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 un sogno chiamato inferno
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luigi luperto
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Inserito - 30/10/2003 :  19:59:38  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luigi luperto Invia un Messaggio Privato a luigi luperto
Ero tremendamente stanco,dopo una dura giornata lavorativa.
Tornato a caso mi getto sotto una doccia rigenerante,lasciando che la delicatezza dell'acqua mi purifichi dalle fatiche passate.
Come vorrei che quest'acqua fosse in grado di lavare i miei pensieri cattivi,piccoli demoni che mi scorticano la ragione.
Dimorano dentro di me,agendo nel totale silenzio,ma la loro inaudita ferocia si fa sentire da quel maledetto giorno.
Avverto le loro risate sommesse,eccheggiare dentro il mio essere turbato,risuonando senza avere mai fine.
Si divertono a ribadire il mio dolore,amplificandolo attraverso quei ricordi che alterano la mia mente sofferente.
Perchè farmi dono della loro cattiveria?
Qual'è il loro subdolo scopo?
La verità giace nel passato,nascosta nei ricordi che permeano il mio presente.
Dovrei combatterli,iniettando nel mio corpo malato un esercito di piccoli difensori,fortificati dalla forza di voler vivere ancora.
Ma purtroppo il mio piccolo esercito non è sufficiente come numero per sopraffare il nemico,ed ottenere quella vittoria che mi renderebbe libero.
Chiudo i rubinetti della doccia e mentre indosso il mio verde accappatoio,altri pensieri si affollano velocemente,scuotendomi e facendomi barcollare.
Non trovo più l'equilibrio per mantenermi in piedi,per questo decido di dirigermi nella mia camera,per poi affondare il mio stanco corpo sul letto.
Nella mia mente odo ancora il suono acre della battaglia:onde sonore di grida e dolori.
Il male ha la meglio!
Stordito e confuso,piombo improvvisamente nel sonno.
Una caduta senza fine,che mi vede rovinosamente precipitare nel freddo vuoto di una dimensione sconosciuta.
Mi ritrovo disteso per terra,con il viso immerso in un liquido caldo.
Sollevo la testa per non annegare in quella pozzanghera rossa,dall'odore nauseabondo.
Intorno a me solo nuvole grigie ed una puzza di zolfo.
Le mie narici sono sottoposte ad ondate violente di questo elemento chimico,e per evitare che vomiti,mi tappo il naso con due dita.
Ma l'odore non va via,nonostante impedisca che lo zolfo penetri nelle vie respiratorie.
Dove sono finito!- mi chiedo gurdandomi in giro.
In quel luogo rivoltante non vedo altro che fumo e crateri di vulcani inattivi,dai quali fuoriescono nuvole di colore rossastro.
Nessuno potrebbe mai dimorare in un ambiente cosi' inospitale.
Decido che la soluzione migliore,sia mettersi in camino,sperando che di trovare un luogo migliore che non sia questo.
Non so se sia la mia immaginazione,ma ad ogni passo che compio,avverto una forza di gravità che agisce sulle mie gambe rendendomele pesanti e difficili da muovere.
Eppure dovrei trovarmi sulla Terra,dove la gravità non dovrebbe appesantire i miei movimenti.
Continuo lo stesso a camminare,e nel contempo attivo i meccanismi della logica,per cercare di comprendere dove mai possa essere finito.
Un attimo prima ero nella mia casa,disteso sulle lenzuola del mio letto.
Un attimo dopo mi ritrovo qui,confuso e debole.
Lampi accecanti illuminano il cielo nero,mentre una pioggia di cenere rovente inizia a cadere giù lentamente.
Dovrei trovare un riparo al più presto,perchè non potrei mai sopravvivere a quella strana pioggia.
Inizio a correre disperato,evitando la cenere bollente che potrebbe procurarmi delle serie scottature.
Dimenticandomi della gravità opprimente che mi assale,riesco agilmente ad evitare la cenere,quando scorgo in lontananza una sinistra caverna.
Mi avvicino ad essa,intuendo che questo potrebbe essermi utile per ripararmi da quell'inspiegabile fenomeno atmosferico.
Varco appena la soglia della caverna,quando qualcosa di invisibile mi afferra per un braccio e mi scaraventa con incredibile forza al suo interno.
Dopo un volo di diversi metri,urto la spalla sulla roccia e perdo momentaneamente i sensi.
Non so quanto tempo sia passato dallo svenimento,so solo che al mio risveglio mi ritrovai legato ad un palo di legno marcio.
Intorno a me solo buio e silenzio.
Con ancora la vista alterata dal trauma subito in seguito alla botta,capisco di non essere più solo.
Come lampadine nella notte,noto che degli occhi rossi mi stavano osservando.
Un brivido gelido percorse il mio corpo,quando capii che quegli esseri erano demoni.
Qualcosa in me mi diceva che essi erano gli stessi che da giorni tormentavano la mia vita,ed ora si erano materializzati per procurami del dolore reale.
Se prima il dolore era solo interiore,ora le loro torture avrebbero leso il mio corpo.
Annusarano la mia paura.
Scoppiarono a ridere tutti insieme,forse perchè divertiti dal mio terrore.
Le loro risa era talmente rumorose da assordarmi l'udito.
Avrei voluto avere le mani libere per tapparmi con le mani le orecchie,ma ero legato a quel palo umido e marcio.
Improvvisamente smisero di ridere e di sbeffeggiarmi,e non capii il perchè.
Forse qualcosa gli aveva spaventati,ma che cosa.
Erano orribili di aspetto e numerosi,nessuno gli avrebbe potuti intimorire.
Allora perchè nei loro volti notai della paura diffondersi velocemente,fino a farli fuggire dalla disperazione.
Rimasi nuovamente solo,a meditare inutilmente sull'accaduto.
L'unico indizio accessibile alla mia logica potevano essere i miei pensieri,che probabilmente avevano agito come repellente per allontanarli.
Credo che la mia mente aveva cercato la salvezza nei ricordi del passato,dove mi vedevo innamorato di una donna che ancora oggi amo,nonostante mi abbia fatto soffrire.
Immagino che tutto quell'amore nascosto dentro di me,abbia generato un arma invisibile che colpi' i loro freddi cuori,ghiacciati dall'impossibilità di provare questo sentimento.
L'amore è un'energia immensa, e neanche il male supremo potrebbe mai fermarlo.
Continuerò ad amare colei che riempi' di gioia la mia anima,perchè l'odio non conduce a niente,danneggia solo noi stessi e ci fa vivere come dannati senza speranza.
Mai più piomberò in quel sogno chiamato inferno.


Cerco il regno della serenità,perchè solo in quel luogo potrò ritrovare me stesso.

   
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