Elena Fiorentini
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Italy
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Inserito - 26/03/2007 : 09:11:48
L'alba di Milano Piazza Duca D'Aosta Milano- Piazza Duca d'Aosta.
Il concorso promosso dalla Aem e dal Comune di Milano per la realizzazione di un'opera che esaltasse l'importanza della luce è stato vinto e in seguito realizzato dall'architetto londinese Ian Ritchie, autore, tra l'altro, anche della piramide in vetro del Louvre. L'opera istallata nella piazza della Stazione Centrale è l'"Alba di Milano", una struttura in fibre ottiche. Si tratta di una grande superficie luminosa di 10 metri per 42, che si protende dinamicamente sino a un'altezza di 50 metri. La fibre ottiche emanano una luce fluorescente di colori cangianti, producendo anche un effetto di acqua in continuo movimento e trasparente, che quindi, nelle intenzoni, non nasconderebbe alla vista la facciata della stazione. "Ho fatto brillare un raggio di luce dentro un getto d'acqua di fonte. Mentre l'acqua tracciava un arco puntando al terreno, la luce lo penetrava, seguendone la curva, e restando prigioniera nell'acqua che si arcuava. La luce scaturisce come acqua dal terreno, emettendo le lunghezze d'onda della luce visibile. È la luce che si piega e si muove docile alla brezza", ha detto Ian Ritchie per spiegare i motivi che l'hanno ispirato. Alba di Milano è stata scelta in una rosa di 700 progetti, presentati al concorso internazionale "Milano 2001: III millennio". Un'idea luminosa per il XXI secolo da architetti di tutto il mondo. Questo fascio luminoso, nelle intenzioni degli ideatori, dovrebbe riflettere lo spirito della nostra era, in cui la luce è diventata forma, contenuto e veicolo stesso delle informazioni, e simboleggiare la fama che Milano gode nel mondo come centro di innovazione, design e moda. Scrive Gianfranco Cincotta Per l'Alba di Luce in realtà il costo era elevato per via delle fibre ottiche che senza acqua si depereivano. Il progetto dell'artista prevedeva una collocazione in una zona un po' scura e non al centro di una grandissima piazza. Il comune per risparmiare sulla cascata d'acqua fece cosi corrodere le fibre ottiche (L'acqua poi si doveva raccogliere alla base in una vasca circolare mai entrata in funzione e sempre transennata mantenenedo le fibre pulite da sole anziché, come dovette poi fare il Comune, farle lavare a mano con costi maggiori o, ciliegina sulla torta, data la poca visibilità cromatica aumentare la tensione elettrica sino a bruciare le fibre...! --- L'opera avrebbe dovuto rientrare nel più ampio Piano urbano della luce. In realtà l'ho vista in funzione una volta sola e , vi assicuro, era fantastica. Ebbe un finale triste. Soprannominata dai Milanese "la branda", ingombrante e non funzionante, venne rimossa. Elena Fiorentini
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