande delle donne egizie, celebrate nel cinema e in letteratura, Cleopatra. Noi in occidente la conosciamo per gli amori travolgenti con Giulio Cesare e Marco Antonio, ma Cleopatra, oltre che affascinante, fu un intelletto notevole, una brillante conoscitrice delle lingue dei popoli del tempo, costituì la biblioteca di Alessandria in cui relatrici donne si affiancavano ai relatori uomini, un periodo quindi in cui l'uguaglianza tra donne e uomini era la norma.

Ma che cosa si studia in Egitto di Cleopatra? Lo chiediamo al nostro testimone....

Malak : Sinceramente io non mi sento di parlare della parte storica, perché ho sempre odiato la Storia come materia scolastica e la ragione è che nelle scuole egiziane tutti i ministri dell'istruzione, dal 1952 fino ad oggi, hanno praticamente cancellato tutta la parte storica antica fino ai primi sette secoli dopo Cristo e hanno concentrato tutta la materia sull'invasione islamica dell'Egitto e di tutti gli altri paesi, quindi Roberto, se puoi continuare a parlarne tu...

Roberto : Cleopatra visse tra il 69 e il 30 avanti Cristo, fu l'ultima regina della dinastia, fu gloriosa nel difendere militarmente il suo regno dagli intrighi di corte, ricordiamo l'uccisione di Pompeo da parte dei suoi avversari e l'ira di Cesare e il primo incontro tra i due, con Cleopatra che chiedeva a Cesare di salvarla dal fratello e lo sbocciare del loro amore. Dopo alterne vicende l'alleanza tra l'esercito di Cleopatra e quello di Cesare ebbe la meglio e la regina consolidò il suo potere, potere che sapeva dover mantenere in equilibrio tra le potenze quale era quella di Roma, consentendo che l'Egitto avesse una posizione importante. Alla morte di Cesare, l'amore per Marco Antonio e insieme vinsero battaglie e trasformarono l’influenza di Cleopatra sul bacino del Mediterraneo. Ottaviano li sconfisse ed entrò ad Alessandria, Marco Antonio si suicidò alla falsa notizia della morte di Cleopatra che a sua volta concluse la sua vita con il veleno dell'aspide. Ma le tragiche vicende avevano come sfondo la devozione di Cleopatra per le arti e le scienze e fu lei a convincere Antonio a donare ad Alessandria la mitica biblioteca di Pergamo. Cleopatra era amica di molti dotti del museo e di astronomi che poi riformarono il calendario romano.

Harold Bloom scrisse che "fu la prima celebrità mondiale e se la Storia è un palcoscenico, nessuna attrice fu così versatile, figlia, madre e sorella e musa". E furono il suo carattere e la sua intelligenza a conquistare Cesare e Antonio. Cleopatra, dall'ascesa al trono nel 51 avanti Cristo, si identificò con la storia e la cultura e gli usi e costumi dell'Egitto, dalla lingua alla religione politeistica.

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Inserito - 11/10/2011 :  18:07:27  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Dounia : L'ironia della sorte volle che un'altra donna, Ipazia, divenisse il simbolo, quattro secoli dopo, della fine di quell'eguaglianza millenaria nell'antico Egitto tra uomo e donna che Cleopatra aveva coltivato con l'istituzione della biblioteca di Alessandria e fu paradossalmente lo scontro tra forze politiche che strangolò la voce della scienziata di Alessandria, una donna che fu la depositaria del sapere dell'Egitto e che ancora oggi viene considerata la mente del sapere e della conoscenza libera da pregiudizi e pressioni. Ipazia fu assassinata dai monaci nel 415 dopo Cristo, i giorni della saldatura dell'alleanza tra l'impero romano e il cristianesimo.

Ipazia fu una grande studiosa di matematica, astronomia e filosofia e fu una grande insegnante e si teme che tutte le sue opere autografe siano scomparse, una volta ancora la voce della cultura della donna cancellata dalla memoria, come si tentò di fare con Harshepsut e Nefertiti. Fu una ricercatrice nel campo dell'astronomia, dello studio delle traiettorie degli astri per verificare le leggi dell'oientamento, dubitava del potere di tipo religioso, un dubbio che oggi la porrebbe tra gli scienziati. Si dice che inventò delle macchine, l'astrolabio, l'idroscopio e l'aerometro. Fu una guida spirituale, celebrata dagli scritti dei suoi alunni. Studiosi cristiani successivamente sottolinearono come il suo assassinio fu provocato dall'odio e dalla gelosia per la sua grande cultura, per la libertà di espressione che diffondeva e in cui credeva. Con la sua morte finì una delle più grandi comunità scientifiche di ogni epoca e non ebbe eredi, perché il mandante del suo assassinio divenne un potente dell'impero d'oriente. Il rancore del vescovo Cirillo ebbe una radice politica e religiosa, ricordiamo che nel 391 Teodosio proclamò il cristianesimo come religione di stato. Cirillo era il potere, Ipazia era la cultura. Vescovo e filosofo divengono naturali nemici e chi poté utilizzare la forza sconfisse l'altro. E letteratura e cinema la celebrano ancora oggi, come nel belissimo film Agorà.

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Inserito - 11/10/2011 :  18:08:37  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Roberto (con finta serietà) : Dobbiamo mettervi al corrente di un dissidio che è avvenuto tra i relatori...
Malak (ridendo) : oh no, ma chi me la fatto fare di mettermi con questi due...
Dounia : intendi parlare di Nefertari vero?
Roberto : certo, la bellissima regina, moglie di Ramses secondo, il protagonista dei romanzi di Christian Jacques, Nefertari fu una delle poche regine d'Egitto ad avere l'onore di farsi erigere un tempio in vita, omaggio dell'innamoratissimo marito, peccato che nel film di Cecile B. De Mille, "I dieci comandamenti", interpretata da Anne Baxter, si mostrasse più vendicativa che dolce.... e non vedo come si possa considerare tra le grandi regine di cui abbiamo parlato!
Dounia : e certo, mica amava Ramses, lei amava Mosé che la rifiutò...
Roberto : ed è una buona ragione per convincere Ramses a inseguire gli ebrei in fuga dall'Egitto?...
Dounia (ridendo) : e io, da buona musulmana, devo far presente all'amico ebreo Roberto che il comportamente di Mosé non è stato molto giusto...
Roberto : E va bene, allora diciamo ai nostri ospiti che, se vogliono sapere altri dettagli degli intrighi di corte e degli amori di Nefertari, potranno trovare tutto sul numero di Novella 3000 avanti Cristo nelle migliori edicole sul Nilo, in copertina da un lato Ramses dubbioso, dall'altro Mosé che lo implora :"lascia andare il mio popolo" e in mezzo Nefertari che grida :"inseguili!".

Malak (con finto tono esasperato) : io non ci volevo venire qui con loro due!

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Inserito - 11/10/2011 :  18:09:58  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Roberto : Ma che accadde dopo Cleopatra e dopo Ipazia?
L'Egitto fu uno dei centri del moto della Storia, i romani, l'invasione islamica, i bizantini, che accadde ai copti in questi lunghi anni fino all'epoca moderna, diciamo alla fine delle guerre napoleniche?

Malak : L’Egitto fu uno dei centri dell’evangelizzazione, la prima università teologica nel mondo fu costruita da San Marco Evangelista. San Marco entrò in Egitto da solo, non fu una invasione con un esercito, e in pochi anni riuscì ad evangelizzare tutto l’Egitto e fu lui il primo martire della chiesa copta nel senso che fu perseguitato dai romani.
Sia da parte dei romani che dei bizantini, i copti, ormai cristiani, in Egitto subirono persecuzioni e uccisioni, quindi non è strano che la chiesa copta venga chiamata la chiesa dei martiri o la Madre dei martiri.
Con l’invasione islamica dell’Egitto,nel 649, la situazione è del tutto cambiata perché se ai tempi dei romani l’invasione dell’Egitto era del tutto politica, l’invasione islamica fu di tipo religioso e si vede dall’editto imposto dal secondo califfo dell’islam Omar Ibn El Khattab che definì i cristiani come :”copti” per caratterizzare la differenza. Quando gli eserciti islamici invasero l’Egitto, gli egiziani si trovarono di fronte alla scelta:” o l’islam, o il tributo riservato ai non musulmani o la morte”. Da questa frase possiamo capire che sono stati uccisi coloro che non potevano pagare il tributo e non volevano convertirsi. Un’altra parte si convertì all’islam per non perdere la vita. La parte rimanente della popolazione che poteva pagare la tassa, questa parte siamo noi, i copti.
In quell’editto fu proibito ai rimasti cristiani di partecipare a qualsiasi tipo di vita sociale e politica, addirittura di vestirsi come si vestono i musulmani. L’editto provocò l’identificazione storica tra il popolo copto e la chiesa copta che divennero la stessa cosa. Il progetto dell’invasione islamica era di islamizzare tutto l’Egitto e i copti davano certo fastidio con la loro permanenza, di conseguenza possiamo affermare che l’obiettivo dell’islam fu di cacciare i copti rimanenti dall’Egitto e vi racconterò una vicenda che si tramanda. Nel decimo secolo il califfo Al Mohez richiamò il papa della chiesa copta chiedendogli di spostare una montagna che si chiama Al Mukatam, al centro del Cairo. “Se avete la fede potete spostare una montagna”, aveva letto nel Nuovo Testamento e così utlizzò la scusa per dimostrare che la fede era dunque falsa e che i copti dovevano andarsene dall’Egitto. Dopo tante preghiere da parte dei cristiani la montagna si sposta e si trova adesso in un quartiere dove esiste una chiesa in cui si ricorda questo miracolo.

Dounia : La situazione dei copti cambiò con l’avvicendarsi delle diverse dinastie e califfi fino alle guerre napoleoniche?

Malak : No, la situazione è rimasta sempre la stessa, con i copti sottoposti alla discriminazione e anche a massacri e alla tassazione forzata, senza poter partecipare alla vita sociale e politica.

Dounia : La svolta avviene nel 1815?

Malak : Sì, Napoleone occupa l’Egitto e applica le idee rivoluzionarie e di uguaglianza e ordina la cancellazione della odiosa tassa ai non musulmani. Parte un’epoca nuova per i copti che iniziano a sentirsi cittadini dell’Egitto e a partecipare a tutto ciò che prima era vietato. Però i copti commisero un errore, proprio quello di allearsi con i francesi, cosa che infastidì i musulmani e che i cristiani pagarono in seguito. La sconfitta di Napoleone ad opera dei britannici avvenne pochi anni dopo e l’impero britannico estese la sua influenza sul bacino del Mediterraneo. Se è vero che dal punto di vista sociale i copti non potevano più essere soggetti alle vessazioni ufficiali, è anche vero che non si riuscì a eliminare il distacco che li divideva dai musulmani. Una situazione di equilibrio che durò fino alla cacciata di re Faruk e alla presa del potere da parte degli ufficiali capeggiati dal nazionalista Nasser e siamo agli anni cinquanta del secolo scorso.

Roberto : e come si allaccia a questi avvenimenti il sorgere del movimento integralista dei fratelli musulmani?

Malak : il movimento nasce nel 1928 e il loro scopo era applicare la legge islamica (la sharia), però nell’epoca della monarchia veniva affrontato con il pugno di ferro. Iniziano a progettare l’uccisione di ministri e ad usare la violenza contro tutto ciò che non è musulmano secondo la loro ideologia.

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Roberto Mahlab
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Roberto : Si può affermare che alla presa di potere dei nazionalisti, i copti si ritrovarono nella tenaglia tra il nazionalismo arabo e l'integralismo?

Malak : sì, i copti si ritrovano nuovamente tra l’incudine e il martello.
Nel 1952 il presidente egiziano Nasser decide di isolare i "fratelli musulmani", incarcerandone molti, eppure il regime non alleggerisce la pressione sulla parte di popolazione copta e sugli ebrei, nel tentativo di sequestrarne i risparmi. Poi, all'improvviso, rinasce il dialogo tra il governo e i copti, un evento che ha origine dalla guarigione ritenuta miracolosa della figlia di Nasser, i rapporti con la chiesa ortodossa copta migliorano a tal punto che il terreno della sede del patriarcato viene comprato con l'offerta di denaro degli altri figli del presidente Nasser. Le cronache storiche parlano di un presidente Nasser deceduto per un improvviso infarto nel 1970, ma ci sono delle voci insistenti che la morte del rais sia stata dovuta ad un avvelenamento ad opera dei "fratelli musulmani".

Dounia : e dopo Nasser cambia ancora qualcosa ?

Malak : Il successore, Anwar El Sadat, cambia alleanze interne, incarcera i nasseriani e apre all'organizzazione dei "fratelli musulmani", le vittime dell'accordo sono i cristiani che iniziano a subire i primi sanguinosi massacri ad opera degli integralisti islamici.
Eppure Sadat è passato alla Storia come un pacificatore, per la firma del trattato di pace con Israele, ma si scopre la sua doppia faccia, pacifica verso la comunità internazionale e oppressiva verso i cristiani all'interno, anche se Sadat non aveva concesso abbastanza agli integralisti, visto che non si salvò dalla loro vendetta riguardo alla pace.

Roberto : e il potere passa a Mubarak...

Malak : Sì, è la volta della presidenza di Mubarak, il quale organizza elezioni parzialmente libere che portano l'organizzazione dei "fratelli musulmani" ad avere una sensibile partecipazione al parlamento. Alle elezioni seguenti, quelle del novembre del 2010, Mubarak estromette i "fratelli musulmani" dalla competizione elettorale.

Dounia : esiste il collegamento tra questa scelta e la rivoluzione di poche settimane dopo?

Malak : vorrei chiarire che il presidente egiziano consentì la partecipazione parziale degli estremisti islamici alle elezioni precedenti proprio per dimostrare agli osservatori occidentali la loro pericolosità, "se li ho lasciati fare e hanno preso subito il venti percento dei voti, vi immaginate che cosa accadrebbe se poi avessi lasciato loro la porta completamente aperta?", era il messaggio di Mubarak all'occidente.
E ricordiamo che il dogma dei "fratelli musulmani" è sempre stato la trasformazione dell'Egitto in paese totalmente islamico e la costituzione del califfato.

Roberto : e veniamo agli avvenimenti recenti, la rivolta di gennaio...

Malak : per quanto riguarda la rivoluzione del 25 gennaio scorso, o meglio “la rivolta del 25 gennaio”, io l’ho seguita nei primi quattro giorni attraverso le tv arabe e ho visto in piazza giovani studenti e laureati, ben vestiti, jeans e maglietta, ragazzi e ragazze l’uno al fianco dell’altro senza nessuna molestia, nessuna violenza perché semplicemente erano scesi in piazza, in rappresentanza di una intera generazione per protestare con esasperazione e stanchezza contro tutto ciò che vivevano, dal carovita, alla disoccupazione, alla mancanza di speranza di un futuro diverso e migliore. Essi sono scesi in piazza non per far cadere il regime, ma solo per chiedere una vita migliore, una casa e un lavoro e invece dal sesto giorno, quando ho visto in piazza uomini vestiti con abiti tradizionali islamici e con la barba lunga e si capiva benissimo che facevano parte dei fratelli musulmani, sono caduto nell’angoscia dicendo a me stesso che la rivoluzione era stata rubata a questi ragazzi perché nessuno si aspettava che potessero resistere tutti quei giorni in piazza e il fatto che i fratelli musulmani siano scesi nelle vie soltanto al sesto giorno significava che avevano capito che qualcosa di straordinario stava accadendo e bisognava far parte del movimento rivoluzionario per approfittare di una occasione insperata.

Dounia : e il referendum?

Malak : Dopo la rivoluzione dello scorso gennaio, l'esercito depose Mubarak e, sulla spinta della piazza, indisse un referendum per il cambiamento parziale della costituzione del 1971, veniva richiesta la conferma dei cittadini sulla modifica di articoli riguardo a temi politici, legislativi e legali e in sole due settimane gli elettori vennero chiamati a decidere e a scegliere su un argomento di cui non c'era conoscenza e informazione diffusa.
Il "no" alla modifica raggiunse solo il 23%, i voti dei cristiani e dei liberali musulmani. Il "sì" alla modifica vinse con il 77% del resto degli elettori.

Roberto : la vittoria del "sì" non è forse legata al fatto che la popolazione desiderava votare contro qualsiasi cosa rappresentasse ancora il vecchio governo?

Malak : No, perché il voto non prevedeva l'abolizione dell'articolo due della costituzione, che indica che l'Egitto è uno stato arabo, di lingua araba e con la sharia come fonte principale della legislazione. Questa è stata la ragione dell'opposizione dei cristiani e dei liberali alla trasformazione della carta costituzionale, perché modificare solo alcuni articoli, senza abolire quelli che si oppongono alla trasformazione del paese in uno stato laico e aperto a tutti i suoi cittadini indipendentemente al loro credo religioso? Come si può creare tale stato laico e democratico, se non si cancella l'articolo che ne impedisce l'esistenza?
Il risultato è stato il peggioramento della situazione interna in Egitto e il precipizio verso il caos. Mentre si scatena la caccia ai cristiani, i militari non intervengono, i liberali musulmani che difendono i cristiani e partecipano alle manifestazioni al loro fianco ne subiscono anch'essi le penose conseguenze, dall'altra parte il movimento integralista cresce inarrestabile.

Roberto : Il 7 maggio ci siamo svegliati con i grandi titoli dei nostri media sul terribile massacro nella chiesa del Cairo....

Malak : E' la tremenda strage del sette maggio, 15 cristiani assassinati e 250 feriti, è una delle numerose che si susseguono, il corteo di protesta dei cristiani di fronte alla sede della televisione egiziana viene attaccato dagli integralisti islamici e altri tre cristiani vengono uccisi e venti feriti, ma non c'è alcun intervento da parte delle autorità.

Dounia : e la comunità copta in Italia?

Malak : In Italia personalmente ho ritrovato la democrazia e la libertà e soprattutto la libertà religiosa.
La comunità copta è sorta a Milano già negli anni 70 e la diocesi della chiesa copta è stata stabilita a Milano all'inizio degli anni 90, parte dell'esodo è avvenuto per ragioni lavorative, ma la maggior parte dei copti sono emigrati dall'Egitto a causa della situazione religiosa, a Milano sono 15.000, in Italia 200.000. Nel nostro paese i copti sono perfettamente integrati nelle professioni, nella cultura e nelle leggi, nei valori comuni con l'occidente quali il diritto alla vita, senza per questo trascurare la tradizione che li unisce.

Dounia : E i copti in Egitto quanti sono?

Malak : In Egitto i copti, contrariamente alle statistiche ufficiali che li contano come il dieci percento della popolazione, circa otto milioni, sono con molta probabilità almeno il doppio.

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Roberto Mahlab
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Inserito - 11/10/2011 :  18:12:47  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Roberto : L'insabilità in Egitto avviene sullo sfondo di una instabilità economica e politica a livello mondiale.
Le rivolte accadono non solo in particolari momenti storici, ma anche economici. Nel 2008 il pianeta è stato colpito dalla più grande crisi finaziaria dai tempi di quella del 1929. Ricordiamo che il 1929 ebbe come conseguenza il consolidamento di movimenti totalitari alla guida di gran parte dell'Europa e il mondo ne uscì solo con la ripresa dopo una guerra mondiale. La differenza di oggi rispetto ad allora è l'informazione. E' stata l'informazione a permettere ai giovani tunisini prima ed egiziani dopo di avvicinarsi alla realtà degli altri paesi sviluppati e quindi a voler chiedere di avere gli stessi diritti e possibilità, una volontà rivoluzionaria di partecipare alla condivisione della ricchezza. Gli economisti italiani residenti negli Stati Uniti, che scrivono sul periodico di internet NoisefromAmerika, sostengono che le timide liberalizzazioni economiche dei governi del nordafrica, tra cui la Tunisia e l'Egitto, provocarono paradossalmente l'esplosione sociale degli esclusi, visto che il potere tendeva a non distribuire i miglioramenti economici, ma anzi a mangiarseli con una corruzione e un nepotismo sempre più forti. L'esempio del povero Bouazizi in Tunisia, suicida dopo l'ennesima umiliazione, è la controprova di tale analisi e la rivolta dei giovani egiziani, con la richiesta di diritto al lavoro e partecipazione, fu il seguito di un contagio che partì proprio dalla Tunisia. La differenza rispetto al 1929 è proprio l'informazione, infatti fu tramite facebook che i giovani tunisini dimostrarono ai giovani egiziani che era possibile ribellarsi.

L'International Herald Tribune pubblica in prima pagina il 27 agosto scorso un servizio intitolato :"Cristiani ed Egiziani, ma con la sensazione di essere indesiderati", il giornalista riporta il crescente senso di insicurezza in cui vivono i copti dopo la rivoluzione, gli atti di disprezzo a cui sono sottoposti e il numero di richieste per andare all'estero, specialmente negli Stati Uniti, in crescita notevole.

Il numero monografico della rivista Time dello scorso agosto, con il titolo "viaggi attraverso l'slam", ripercorre il viaggio dell'esploratore musulmano Ibn Battuta attraverso tutte le terre popolate da popoli di fede islamica di allora, nel 1325, dal Marocco all'Egitto, dall'Arabia all'India, dalle Maldive alla Malesia e alla Cina. Ibn Battuta viene paragonato a Marco Polo e all'ammiraglio cinese di etnia musulmana Zheng He. Uno dei primi servizi è dal Cairo, dove un giornalista incontra un esponente dei gruppi islamici che si professa quasi convinto della via democratica al potere, ma nell'articolo si ricorda il rogo alla chiesa cristiana nel quartiere di Imbaba e l'intimidazione alle donne non vestite secondo i canoni. Il Time ha un giudizio complessivo sospeso e non del tutto ottimista sullo sviluppo della situazione.

Paul Berman, in un dibattito sul New York Times dei primi di settembre e in un saggio sul New Republic della fine di agosto, afferma come sia necessario adesso appoggiare i liberali del mondo arabo e riconosce la fondamentale importanza dei diritti delle donne.

Vittorio Dan Segre sostiene in un articolo del 15 settembre, intitolato "che cosa ci aspetta a oriente?", che gli avvenimenti riguardano "una rivoluzione di dimensioni storiche, con elementi ideologici e culturali tra la rivoluzione francese, quella khomeinista e i moti liberali europei del 1848, quelle di Nasser e quella russa, un calderone di passioni, frustazioni, ingiustizie e povertà, una miccia esplosiva". Secondo Dan Segre, i rivoluzionari idelisti della prima ora pagano il prezzo dell'entusiasmo coraggioso, ma privo di organizzazione.

Riguardo agli approfondimenti economici, gli analisti, tra cui il Memri Economic Report sottolineano che, a seguito della crisi economica del 2008, la disoccupazione crebbe al 9,4 percento e il governo Mubarak intraprese misure fiscali e di stimolo, con una spesa pubblica però insufficiente a migliorare le sorti del 40 percento della popolazione povera sotto il livello di un dollaro al giorno nelle zone rurali (18 percento in quelle urbanizzate). La modernizzazione non ha raggiunto la massa critica, pur portando l'attesa di vita a 71 anni e tagliando la mortalità infantile.
La maggioranza degli egiziani scesi in piazza nei primi giorni chiedeva il miglioramento dello standard di vita e dell'occupazione e contestava la corruzione endemica.
Nel primo quarto del 2011, il prodotto interno lordo si è contratto e le entrate del turismo sono precipitate. Violenze e scioperi sono diffusi. Il popolo egiziano è famoso per la pazienza, ma se i rivoltosi non ottengono i miglioramenti per cui si sono mobilitati, il rischio è che siano assorbiti dallo slogan : l'islam è la soluzione.

Il Sole 24 ore del 12 settemebre riportava un articolo intitolato, "in cerca del ritorno di investimenti internazionali, l'Egitto corteggia le piccole medie imprese italiane, confermato il calo dell'export italiano".

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Roberto Mahlab
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Inserito - 11/10/2011 :  18:14:28  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Roberto : Abbiamo risposto nel corso della nostra esposizione alla domanda "che fine hanno fatto gli antichi egizi", mostrando che i loro discendenti ci sono ancora, e adesso approfondiamo la questione successiva : "che fine faranno gli antichi egizi", visti gli avvenimenti di questi mesi...

Dounia : Esatto. Malak, che cosa accadrà da qui a novembre o dicembre, mese in cui sono previste le elezioni parlamentari?

Malak : Rispondo con malinconico pessimismo, con l'avanzata dell'ideologia integralista, diventerà vietato costruire e riparare chiese, lo slogan "l'islam è la soluzione" impedirà la separazione tra stato e religione che è basilare in una democrazia compiuta. E le stragi rischiano di moltiplicarsi trasformandosi in un nuovo genocidio, con l'esodo dei cristiani che già adesso fuggono verso l'America e l'Australia soprattutto.
Se è vero che i cristiani, circa il venti percento della popolazione e i musulmani liberali, un altro venti percento, si pongono ad argine contro il dilagare della violenza dell'integralismo islamico, il resto della popolazione, il sessanta percento, si trova in una situazione non solo di disinformazione, ma anche di lavaggio del cervello ad opera degli imam integralisti, che ne sfruttano l'ignoranza e ne manipolano la coscienza e li incitano all'odio contro i cristiani, individuando una origine coranica in tale discriminazione. E proprio gli imam integralisti hanno convinto con facilità gran parte degli elettori che hanno votato sì al referendum di modifica della costituzione che non ha tenuto conto dei diritti dei cittadini di fede non islamica.

Roberto : Qual è lo stato d'animo prevalente nei cristiani in Egitto?

Malak : Scusa Roberto se ti correggo la domanda, lo stato d'animo in Egitto in generale è la paura. Paura di uscire, di essere seguiti per strada, la paura di essere aggrediti dai gruppi salafiti che hanno organizzato pogrom utilizzando semplicemente armi bianche e molotov.

Dounia : e la chiesa copta?

Malak : Shenouda III, il papa della Chiesa ortodossa copta e patriarca di Alessandria, si attiva disperatamente per quanto in suo potere per ripristinare l'equilibrio, invita i fedeli cristiani alla pazienza e alla speranza che il dramma troverà soluzione, ma non nasconde di essere addolorato e ferito, i suoi appelli alle autorità non ottengono l'azione di protezione.

Dounia : e le donne copte, in un paese dove, secondo quanto riportato dalla stampa americana, l'integralismo non risparmia l'umiliazione della riduzione dei diritti anche alle stesse donne musulmane?

Malak : le donne cristiane, come le loro famiglie, sono aperte alla modernità e al dialogo e godono di tutti i diritti parificati con gli uomini, anche se nel sud del paese gli integralisti islamici stanno cercando di obbligare pure le donne copte ad indossare il velo, in una campagna propagandistica di demonizzazione generalizzata in cui diffondono il mito che il cibo cristiano sia impuro e che addirittura lo sia la verdura, tesi assurda, ma gli argini della razionalità sono caduti.

Roberto : riguardo alla rivolta iniziata a gennaio, ci sono osservazioni critiche comparse sui media occidentali, secondo i quali essa è mancata di leader trascinatori, persone del calibro dei Mandela o Gandhi, che ne pensi?

Malak : in realtà i leader carismatici ci sono, ma fanno fatica ad emergere perché si trovano minacciati e chiusi tra l'incudine dei militari e il martello degli integralisti. Da notare che i leader di rivoluzioni famose non avevano contro una parte degli organizzatori stessi, come avviene nei paesi arabi a causa della presenza dei movimenti integralisti.

Dounia : quanto potranno incidere i musulmani liberali che si sono messi al fianco dei cristiani per evitare che l'Egitto cada nelle mani degli integralisti?

Malak : Guarda che i liberali musulmani sono quasi il venti percento dei musulmani, ma sono sempre in minoranza e purtroppo sono discriminati e perseguitati anch'essi. Mi ricordo Farag Fuda, l'intellettuale musulmano che fu ucciso solo perché espresse una sua opinione da musulmano sul profeta dell'islam. Mi ricordo anche del suo amico Sayed Al Qemni, anch'egli musulmano liberale, che pubblicò dei libri nei quali criticava le conseguenze intolleranti verso i copti dell'invasione islamica del seicento e si trova ora come ora sotto una fatwa (atto giuridico islamico con la condanna a morte).

Roberto : che cosa possiamo fare in occidente di fronte ad una situazione che coinvolge la stabilità del mondo intero?

Malak : la prima opera deve essere quella di informare l'opinione pubblica della situazione reale. L'occidente deve impegnarsi politicamente ad essere fermo con il governo egiziano per invitarlo alla protezione della stessa popolazione egiziana di fede cristiana, è necessaria una mobilitazione internazionale e dobbiamo tutti insieme superare l'indifferenza verso quanto accade, la comunità internazionale deve anche appoggiare gli intellettuali e i liberali musulmani che si attivano per la protezione dei cristiani che hanno il diritto di vivere sicuri in Egitto, nazione che hanno difeso e per la quale hanno lottato, con la garanzia della libertà religiosa. E nazione, come abbiamo visto parlando dell’antico Egitto, che hanno fondato.



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Roberto Mahlab
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Inserito - 11/10/2011 :  18:15:40  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Dounia : Una risposta al dibattito alla tv egiziana, sul "permesso" alle donne di partecipare alla corsa presidenziale, viene direttamente da Bouthaina Kamel, la prima donna dell'Egitto moderno che si è presentata candidata, la prima donna duemilaquaranta anni dopo Cleopatra. Una celebrità della televisione ai tempi della presidenza di Mubarak, epurata per i suoi coraggiosi programmi di ascolto sociale, balza alla ribalta internazionel grazie ad un servizio dei primi di agosto pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian.

La signora Kamel si dice convinta che la sua presidenza modificherà le sorti delle minoranze, i cristiani copti (secondo la rivista Slate la signora ostenta al collo anche una croce copta, oltre a simboli musulmani), i nubiani e i beduini, afferma che la sua candidatura conferma, come concreta realtà che trasforma le comuni aspettative, il diritto delle donne all'aspirazione alle massime cariche, notiamo che sono parole molto simili a quelle di Erodoto che scriveva con ammirazione dell'antico Egitto che modificava le usanze delle società di allora, garantendo alle donne la parità di diritto anche al potere. Non ritiene di riuscire a vincere forse, ma sicuramente di cambiare le prospettive della popolazione con un programma di lotta alla povertà. Certo le sue conclamate intenzioni di riequilibrare il contatto tra stato e società non le hanno risparmiato le durissime critiche della giunta militare che l'ha addirittura accusata, paradossalmente, di essere una "nemica della rivoluzione" ed ha subito tentativi violenti di intimidazione.

Certamente, conclude il Guardian, la signora Kamel è più conosciuta all'estero che in Egitto a confronto con i candidati appoggiati dalla giunta militare o dai partiti islamici.


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Inserito - 11/10/2011 :  18:17:25  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Roberto : Concludiamo con la definizione di democrazia che ne diede il dissidente Nathan Sharanski, non sono sufficienti elezioni apparentemente libere o libere per trasformare un paese in democrazia, un governo è democratico solo quando pratica il rispetto verso il pieno e totale diritto delle minoranze, altrimenti, anche se ottiene la maggioranza dei voti, non lo è. Un governo realmente democratico che rispetti la minoranza cristiana, questo è l'auspicio per le prossime elezioni e per il futuro dell'Egitto.


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Inserito - 11/10/2011 :  18:38:17  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Ringraziamo le fonti :

- Time
- National Geographic
- Il Sole 24 Ore
- International Herald Tribune
- New York Times
- The New Republic
- The Guardian
- Slate
- Le Figaro
- Corriere della Sera
- Bbc
- Memri
- Noisefromamerika
- Blog Vittorio Dan Segre
- Wikipedia
- Concerto di Sogni
- "Figlia del mattino", di Pauline Gedge
- "Il grande romanzo di Ramses" di Christian Jacques
- "Ipazia di Alessandria", di Diletta Grella
- "Nefer, la donna nell'antico Egitto", Federico Motta Editore
- "La bellezza femminile nell'antico Egitto", Aboca Museum Edizioni
- "Chronicles, News of the Past", Reubeni Foundation Jerusalem

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