La pioggia battente era mista a neve e il forte vento di tramontana aveva lacerato una vela.
Era piovuto tutto il giorno e la navigazione lungo la costa abruzzese non era stata tranquilla ed ora quel vento impetuoso sconsigliava di proseguire un viaggio tanto pericoloso…

"E' forse giunta la nostra ora…Dio misericordioso abbia pietà del suo indegno servo…"
La galea di Papa Alessandro III, quinta delle undici galee armate per raggiungere Venezia, beccheggiava paurosamente.

Il papa, il dotto senese Rolando Bandinelli, che neppure il peso degli anni e l'affronto imperiale delle nomine di tre antipapa avevano fiaccato, si disponeva ad affrontare con coraggio quella che forse sarebbe stata, di li a poco, la sua ultima ora.
"Romualdo, amico e fratello in Cristo, dammi la tua benedizione ".

L'uomo , arcivescovo di Salerno, tracciò un segno di croce davanti al Pontefice e , a sua volta, s'inginocchiò .

Improvvisamente la porta del cassero si aprì ed l'uomo con le insegne del gran Connestabile del regno si precipitò gridando: " Siamo salvi! Un porto….un riparo…."

Correva l'anno 1177 e si era in febbraio ed il piccolo porto naturale di San Nicola della Meta sembrò a tutti un segno della benevolenza della Provvidenza...

Ma come mai il Pontefice era su una nave, nell'Adriatico ?

La storia ci ha tramandato che Alessandro III era in viaggio per Venezia per il congresso di pace tra Federico Barbarossa ed i Comuni lombardi.

Ma nulla avremmo saputo della terribile tempesta che stava per travolgere il pontefice ed il suo seguito, se il ricordato arcivescovo di Salerno, al secolo Romualdo Guarna, non avesse annotato il fatto nel suo "Chronicon".

Il seguito era numeroso, composto da cinque cardinali, molti abati, baroni e conti, sei vescovi oltre a militari e signori inviati dal re di Sicilia, Guglielmo II il Buono, nell'occasione garante eccezionale del viaggio.

Scarnamente, l'arcivescovo annota che i venti contrari e il mare terribilmente in burrasca impedirono l'imbarco al Papa ed al suo seguito fino al giorno 7 marzo .
Era il giorno delle Ceneri ed Alessandro III le benedisse in una Messa solenne, distribuendole a tutto il popolo convenuto ed al suo seguito, prima di prendere posto sulle galee che da li a quattro giorni lo avrebbero condotto a Zara.

Il ringraziamento per lo scampato pericolo e la riconoscenza alla popolazione che tanto si era prodigata per lui ed il suo seguito in quei trentuno giorni, indussero Alessandro III ad attribuire alla comunità ecclesiale della cittadina, l'antica Histonium in seguito chiamata Vasto, uno speciale "beneficium": un giulibeo annuale, con indulgenza plenaria a quanti - nella terza domenica di gennaio - avessero visitato la Chiesa di San Pietro recitando un atto di fede ed una preghiera per le intenzioni del Pontefice.

Successivamente, tale speciale dono fu riconfermato dal Papa Pio VI con atto del 12 dicembre 1777.