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Roberto Mahlab
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Inserito - 01/12/2013 :  23:06:50  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Fiera commerciale a Milano, diciannove espositori, per la maggiorparte donne, rispondono con trasporto e volentieri alla domanda : "cosa sta accadendo?"

1) "Il lavoro in Italia è un disastro, ce ne andremo all'estero perché ci sono più opportunità, qui non te le danno. Le leggi favorevoli sono solo per i grandi gruppi, per le piccole e medie imprese, invece no".

2) "In Italia ci sono difficoltà oggettive, per non parlare della burocrazia e poi non viene riconosciuta la professionalità. Le piccole imprese per risparmiare tagliano i costi di comunicazione a causa della pressione fiscale".

3) "Lavoro per passione, mi sono spostato da altre zone del paese perché colpite di più dalla crisi. Devo dire che siamo un popolo che accetta l'inaccettabile".

4) "Lavoro per una multinazionale, vivo quello che sta succedendo, il mercato è fermo e non riprende".

5) "Va male, ho 28 anni e me ne andrò via dall'Italia insieme a due altre ragazze, qui non si riesce a mantenersi, le tasse, le leggi, la burocrazia, è impossibile".

6) "Il problema è che la gente spende poco, cerca il costo basso, ci sono difficoltà a comprare anche le cose particolari, non esiste più la possibilità economica, si soppravvive con difficoltà. I discorsi dei politici mi fanno restare sbalordito".

7) "Sono uno dei frutti della crisi, la casa editrice in cui lavoravo ha chiuso. Per le piccole attività è un disastro, si soppravvive appena. Mettersi in regola è impossibile, non si avrebbero margini, tutto è proibitivo e mi sono ritrovata senza lavoro".

8) "Non sono italiano, mi sembra che l'unico modo per lavorare in questi tempi in Italia sia proporre idee nuove, i prodotti in genere sono svalorizzati, l'artigianato non esiste più, nulla ha più valore".

9) "Il negozio dove sta mio padre va male e la metà se ne va in tasse e per mantenerci dobbiamo trovare altro, il mercato dei fiori non è essenziale per i consumatori come lo sono il cibo e le vacanze, sì, per le vacanze si fa di tutto".

10) "Non c'è credito, chi vuole fare impresa deve fare tutto da solo e con questa crisi è anche difficile anticipare il denaro. La spesa per il superfluo non c'è più e in Italia non ci sono neppure più le materie prime perché i produttori hanno chiuso".

11) "Stiamo aspettando che scoppi la rivoluzione, i libri di Storia non sono romanzi, i politici fanno di tutto perché succeda".

12) "E' una crisi economica e politica, la classe politica non ha saputo sostenerci, la grossa difficoltà è per i giovani. Chi aveva soldi prima, non è stato intaccato dalla crisi, è stata intaccata la classe media".

13) "Non ho cose belle da dire per rispondere, ci vorrebbero nuove regole e poi sburocratizzare. Nuove regole che consentano di lavorare con meno oneri e più liberamente".

14) "La crisi c'è, eppure io vorrei aprire la mia ditta, ma non aprirò mai un negozio in Italia, le tasse sono impossibili, me ne voglio andare. Anche le aziende francesi, nel settore della moda, stanno chiudendo le loro filiali in Italia a causa della burocrazia e dei costi!".

15) "Lo stato ti blocca qualsiasi cosa tu voglia sviluppare, le tasse e le spese iniziali per una attività in regola sono proibitive".

16) "Mi occupo di design, fino all'anno scorso più o meno le cose giravano, quest'anno le aziende hanno finito il budget a luglio, ti dicono di continuare a lavorare e che ti pagheranno l'anno prossimo! Non ci sono più le risorse per investire, le eccellenze che avevamo se ne sono andate e come si recupererà la loro professionalità?"

17) "Devo dire che per vendere, si vende, solo che il problema è incassare e recuperare i crediti, i clienti non hanno liquidità. Lavoriamo con l'estero dove c'è sempre stata un'altra mentalità commerciale. In Italia c'è stata una strage di aziende, era per noi un punto di onore comprare solo prodotti italiani, poi i nostri fornitori hanno chiuso andandosene all'estero con il risultato di centinaia di persone rimaste senza lavoro, perché lo stato non si adopera per stabilire le condizioni necessarie affinché gli imprenditori non se ne vadano? Noi non assumiamo più perché le regole sono impossibili. La gestione politica della crisi è delinquenziale, non hanno pudore o vergogna, li vedi sempre ridere e non hanno mai lavorato in vita loro".

18) "La situazione è preoccupante, la gente non ha soldi da spendere, è abbattuta, di umore nero, una depressione generale, la devono smettere di bombardarci con cose negative, ci devono dare fiducia e togliere le tasse. Purtroppo mi accorgo che la gente ormai va avanti per inerzia e senza alcuna reazione".

19) "La crisi c'è anche nel nostro campo alimentare, il commercio e i consumi sono bloccati. La gente ha paura di spendere anche per il cibo e mangia male perché spende meno. Il lavoro è bloccato, non si trova, ci stanno massacrando di tasse, o scoppia la rivoluzione o i nostri 'beneamati' politici provocheranno la guerra dei poveri. Loro stanno bene, noi abbiamo perso quello che avevamo, penso che non dobbiamo più piegare la testa".

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(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).


   
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