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 L'Uomo Fortunato
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AlienMC
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Inserito - 20/12/2005 :  20:01:13  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a AlienMC
Prima stava bene, stava lì a giocare con le macchie del pavimento, a gattoni davanti al televisore e ai suoi genitori. Era felice così, bastava così, con l’affetto di una madre e i consigli di un padre.
Poi arrivarono gli altri bambini, tutti diversi, così strani per lui, sembravano felici con quelle bambole di soldato! Erano sempre di più con quelle bambole…
Ora anche lui voleva quella bambola di soldato, ci pensava giorno e notte e invidiava gli altri bambini che le possedevano. Chiese ai suoi genitori se un giorno anch’egli avrebbe potuto averne una; e quest’ultimi lo accontentarono.
Era solare, vestita di un verde smeraldo con un fucile riprodotto alla perfezione. Non vedeva l’ora di farla vedere agli altri, ma quando successe, i bambini ormai più grandi, non avevano più la bambola fra le mani, bensì un videogioco all’ultima moda; ed è così che il povero soldato divenne di colpo orribile, finto, puzzolente da non poterlo più toccare!
Come ha potuto non pensarci prima?! Era così banale! Il videogioco era la via! La sua vera passione da sempre! Doveva subito rimediare un videogioco all’ultimo modello.
Domandò il videogioco al padre e alla madre, ma questa volta, non ottenne nulla: “..ti abbiamo appena comprato il soldato!” dicevano loro.
Così, mentre tutti parevano felici col nuovo passatempo, egli continuava a vivere nell’ombra col soldato, sperando di ricevere, un giorno, il bel videogioco!


Questo procedimento a catena si iterò nel tempo attraversando ogni tipo di vizio materiale: dalla giacchetta americana alle scarpe con le luci, dal computer veloce al cellulare, dal cellulare al motorino, dal motorino allo strumento musicale…; e così via fino ad arrivare all’automobile con l’impianto stereo.
“Una vita fatta di corse” diceva lui; non faceva in tempo ad essere accettato in una compagnia che gia doveva rincorrere nuovi giochi, nuovi scopi e nuovi vizi. Che faticaccia! Si sentiva sempre indietro rispetto agli altri, sempre l’ultimo nell’acquisire la chiave del successo. Il mondo pedalava veloce, tutt’intorno, ogni cosa sorgeva e tramontava e lui non poteva rimanere li immobile a guardare! Perché era sempre così fermo e distaccato? Perennemente ansioso e osservatore… si… osservatore di una vita forse troppo rapida, con troppi momenti che si comprimono a vicenda, l’uno che elide l’altro lasciandoti negli occhi un'unica immagine confusa, e nella bocca, un amaro sapore d’abitudine. A volte, anche per un sol secondo, l’occhio gli cascava sulla vecchia stanza, nella quale passava da piccolo i bei momenti di inconsapevolezza, in quell’etere fantastico dove lui solo ed ogni cosa erano illuminati dal sole.

Egli dondola sulla sedia guardandosi le mani magre e rinsecchite, si rende conto che il tempo è ormai scorso… cosa bisognava fare adesso?
La sua società, quei bambini di un tempo, avrebbero potuto dirglielo… fossero ancora in vita! Pian piano, dolcemente, si spensero uno dopo l’altro. Quei pochi rimasti erano soli, nel loro dondolo di casa, in un piccolo spazio verde dove potare qualche pianta. FINALMENTE IL MONDO SI ERA RALLENTATO! Erano diventati tutti osservatori come lui, ora egli si sentiva a suo agio.
Ma un giorno, mentre camminava nel parco insieme ai pochi, notò che non c’era momento in cui i loro volti non fossero contratti, colmi di angoscia e disperazione. Sembrava fossero spaventati dalla loro situazione di vita, non sapevano più come comportarsi, non avevano più progetti da fare, che comprare…nemmeno i gioielli più belli o le vesti più eleganti sarebbero valse la felicità. Per loro c’era un unico obbiettivo: mettersi in attesa, in attesa di spegnersi.
Ma l’attesa è un’azione governata dalla solitudine e non si era abituati a tali situazioni. La solitudine implica la contemplazione, la conoscenza dei propri fenomeni interiori quindi… “un’osservazione”! Non erano capaci, ma non avevano scampo.
Quanta sofferenza! Volevano morire il prima possibile… stimavano i “già-morti”: “Beati loro!” dicevano.
Egli invece aveva passato tutta la vita ad osservare e proprio in quel momento, capì, dando vita alla sua fortuna.
Ecco il nuovo gioco! La nuova macchina, la nuova bambola di soldato. E se per ogni vizio egli fu sempre costretto ad attendere più degli altri nel goderne i “benefici”, uguale situazione si ripeté per l’ultimo.
Però stavolta attese senza ansie… sarebbe stato conveniente stressarsi poco anche per gli altri prima! D’altronde era un bellissimo osservare… ed ora, dal suo dondolo in giardino nel piccolo spazio verde, …continuò a osservare…
IL MONDO RIPRESE A CORRERE.


Davide
25/05/05


   
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