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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 A tutti coloro che vogliono fare un sorriso
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Elena Fiorentini
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Inserito - 22/03/2003 :  12:33:52  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Dedicato a tutti coloro che vogliono fare un sorriso

E’ risaputo che è più facile far piangere che far ridere, forse è questo il motivo per cui sono in netta minoranza gli scritti che ci ammiccano e sorridono.
Non so se in altri dialetti succede come nel meneghino,cioè la storpiatura di parole e frasi che finiscono con il produrre effetti comici notevoli.
Leggo a questo proposito, pubblicato da un editore meneghino, le vicende di un attrezzista di palcoscenico di Milano che era stato celebre acrobata e che dovette abbandonare la professione in seguito ad una brutta caduta.
Ecco il brano di una sua conversazione:
Quando ero ancora acrobata e mi facevo una contusione, me la guarivo con un paio di impacchi di acqua vegeto militare ( minerale), se invece mi facevo uno strappo mi massaggiavo con lo slogan (sloan- pomata); ora contusioni e strappi non me ne faccio più, ma in compenso ho tutte le ossa rotte per i dolori aromatici (reumatici)e gli acidi undici (urici), così spendo un sacco di soldi in farmacia e dottore e quando vado a casa con la paga scortata ( accorciata) gh ’ho de fa i c u n t cont la tributaria. ( con la tributaria, cioè la moglie alla quale vanno i tributi)

A proposito di pasticci tra dialetto e italiano,cito un ricordo di mio padre.
Un suo amico quindicenne che non aveva smesso di frequentare la scuola, ma accanito lettore dei libri di Emilio Salgari aveva onterpretato a modo suo, e molto più efficacemente come si può ben vedere i nomi di tutti gli eroi dei suoi romazi preferiti.
Gli restava veramente difficile leggere "Tremal Naik", vorrete ammettere anche voi, cari lettori, che è più efficace,che esprime meglio, che entusiasma e diventa l'idolo dei ragazzetti che descrivono agli amici le gesta di Tri Tenaj.
Quando andava al cinema a vedere l'entusiasmante Buster Keaton, il comico-serio del cinema mutoil titolo del capolavoro “Io e la vacca” diventava il più affascinante “10 e la vacca “.( Pensava che ci ossero dieci cow boys o pistoleros?)
La lettura di " Dieci e la vacca" al posto di "Io e la vacca" era molto diffusa all'epoca.

Per restare nel campo dei fraintendimenti,mi raccontò questo episodio un'insegnante di "Letteratura poetica e drammatica".

" Proffe-mi interpellò uno studente della classe di canto- mi aiuti a capire le parole di questa aria che sto studiando.

Vede, qui sembra molto chiaro e anche bello
....una furtiva lacrima
negli occhi suoi spuntò,
quelle festose giovani
invidiar sembrò....
Che più cercando io vo'!

( Nemorino aveva bevuto l'elisir d'amore venduto dal cialatano Dulcamara e crede di vedere un certo interesse da parte della ricca Adina.)
ma poi,prof,si può sapere che cosa c'entra la mamma?

Infatti l'aria continua con
"M'ama, lo vedo.
Un solo istante i palpiti
del suo bel cor sentir..."

Naturalmente gli svarioni più divertenti si coglievano in Chiesa all’epoca della liturgia in latino.
Sapevamo che non tutti pronunciano un buon latino, ma quella volta ci sembrava veramente poco ortodosso quello che il distinto signore cantava con grande entusiasmo.
Ci appostammo come dei cospiratori,ragazzini pestiferi, e ascoltammo inorriditi queste parole:”Tantum ergo sacramentum, dagheg el fidegh al sciur Clementum”cantate con impegno, slancio e convinzione.

Ma la più antica storpiatura di cui si ha memoria Milano potrebbe essere questa risalente forse all’epoca di Sant’Ambrogio.
SANT’AMBROEUS ANDEMM, che si traduce come Sant’Ambrogio andiamo !!!!
Dice la leggenda che Ambrogio usasse ritirarsi in meditazione in una chiesetta “ad nemus” trasformatasi in “andemm".
Il significato può essere ricercato nel fatto che Ambrogio tentò di fuggire dai fedeli che l’avevano proclamato vescovo, e avrebbe pronunciato il fatidico “andemm”, arrendendosi al volere popolare.
E. F.
(Le due citazione sono tratte dall’editoriale “Il Carrobbio” Milano


   
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