...Mastro William arrancava a causa dell'asfalto ricoperto di neve, era appena giunto con la carrozza in citta', molte miglia in quell'inverno inusuale, se ne sarebbe parlato a lungo di quell'anno..."durera' ancora poco ..." gli aveva sospirato sicura la fioraia all'angolo della piazza mentre di buona lena faceva gia' posto nel suo negozio alle piante della primavera. "A primavera terminero' per lei il racconto" rispose deciso tra se' e se' il viaggiatore, era il tramonto, gli pareva che fosse una locanda su quella via tanto la vetrata era illuminata, lo attirava, come volesse accarezzare la sua sera, in vece di una sua carezza rimasta nell'aria, il suo respiro condenso' il freddo attorno a quanto osservava al di la' del vetro, nastri rossi, verdi, un fabbrica di cioccolata confezionata con fiocchi, fiori. Era tardi, stavano per chiudere, ma entro' lo stesso e si fece trasportare tra i ripiani, un pacchetto in una carta di verde argentato racchiuso da un lungo girasole di pergamena, un altro pacchetto in carta nera con sopra uno spazzacamino di marzapane e un pacchetto in carta dorata e trasparente con dentro maggiolini di cioccolata, in una confezione conica e nastrata, come un mazzo di fiori.
Non sapeva quale scegliere, quando l'animo e' in tumulto a volte nasconde il desiderio del cuore, ogni gesto e' una parola e quella giusta fa fatica a farsi strada, rimase a girare e a girare loro attorno, sperando che fosse il pacchettino a decidere per lui. "Mastro William..." la voce della commessa lo avvolse all'improvviso dalle spalle "dimmi com'e'....".
La guardai grato ma lei mi fece segno di concentrarmi, la descrizione si fece chiara dentro di me e cominciai ..." lei e' ..."...mi fermo' come se fosse abbastanza e la sua mano mise nella mia la confezione a mazzo di fiori..."le fara' piacere..." ero sorpreso dalla sua veloce scelta che sentivo giusta..."ma io ho solo pensato..." "...no, l'espressione del tuo viso me l'ha mostrata, e tutto mi e' parso chiaro...." "...anche a me...."
Mastro William le mise le dieci corone sul banco e le sorrise ..."...sara' a primavera...", usci' nella stranamente calda aria nevosa, non riflettendo neppure alle parole che avrebbe usato per darle quel piccolo dono, sapeva che il momento le avrebbe fatte sgorgare sincere....

"...be' la mia signora ed io ci prenderemo tutto il mese per il viaggio di nozze..." esclamo' il mio amico Faber con allegria e calore rispondendo alla mia stretta di mano ".. ma a primavera, tu e io ci rivediamo, e mi saprai dire se le mie previsioni sui cambi si saranno avverate...". "Sui cambi...quali cambi....?...Ah si'...i cambi..." gli risposi dapprima un po' smarrito e poi sorridendo con tutto l'animo al suo sguardo aperto.