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Amorina
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Inserito - 04/05/2003 :  13:59:45  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Amorina Invia un Messaggio Privato a Amorina
Camminavo tranquilla per le strade di un piccolo paese di montagna.Un silenzio perfetto seguiva i miei passi scricchiolanti sulla neve schiacciata al suolo.Mia figlia mi seguiva sgambettando ,non vedeva l'ora la portassi sullo slittino,come solevo fare ogni giorno.Odio la montagna,mi mette tristezza,anzi,no,non e' esatto,mi incute un rispetto misto a paura che mi impedisce il relax.Ai bambini,pero',un po' di aria salubre giova,per cui mio malgrado due volte all'anno mi recavo in questo piccolo paese montano.Quel giorno ero insolitamente allegra,sarei andata in quell'unico negozio dove trovavo dalle sigarette al set per cucito,avrei acquistato una tonnellata di giornali,e mi sarei coricata sulla veranda di casa mia a leggere,dopo la tortura dello slittino,ovviamente.Mentre pensavo e mi avvicinavo al negozio,una voce profonda,quasi imperiosa alle mie spalle mi lancio' un saluto."buongiorno,la prego,si fermi un attimo!".Mi voltai di scatto.Un uomo di notevole statura,fulvo di capelli,pallido,magrissimo,con una barba che pareva disegnata sul viso nobile ed allo stesso tempo inquietante,mi guardava senza sorriso con un paio di incredibili occhi neri,orientaleggianti.Il tutto strideva.L'accento era marcatamente tedesco,ed io mi fermai ,lo confesso,quasi ipnotizzata da quell'uomo dall'aspetto insolito;"Mi scusi-esordi'-ma sono rimasto colpito dal suo viso .Sono un fotografo,il mio negozio e' in fondo alla strada a sinistra,due porte prima dell'emporio dove lei si reca tutti i giorni.La prego si fermi un attimo,la vorrei fotografare".Di primo acchito avrei voluto rifiutare,il solito rompiscatole che vuole spillarti quattrini con orrende fotografie posate,che rimarranno in un cassetto,ammuffito ricordo di giornate montane,trascorse nella noia piu' mortale.Mi sorpresi,invece,a rispondergli"Ma certo,dove le facciamo le foto?"" Venga,signora,venga con me.Mi chiamo Ludwig."Lo seguii,come se fosse naturale,come se un vecchio amico mi avesse invitato a bere un caffe'.Camminammo,in silenzio,la bambina per mano,un quarto d'ora abbondante.Arrivammo in un piccolo bosco,che nelle mie escursioni alla ricerca di qualcosa di interessante,nn avevo mai visto.Sembrava di essere in una favola,uccellini che cinguettavano,alberi frondosi che lasciavano filtrare stilettate di sole.Una fiaba.Mi sedetti ai piedi del piu' bello,imponente,sul muschio odoroso,non c'era neve li',al momento non prestai attenzione a quel particolare.Tutto era verde,non un filo di neve,pareva primavera inoltrata,Con la piccola in grembo,mi fotografo',una sola volta."Grazie-e questa volta sorrise-me ne basta una.E' perfetta,ora possiamo andare da qui"Mi alzai,stupita,e lo seguii di nuovo per ritrovarmi poi nello stesso punto dove era avvenuto il nostro incontro.Ci salutammo,mi dette la mano,una mano caldissima,una stretta rassicurante.Lo seguii con lo sguardo scendere sino alla fine della strada e svoltare a sinistra.Mia figlia,insolitamente silenziosa sino a quel momento,comincio' a lamentarsi del fatto che ancora nn avevamo preso lo slittino.Dimentica dei giornali e degli acquisti,la portai sulla neve .Pensavo alla fotografia,a quell'uomo strano,al piccolo bosco,pensavo.Trascorse la mattinata,rientrai a casa,senza giornali,ma con l'ansia di recarmi nel negozio di Ludwig.Trascorsero le ore e,verso l'imbrunire,mi avviai all'emporio,con passo veloce.Ma,prima di entrare dalle due vecchiette del negozio,svoltai a sinistra,curiosa di vedere lo studio di Ludwig.Due porte piu' avanti,aveva detto.Giunta a destinazione,mi ritrovai di fronte ad una porta,non di un negozio,ma di una casa.Lessi i nomi sui campanelli,ma nessuno faceva riferimento ad uno studio fotografico.Tornai sui miei passi ed entrai nell'emporio.Chiesi alle due gentili signore se mi sapevano indicare lo studio del fotografo del paese,Ludwig.Le due anziane donne si guardarono in viso,ed una dopo un attimo mi spiego' che non c'era piu' il negozio di foto nel paese,e che il proprietario,Ludwig,era morto da anni.Anzi,si stupirono del fatto che io ricordassi,erano infatti passati piu' di quindici anni.Rimasi paralizzata,farfugliai qualcosa che non ricordo,comprai come un automa i giornali,e uscii quasi di corsa dal negozio,seguita dagli sguardi stupiti delle due vecchiette.Quasi correndo continuai la mia marcia verso il luogo dove la mattina avevamo scattato le foto,ricordavo bene la strada.E arrivai.....ad un piccolo parco giochi che avevo visto e rivisto,una vecchia altalena,una giostrina di legno con le panche,la neve per terra,niente alberi.Non volevo piu' restare.Basta,mi dissi,la solitudine,la mia insofferenza alla montagna,la sclerosi delle due vecchiette che probabilmente non avevano capito niente,basta.Erano gia' trascorsi dieci giorni dal mio arrivo,potevano bastare.Il mattino dopo ero gia' in macchina,allegra e canterina,con il baule pieno di giocattoli per mia figlia,comperati per tacitare le sue rimostranze.Dimenticai presto Ludwig,la foto,e tutto quanto,Mi rituffai nella quotidianita' cittadina,e il tempo trascorse.Giunse l'autunno,e con esso il giorno del mio compleanno.La mattina,trascorsi il tempo a telefonare,lavoro lavoro sempre lavoro,e alla fine di essa aprii la posta.In una busta di cartoncino,quello che si usava una volta,c'era la fotografia ,il bosco,io con in grembo la mia bambina,cinta dalle braccia di un Ludwig sorridente.

   
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