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Domenico De Ferraro
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Inserito - 23/12/2010 :  19:40:34  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Domenico De Ferraro

PICCOLO MIRACOLO DI NATALE

L’inverno bussava forte alle porte di ogni casa che incontrava ,facendo udire il suo lugubre lamento ,il trascinare delle sue catene .Attraverso pianure deserte gelando ogni cosa ,scalando montagne altissime imbiancate dalla candita neve ove infuriano i venti e danzano gli spiriti dell’aria. Giungendo tossendo fino alle città portando neve e gelo ,bussando ogni porta , visitando ogni luogo un tempo baciato dal tiepido sole primaverile. Nunzia era una bambina dai lunghi capelli biondi che gli scendevano come una cascata sulle fragili spalle e degli occhioni blu come il mare . Nunzia non aveva mai conosciuto il suo papà morto tragicamente alla sua tenera età viveva con la mamma che lavorava ai mercati generali come contabile , in una piccola casa al secondo piano di una fatiscente palazzina a tre piani in vicolo della mortella . Quella mattina Nunzia pur essendo l’ultimo giorno di scuola non aveva nessuna intenzione d’andare a scuola , inventò a tal proposito mille scuse alla sua mamma per non andarci dicendo :
mi fa male la pancia , oggi non mi sento assai bene , non ho neppure finito di fare i compiti , mamma posso rimanere qui a casa, ti prometto che sarò buona e non combinerò pasticci. Va bene andreina mi raccomando però , non aprire la porta a nessun sconosciuto , fai i compiti ci vediamo stasera , vieni qui dammi un bacio . Oh mamma rispose lei affrettandosi a correre incontro baciandola . Ti voglio tanto bene. La mamma di lì a poco andò a lavoro lasciando Nunzia da sola a casa. La neve copriva ogni cosa , un bianco coniglio sbucò fuori dalla boscaglia e sorridendo sventolando le sue orecchie a sventola corse lesto sul manto di neve lasciando le sue tracce lungo il sentiero. Un netturbino svuotava i cassonetti ricolmi d’immondizia mentre un arzillo vecchietto se ne andava passeggiando con il suo cagnolino per strada con indosso il suo grande cappotto abbottonato fino alo collo. Mancavano pochi giorni al santo natale le strade erano addobbate a festa e si vedevano tanti negozi pieni d’ogni bene. Molti dicono che questi sono giorni particolari la magia della natura prende il sopravvento e trasforma ogni male in bene e viceversa .
Basta poco per scoprire questo particolare fenomeno basta chiudere gli occhi dolcemente e lasciarsi condurre dalla fantasia nel mondo dei sogni. Nunzia provava gran freddo quella mattina cosi tornò a letto e infilatosi sotto due o tre coperte al calduccio chiuse gli occhi per continuare a sognare , in questo suo dormiveglia vide apparire un ombra sottile scivolare tra le pieghe del tempo venire avanti farsi sempre più visibile.
La vide scendere dalle nuvole, un ombra quasi oscura che prendeva la forma di strani esseri che le facevano assai paura , ma nel qual tempo si sentiva terribilmente attratta a scoprire cosa fosse quella strana ombra. Intimorita Nunzia ma per nulla spaventata chiuse ancora di più gli occhi e s’infilò ancora più sotto le coperte . L’ombra apparve e scomparve sui muri delle case , poi lesta la vide correre sui tetti camminare in bilico sulle tettoie con un gran sacco nero sulle spalle . Girandosi furtivo s’infilava lungo i comignoli guardandosi attorno guardinga. Nunzia voleva gridargli Chi sei ? ma non aveva ne forza ne voce per farlo si sentiva inerme ,pronta ad essere chi sa mangiata anch’ella da quella brutta ombra apparsa improvvisamente tra i suoi sogni. Nunzia in quei istanti avrebbe voluto la sua mamma ed il suo papà vicino ma ella non aveva un papà come tutti i bambini del mondo si sentì cosi indifesa in preda ad uno strane evento . Avrebbe voluto scappare , uscire fuori dal letto chiedere aiuto ma si sentiva sola pietrificata dalla paura. Poi provò a guardare meglio quell’ombra che la terrorizzata è vide che aveva una precisa forma era una figura d’un uomo grande e robusto con un berretto in testa . Non riusciva però vedere il viso così pensò subito ad un mostro orribile che voleva mangiarla in un sol boccone. L’uomo di spalle grande e grosso era vestito tutto di rosso ed aveva un enorme sacco sulle spalle . Camminava sui tetti illuminato lievemente dalla luna che faceva capolino dietro le nubi. Si calava lungo i camini e scendeva , scendeva fin giù poi ritornava su tutto allegro con il suo sacco un po’ più sgonfio. Nunzia pensò forse è un mostro che mangia bambini , non voglio morire , ti prego madonnina abbi pietà di me sono così giovane . Oh se ci fosse qui la mia mamma o il mio papà gli darebbe un sacco di legnate a quell’ orribile mostro. Tutto ad un tratto sentì un rumore nella sua stanza , pensò sarà un topino di passaggio che scorazza per la stanza o il gatto della vicina che rincorre qualche topo vagabondo. Non aveva il coraggio di cacciare fuori la testa da sotto le coperte cos’ intimorita che sudava freddo la poverina. Senti così un altro rumore questa volta un tintinnio di campanelli che emetteva una dolce e soave melodia. Nunzia voleva gridare ma non ebbe ne il coraggio ne la forza per farlo . Quando ella era mezza morta dalla paura senti una leggera e calda carezza sfiorarle i lunghi capelli biondi ed un senso di pace l’invase in un istante un bene profondo le sollevò subito il suo morale ed un ricordo felice la conquistò impadronendosi di lei . Così tutto ad un tratto non ebbe più paura ed ebbe anche il coraggio di dire chi sei ? per favore non farmi del male , rimanendo nascosta ancora sotto le coperte . Udii una voce amica rispondergli non aver paura , non ti faccio del male . Esci pure fuori da lì sotto non hai niente da temere. Va bene io esco , ma tu fai il bravo e non mangiarmi in un sol boccone. AhAhAhAh rise il gigante vestito di rosso .Hai paura che ti mangio , io non mangio i bambini . Loro sono miei amici .
Sono qui per sapere cosa desideri. Cosa desidero? Rispose Nunzia Si quali doni desideri per questo santo natale.
Io non so.. disse Nunzia un po’ turbata .Posso uscir da sotto le coperte mi prometti che non mi farai nulla di male? Promesso esci pure . Così nel sbucare da sotto le coperte vide davanti a sé un grande omone rosso di viso con una folta barba bianca un sorriso beato stampato sulla bocca. So che quest’anno sei stata particolarmente buona hai aiutato la mamma nei lavori di casa e ti sei comportata assai bene con tutti. Qualche bugia mi dicono i miei folletti l’hai detta ma non c’è nulla di male in questo sé dette a fin di bene. Beh io … disse Nunzia


DOMENICO DE FERRARO

   
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