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frenkbull
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Inserito - 09/04/2005 :  12:51:10  Mostra Profilo  Visita la Homepage di frenkbull Invia un Messaggio Privato a frenkbull
Faccio fatica nelle mattine d'inverno ad allontanare col solito tocco sull'anca il mio cane dal letto. Non è solo il gelo invadente di questa camera a farmi ritardare il risveglio, ormai ho imparato a dare un nome agli eventi, a renderli viventi nelle mie giornate per saperli poi affrontare, mentre mi costringo a subirli. Da quando ho cominciato a lavorare in fabbrica, dentro di me c'è paradossalmente una musica diversa, più lieta di quel silenzio patito per soggezione della verità: "Per la selva me ne vado/spargendo ai lati le promesse/come un frivolo incline al fallo". Eppure, faccio fatica a reggere lo sguardo dei miei colleghi forti e rudi, a dare seguito al mio nome così come dovrebbe pronunciarsi, a chiedere rispetto della fonia. Mi hanno riso addosso il primo giorno, quand'ero facile bersaglio perché ancora interdetto di fronte agli ingranaggi di un macchinario; mi hanno riso addosso il giorno successivo, quando ho abbozzato una difesa ridicola gesticolando come un salice nella tempesta. Conta forse cattivarsi la presenza mite di uno stuolo di irragionevoli prevenuti, più di promettersi un posto e un ruolo affini al proprio colore, alla propria carnagione, alla propria propensione? Il mio capo è un burbero fascista ed io lo rimbecco di continuo. Tempo fa mi ha chiesto però, se fossi disposto, dati i miei cordiali movimenti, a riverirlo di nascosto in cambio di un lauto compenso; ho letto nei suoi occhi il dramma della bugia, inerpicata come l'edera a ridosso di un muro che non concede respiro: "Di notte scalpiti al labbro/proteso di boccioli d'uomini,/ tutti i tuoi vergini anni passati/a vergognarti delle bramosie:/da allora nulla è cambiato qui,/per ogni voglia occorsa al buio/t'intrappola una cintura di colpe./Che uomo scegliesti per te, quale pena?". Adesso, se mi faccio cogliere da solo per i corridoi dell'azienda, lui mi supplica silenziosamente il perdono; al cospetto di tutti gli altri, mi spintona a volte con le parole e a volte con le mani. Ma io resisto, canto la mia libertà. Anche stamani sono in ritardo, devo scivolare via dal calore del mio cane, devo uscire allo scoperto.


   
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