Chi è Paolo Fresu credo sia noto un po' a tutti, se non altro per chi segue gli eventi del jazz e del rinomato festival di Berchidda, cittadina del Logudoro in Sardegna, alle falde del monte Limbara.Ma non a molti, mi pare, sia conosciuto il personaggio privato del musicista, il quale - piuttosto riservato e schivo - ha riservato, ai microfoni di un programma della Terza rete della Rai, alcune considerazioni, inframmezzate di ricordi legati alla sua formazione, alle sue preferenze culturali, alle sue esperienze di vita.
Da quanto è andato raccontando, in alcune puntate della trasmissione, risalta la figura di un uomo relativamente giovane, al tempo stesso, ricco di sensazioni, impressioni, emozioni ed articolati, ben definiti argomenti nel campo della variegata multiforme attività musicale, svolta in decenni di ricerca, studio e personale elaborazione.
Emerge così un carattere piuttosto preciso e complesso, volto verso il nuovo, o il rinnovamento del gusto, ma con uno sguardo attento al passato e, strano a dirsi, alla musica classica.
Basterà citare due esempi, fra tanti: la nascita di "Tormento", ispirata dalle note profonde e scintillanti di Monteverdi e del Barocco e l'altra, notevole, composizione, intitolata "Metamorfosi", dalla creazione di Strauss.
Costruire senza dimenticare la propria identità e ritrovare nel nuovo il passato, prima ancora di una meditata e limpida scelta artistica, paiono un'attitudine naturale per questo musicista perfettamente a suo agio nel mondo internazionale dello swing e del cultore appassionato della tromba.
E così, la sua radicata "sardità" si esprime in una ricchezza di temi ed ispirazioni moderne ed antiche al tempo stesso.
Un'originale temperamento, che trae dalla civiltà classica (e nuragica) i momenti più importanti della sua creatività.
Complimenti a Paolo Fresu.