Elena Fiorentini
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Inserito - 07/03/2009 : 12:07:46
Si dice che marzo sia un mese pazzerello ed è vero. E' il momento in cui nei nostri climi temperati la primavera comincia a lanciare qualche segnale del suo arrivo. L'aria è più tersa per merito delle piogge e delle grandi folate di vento, le giornate si allungano e anche noi, anche se non siamo proprio andati in letargo, dobbiamo preparare abiti più leggeri, potremo camminare più a lungo rinunciando a qualche mezzo. Per preparci alla nuova stagion dei fiori, chi ha un balcone o un pezzo di giardino, può cominciare a ripulire il terreno per seminare. Chi ama le passeggiate all'aria aperta, una bella ripluta alla bici,un accurato controllo ai freni e alla catena in modo che al primo giorno libero, si può iniziare a pedale per delle piacevoli uscite nei parchi.
Proverbi A febbraio si guarda con ansia l'rrivo della primavera, però c'è ancora tempo, ma la voce del popolo si pronuncia attraverso i proverbi in questo modo:
Febbraio: A la Madonna della Zerioela de l'inverna semm foera, ma se sorta vent ghe semm denter pussé ben.A San Valentin la primavera l'è visin A San Mattia la nev la va via
salvo ricredersi 8 marzo Marzo
Marz marzott ora el pioev ora el fiocca ora tira el vent ora fa bel temp. A marz marzott fioriss el perzeghett ( dialetto lombardo dell'area milanese)
Marzo asciutto april bagnato beato il villan che ha seminato.
....
il 21 marzo si dice
San Benedetto la rondine è sul tetto
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Elena Fiorentini
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Inserito - 23/03/2009 : 18:09:20
Le cinque giornate di Milano Chi viene a Milano in marzo, uscendo di casa il giorno 18 mattina scopre che i tram hanno due bandierine. Ogni anno anche i Milanesi si domandano , "come mai?" . Nulla di strano, sono i cinque giorni in cui si ricordano le 5 giornate di Milano del 1848. La storia è lunga e complessa, ma ne accennerò appena qualche notiziola. In quegli anni intorno al quarantotto ci furono parecchi disordini sia negli stati dell'Impero austro - ungarico che nella capitale, Vienna , dove c'erano spesso disordini di piazza.
A Vienna, la famiglia Johan Strauss, padre e figlio,Joseph, scrivevano brani musicali ballabili, polke, valzer e operette teatrali leggere e divertenti. I Viennesi amavano la loro musica e frequentavano i luoghi di divertimento con un entusiasmo eccezionale, cercando di dimenticare i problemi che li affliggevano. In Ungheria si rivendicava la nascita di una nazione ungherese e in seguito alle rivolte il tricolore verde bianco rosso con le bande orizzontali, la bandiera ungherese, scacciarono l'esercito austriaco. Da allora ogn anno si festeggia la liberazione dagli austriaci anche se da allora la storia l'Ungheria ha vissuto altri momenti momenti drammatici.
A Milano, la città più importante della periferia occidentale dell'Impero scoppiò la rivolta il 18 marzo. Durò cinque giorni e gli austriaci si ritirarono. La rivolta si svolte nelle strade utilizzando anche le barricate , se qualcunoi ricorda di avere letto i Miserabili dello scrittore francese Vicotr Hugo, avvenne più o meno la sterssa cosa e , cpome nei Miserabiòi, spesso i bambini furono protagonisti, come il piccolo Gavroche a Parigi e i numerosi Martinitt a Milano. I Martinitt erano piccoli orfani dell'Istituto di carità dove oltre a vivere dignitosamente , imparavano a lavorare e a vevano anche un po' di istruzione. I Martinitt vennero invitati a collaborare nella costruzione di barricate e come portaordini. Le loro imprese furono memorabili ed entrarono nella storia. Le cinque giornate vengono commemorate ogni anno in Piazza 5 giornate intorno al monumento dello scultore Grandi.
Il poeta milanese Giovanni Rajberti scrisse una poesia in cui descrive con molti particolari riguardante la costruzione delle barricate che venivano fabbricate con tutto ciò che si trovava, dalle trappole per topi agli eleganti equipaggi della dame milanesi o i mobili delle case. Rajberti scrive in dialetto meneghino, allora i poeti e gli scrittori usavano la lingua italiana, ma per una argomento così sentito e vicino al cuore del popolo, il dialetto smra la scelta migliore, esprime e comunica meglio della lingua imparata a scuola. I barricad del '48 ...................... Viva l'Italia! Abbass la polizia! E lì, foera coccard, foera bandèr, di poggioeu, di finèster, di ringher! L'era ona scenna noeva, granda, piènna , vegnuda a l'imprevista , sul fà del gust ch'el proeva , un orb quand el recupera la vista ! ....( i barricad)....Hinn ona meravèja che passa tutti i sforz de fantasia ! Gira Milan, cun trada per cun trada e vedé depertutt, ogni tuchèll, la cà portada in strada , dai trappoll del suree, fina ai vassèell! materazz e ciffon, banch e pajun, vestee, bauj, cardenz, antiport, capponèr cont i cappun, omnibus, diligenz, lègn de la curt, furgun , med de s' cenn, de fassin , de letamm, cass, cassetton, barì! i pu bei equipagg di noster damm. Giovanni Rajberti ( Il marzo 1848)
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