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 Incontro con John Landis
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Pamela Lawi
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Inserito - 22/11/2004 :  16:14:29  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Pamela Lawi  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Pamela Lawi

Il Torino Film Festival di quest’anno ha dedicato a John Landis una retrospettiva e in questi giorni esce un libro scritto e curato da Giuglia Agnolo Vallam che si intitola : ”John Landis”.
Il libro contiene un gran apparato iconografico, testimonianze di amici e colleghi, e un intervista che ripercorre la carriera del regista. John e la scrittrice hanno dedicato un po’ di tempo per parlare con il pubblico tra cui c'era la vostra inviata della Concerto News System, alla libreria Feltrinelli di Milano.
Landis si presenta in forma smagliante e già dalle prime parole non risparmia le battute : mentre la scrittrice spiega questo lavoro fatto a quattro mani e le testimonianze di amici e colleghi, il regista afferma di non capire l'italiano.

John, che cos’è stato per te fare questo libro?

Landis : “Quando Torino mi ha chiamato per una retrospettiva e Giulia me lo ha proposto, e io solitamente dico sempre di no perché penso che voglia dire “Sei Morto”, è stata molto persuasiva, mi ha blandito facendomi vedere i libri fatti in precedenza, cosi’ ho deciso per il Sì e in questo modo ho avuto l’occasione di farmi un viaggio in Italia gratis.”

Improvvisamente il regista mostra la moglie Deborah che è costumista di parte dei suoi film, c’è un capitolo dedicato a lei nel libro.


Dove ti collochi nel panorama del cinema americano?

Landis : Cerco lavoro! A dire la verità mi è giusto stato offerto, non saprei come fare senza dare la sensazione di essere presuntuoso ma, dando un occhiata al mio passato di regista, cosa che ho dovuto fare per ricostruire la mia carriera, mi sono accorto di quanto sono stato fortunato ad avere iniziato a fare il regista cinematografico a Los Angeles negli anni 70. Questo periodo è particolare per l’ industria, anche rispetto agli anni 60 e all’inizio degli 80. Gli studi erano di proprietà non di multinazionali che han poco a che fare con il mondo del cinema, ma di gente che faceva cinema e l’industria non era in gran condizione al tempo, ma oggi è morta. I registi avevano grande libertà di azione, potevano fare cio’ che volevano, anche un po’ di sciocchezze, ho iniziato in un momento di gran cambiamento, è una fortuna aver lavorato in quel periodo. L’ industria cinematografica è nuova, ha solo 110 anni. Quando io ho iniziato, dietro di me c’era la generazione che mi faceva da modello e che è la stessa che aveva inventato il cinema. Ho avuto la fortuna di incontrare i pionieri e artisti di spessore mondiale, mentre la generazione prima di me e quella prima ancora sono cresciute come il cinema. Sono stato baciato dalla buona sorte, ho potuto conoscere artisti come Capra, Fellini, John Ford, oggi è facile pensare a Alfred Hitchcok come genio e gran artista, ma quando lavorava, per molti era una semplice persona che operava nel cinema.

Il rapporto con Fellini?

Landis : Eravamo amanti! L’ho incontrato quando promuovevo "Un lupo Mannaro americano a Londra", un
addetto stampa che mi portava in giro mi disse che la sua segretaria voleva incontrarmi perché era fan dei Blues Brothers, ho detto "d’accordo, ma voglio incontrare anche Federico". Abbiamo mangiato insieme, c’era anche mia moglie, che era incinta, era molto avanti con la gravidanza di nostro figlio che oggi ha 22 anni . Mia moglie mangiava e Fellini le ha tenuto la mano e lei ha sussurrato "quello è proprio un genio”. Ho conosciuto molte persone che per me rappresentavano molto e tante volte, anzi spesso, incontri il tuo idolo e ti rendi conto di quanto sia antipatico, nel caso di Fellini la persona era cosi’ gentile, generosa, è splendida ,e con lui potevo poi condividere che detestava il suo primo ministro quanto io detesto il mio presidente.

Ha mai fatto un Toga party ? e quando ha incontrato John Belushi?

Landis : Animal house è stato scritto da 3 sceneggiatori che facevano parte di confraternite universitarie nel 1972, Chris Miller ha avuto un'avventura e su quella storia si basa il film. Il Toga party era nella sceneggiatura, io non ho finito la scuola superiore e ho scoperto con la sceneggiatura il Toga party, che è un uso diffuso e antico nelle università americane, se ne parla dai primi del 900. Sono un cattivo esempio io, ma voi andateci a scuola! La vicenda è complicata, nelle facoltà alcuni studenti scrivevano su giornali universitari, c’era una rivista satirica degli spettacoli e pure un programma radiofonico al tempo, diretto da Belushi e a cui partecipavano artisti comici come Chavy Chase. La parte era pensata proprio per John Belushi e a New York volevo convincerlo a recitare nel film, lui ha accettato anche perché c'era, in un altro mio film, la parodia delle arti marziali e lui era appassionato di Bruce Lee.


L’intervista continua tra le annotazioni di film, il regista consiglia :"School of Rock" e "The day after tomorrow", su quest’ultimo ha avuto un giudizio alquanto simpatico, definendolo “istericamente divertente” .

Perché non si vedono molto i suoi film ora?

Landis : Perché non hai uno studio? Non so, ho fatto qualche cosa a Torino ora ho presentato "Slasher" e ho un altro film che sto realizzando, ma è vero, per quattro anni non ho fatto nulla. I produttori vogliono che io faccia cose che non mi interessano mentre le mie cose non interessano loro, ho superato 50 anni, la vita è breve per fare cose che non mi interessano, un tempo mi dicevano "vai in Marocco" e io "perché no?" e poi chiedevo "quanti soldi mi date?". Oggi invece il prodotto cinematografico deve interessarmi.

Poi John chiede quanti di noi parlano inglese, in parecchi alziamo le mani e ci domanda com’è il traduttore raccontandoci che dell’italiano ancora ancora si capisce qualcosa, ma in paese come il Giappone le cose vanno peggio :"quando rispondo sì, il traduttore in giapponese parla per 15 minuti e non capisci più nulla".

Ha detto di detestare Farenheit di Michael Moore?

Landis : ”Non ho detto che lo detesto, ma non penso sia un buon film, sono d’accordo con alcune cose che dice, ma lui lo chiama documentario, ma non è un documentario, è una polemica. Il problema è che, per esprimere suoi pensieri, esagera nel modo di fare, anche per me Bush fa un pessimo lavoro, ma il modo in cui Moore lo racconta non mi piace, è semplicistico, Moore ha un sistema repubblicano di esporre i fatti, racconta balle. "Bowling to Colombine" lo reputo un porno, esagerato, dice che le armi fan male e poi per tutto film sparano. Lui ha vinto l'Oscar perché è l’ unica voce fuori dal coro e lo ammiro, per questo vorrei fossero migliori i suoi lavori, comunque è un simbolo, anche se non vado pazzo per i suoi film.

Intende dire che bisogna andare sul pesante anche noi, visto i tempi che corrono?

Landis : NO!Assolutamente No! Non c’è mai una scusa per abbassare il livello medio e abbassarsi.

Ha diretto "Blues Brothers" e "Animal House", amati da tutte le generazioni, sono icone, se lo aspettava un successo del genere?

Landis : Son felice, non me lo aspettavo, quando le persone mi parlano e si identificano nei film, a seconda del paese in cui mi trovo le sensazioni sono diverse : in Inghilterra mi chiedono del "Lupo mannaro americano a Londra" e di "Thriller", in Italia dei due film con i Blues Brothers e Animal House, in Francia "Una poltrona per due", in Usa gli altri film, in Spagna e Messico i "3 Amigos", in Australia il film numero uno che ha superato pure 007 è "Lupo mannaro a Londra", forse perché gli americani e gli inglesi muoiono? i film hanno una vita che va oltre la vita del regista, è bello vedere come gente in diversi posti si identifica in diversi film.

Quali sono i requisiti per lavorare nel cinema da regista?

Landis : Per qualunque professione c’è un percorso prestabilito, se voglio fare il medico so cosa devo studiare, per fare l'idraulico pure, per fare il regista non ci sono regole, il regista è chi dirige i film. Ci sono delle qualità, deve essere intelligente, sensibile, avere una predisposizione, l’immaginazione, la creatività, sapere gestire degli attori, deve avere visto dei film. In Italia avete dei bravi registi, Monicelli, Visconti, Fellini e altri, tanti e vecchi. Non esiste la via giusta o sbagliata, oggi ci sono scuole di regia che formano i futuri registi, molte sono buone, se è il modo giusto o migliore, non so. La cosa buona di oggi è che ai miei tempi ci voleva una telecamera 16mm e un processo molto dispendioso, adesso con una telecamera digitale si puo’ fare un buon film da montare poi su Mac e la qualità è buona. Un regista, ad esempio, che apprezzo parecchio è il giovane Spike Jones, quello di "Essere John Malkovich" , ero con lui a pranzo e gli ho menzionato Buster Keaton e mi ha chiesto :"ma chi è ?" e io ho fatto una faccia! non aveva neppure mai visto Casablanca! ma resta ed è un ottimo regista.


La famiglia, le tradizioni hanno influenzato la tua carriera di regista? c’è anche qualcosa di autobiografico?

Landis : Ogni famiglia ti influenza in qualche modo, è normale, la sola nota biografica che mi ricordo risale a quando a otto anni vidi "Il settimo viaggio di Simbad", rimasi stordito e a casa chiesi a mia madre chi faceva i film e lei, con aria ovvia :"il regista". Anche in "Lupo mannaro americano a Londra", che scrissi da giovane, di autobiografico ci sono i due diciottenni anche se io non sono stato ucciso da un lupo mannaro. Tutti i film sono politici, intenzionalmente o meno, il film non è cosa del regista ma del pubblico, ognuno in un film vede qualcosa di diverso, sente qualcosa di diverso, l’età di un film influisce non poco.

John Landis si dedica poi a firmare il suo libro.

Questo è tutto da Milano Feltrinelli.
La vostra inviata Pamela Lawi - Concerto News System - @2004.


   
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