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lola
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Inserito - 06/10/2003 :  20:01:32  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a lola
Viaggiavo scomoda con troppo silenzio nel cuore, le periferie lasciavano il posto alla natura con i suoi colori, le colline nascondevano ville ottocentesche invisibili all'occhio distratto e il senso romantico colmava un pò il mio bisogno di pace. Mille storie di persone si fondevano con la mia, ascoltavo le conversazioni e studiavo le mosse come per prepararmi ad un agguato ma con la curiosità di chi non ne ha mai abbastanza della vita in generale. Mi interessavo adesso dei casi universali, quelli che tali possono essere classificati, perché necessitavo una qualche morale da trarre fuori dal mio caso particolare, singolo. Ma quel vento scuoteva soltanto me e le facce buffe di chi dormiva a bocca aperta non mi aiutavano. Era molto più facile operare una selezione tra turisti e cittadini di quel posto e scovare in quest'ultimi le caratteristiche simili o non simili tra loro e me,come per gioco, perché già ho parlato di un certo tipo si solitudine che mi circondava. Apatia a momenti. Piedistallo (fittizio) di cultura e ignoranza di sentimenti. Da non confondere con l'essere insensibile. Parlo di come io viva le mie emozioni troppo intensamente così da "sentire troppo" e non conoscere le mezze misure. Mi interesso distrattamente di astrologia e sembrerebbe che io fossi nata con Venere in una certa posizione che non ricordo (ho detto "distrattamente" appunto) che si tradurrebbe in qualcosa come "amore vissuto in modo passionale, ossessivo (questo non é vero, giuro), totalizzante". Non é affatto una gran cosa come potrebbe sembrare. Ma forse sono tutte assurdità per chi compra certi giornaletti che ben poco hanno a che fare con le stelle. Tornando al discorso che tentavo poc'anzi di intraprendere, l'osservazione maturata da me in questi anni lontana da casa mi ha concesso la facoltà di capire quanto siamo tutte simili noi creature dell'universo, non importa la lingua o l'accento che sembra separarci. Ma la cosa più straordinaria é imparare a conoscere noi stessi, salire uno scalino e guardare da un più alto punto di vista o semplicemente da una nuova angolazione, così che anche un paesaggio possa parlarci diversamente da prima, il cipresso all'orizzonte tanto quanto la fabbrica abbandonata. Quello che veramente mi interessa adesso é la vita che scorre sopra e dentro le cose, il passaggio dell'uomo nei secoli, l'essere degli oggetti, il divenire da "potenza" a "atto". Così, amo conservare oggetti come biglietti, stringhe, caramelle...solo perché il loro stato mi dirà un giorno quante emozioni sono riuscita a rubare al tempo e trasformarle in materia anche se sassetti rossi caduti per caso nella risvolta dei pantaloni. Feticista? No, solo amante di vita vissuta e assetata di conoscenza, prima di tutto verso me stessa poiché più procedo e meno mi riconosco. Seneca, nel suo trattato "la felicità" crede che per prima cosa sia necessario imporsi una meta da seguire e poi spogliarsi di tutti gli elementi superflui della vita, in modo che niente si frapponga tra noi e lo scopo che ci siamo prefissi. Ma io non so quanto questa deduzione sia corretta, piuttosto voglio vivere tante forme di felicità e conoscenza, sfumature, attimi particolari, strofe, non necessariamente poesie ma versi isolati a caso.
Forse senza pensarci mi sono data una risposta da sola.
O magari sono più confusa di prima.
Baci a tutti.

leda cossu
Senatore


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Inserito - 07/10/2003 :  13:36:53  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
Cara Lola,
in viaggio

nel tuo …”viaggio scomodo con troppo silenzio nel cuore…..bisogno di pace” sembri percorrere…”il passaggio dell’uomo nei secoli” ...”…mille storie di persone si fondono con la mia..”, che è poi il viaggio, certamente quasi mai comodo, nelle nostre singole vite e il viaggio dell’uomo nella storia.

in viaggio raccogliendo…

Raccogliere piccoli oggetti (stringhe…), ma anche immagini interiori, ci fa ricordare di noi stessi e a volte ne abbiamo un bisogno immenso (soprattutto con gli anni e nei momenti bui della nostra vita). Quando l’uomo costruisce biblioteche, musei….per ricordarsi come umanità nel tempo, nella storia di una comunità, di un popolo… fa la stessa cosa.
E’ sempre difficile disfarsi dei ricordi, selezionarli. Mi è capitato fra le mani il servizio di una rivista sulla scrittrice Katherine Mansfield, nata nel 1888 in Nuova Zelanda, vissuta in Inghilterra e a Parigi, morta a Fontainebleau nel 1923. Avevo letto il suo diario da ragazza. Lo riprendo fra le mani ora che parlo con te, e vedo che è il primo di altri 4 servizi pinzati insieme: su Giovanna d’Arco, Gorge Sand, Chopin, Shakespeare.
Sono articoli di oltre 35 anni fa, mi parlano di me stessa allora. Questi articoli hanno in comune la biografia e le foto dei luoghi della vita di 5 grandi. Forse è un caso che siano insieme, certamente non è casuale che li abbia tenuti. Oggi, come molti anni fa devo conoscere chi c’è dietro un pensiero, quale persona, quale vita, quali sono i luoghi in cui vive. Mi piace la domanda di CdS che ci chiede tutto questo. Risponde anche a mie esigenze…datate, ma nelle quali mi riconosco ancora oggi. Anche questi articoli sono una specie di stringhe da raccogliere e mantenere nel tempo.

in viaggio con i nostri mezzi
Oltre che di conoscenza e di memoria, parli di emozioni….anche troppo intense, non conoscere le mezze misure, così da sentire troppo, tante forme di felicità……
Tutto questo è l’anima. Ci coinvolge sempre anche fisicamente, ci da impulso vitale, fino alla nostra soglia (ognuno ha la sua). Quando è troppo ci stravolge, stressa, ci fa rimanere dove siamo, ci impedisce di vedere davanti a noi…fino ad interrompere il viaggio che abbiamo scelto.
Tutto passa attraverso la carne…e ritorna all’anima,che si strugge, si stropiccia...diventa quello che comunemente si dice…una povera anima.
Ci sono movimenti fra corpo, anima e volontà (che è il fare, quello che tu definisci “il divenire da potenza ad atto”) in cui l’anima non a caso sta in mezzo e prende le botte da tutte e due, dal corpo quando si sperimenta in ogni via che intravede. L’anima prende le botte anche dalla volontà del fare se non è sostenuta in quel momento da altre risorse: forze anche fisiche, conoscenze, pensieri chiari… Tutto ciò lo sperimento ogni giorno, tutti lo viviamo in varia misura. Tutti facciamo il viaggio anche dentro di noi, prendiamo coscienza piano piano, un po’ alla volta del nostro limite, la nostra personale soglia....oltre la quale i primi a soffrirne siamo noi (corpo, anima, pensieri, paralisi del fare).
Ma se impariamo ad amare questo nostro corpo, a disseminare le nostre giornate di punti fermi, a darci un ritmo fisico, come un vento sottile ci rifluiscono facoltà, un chiaro vedere e sentire e nel nostro viaggio quotidiano sentiamo anche il tintinnio dei nostri talenti nelle tasche. Anche quelli sono i cartelli indicatori del nostro viaggio. Queste cose le dico ogni giorno a me stessa e alle persone care.

raccoglitori-seminatori (dalla potenza all’atto)
Noi “umani” siamo passati attraverso la storia prima come raccoglitori e poi come coltivatori. E’ anche la storia della nostra vita. Non è definito il momento in cui iniziamo a seminare, in cui “possiamo e lo facciamo” (dalla potenza all’atto come dici tu). A grandi linee corrisponde dai 28 anni in su, ma anche da bambini qualcosa piantiamo (io l’ho scritto nella mia Musina, un raccontino).
L’umanità l’ha imparato dalle donne, in loro c’era il mistero della vita, da loro nascevano bambini e nessuno sapeva il perché. Un periodo di grande autorità femminile. Gli uomini cacciavano e loro li attendevano, vedevano riprodursi la vita delle piante, con le stagioni. Impararono i cicli della vita. Capirono che quello che dentro di loro diventava un bambino, era il frutto di un incontro, di un seme. Sono state loro per prime a riconoscere i semi, a raccoglierli (forse erano anche belli, da portare con se come le tue stringhe) ad utilizzare questi semi, a coltivare la terra, la vita. Da sempre passiamo dalla potenza all’atto, perseguendo un impulso, un desiderio, uno scopo…continuando la vita. Buon viaggio da raccoglitrice-seminatrice, Lola,

LedaVai a Inizio Pagina

lola
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Inserito - 19/10/2003 :  19:04:01  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a lola
Devo ringraziarvi entrambi, Leda e Braveheart, anche se un pò in ritardo. Sono affascinata da come Leda abbia sviscerato i miei pensieri e li abbia fusi con i suoi, le cose che mi ha scritto mi hanno regalato molte risposte ed é sempre una grande sensazione crescere attraverso le parole di altri, soprattutto se si tratta di uno scambio di pensieri sincero, sano. Grazie Leda, anche per la tua email.
Complimenti Braveheart per la tua poesia, le parole diventano immagini, la metafora si fonde con la natura sensibile e la vita diventa così reale...Grazie per aver lasciato qui la tua opera.
Un abbraccio
lola

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Inserito - 20/10/2003 :  08:56:36  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Admin  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Admin
In riflessioni sono abituato a vedere qualcosa di diverso, pensieri strutturati che spiegano un fatto, una sensazione e poi di solito.. quando vedo interventi successivi mi immagino sopra vi sia una sorta di punto di domanda.
Il testo di Lola l'avessi visto prima sarebbe stato subito collocato in racconti perche' cosi' mi si presentava alla mia limitata mente.. ma vedo che altri hanno saputo scomporre un racconto e farlo diventare una riflessione ed analizzarlo nel dettaglio fornendo una visione ed una lettura e delle informazioni che Lola stessa ha apprezzato.
Questo normalmente su concerto non accade. Non si smontano, analizzano e sminuzzano i racconti ma questo, ripeto, non era evidentemente un racconto era una riflessione senza punto di domanda ma che permetteva delle risposte (essendo in riflessioni e non in racconti).
Dato che Lola aveva gia' scritto molti testi e poesie ben doveva conoscere la differente destinazione d'uso di questi luoghi.
Spero che mai capiti a qualcuno di mandare un racconto per errore in riflessioni.. perche' come e' nelle regole di concerto mai dovrebbe accadere che si entri e si sminuzzi e si dettagli. Perche' un racconto e' un fatto artistico e come tale deve incastronarsi e non essere alterato nelle letture successive fornendo chiavi interpretative diverse da quelle scelte, nel momento della stesura, dal suo autore.
Spero che le riflessioni future somiglino di piu' alle riflessioni che conoscevo.. questa modalità seppure legittima mi ha messo a disagio e di questo me ne scuso con Lola e con Leda.
Ciao
concertodisogni

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leda cossu
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Inserito - 21/10/2003 :  23:30:04  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
E'attinente questa storia? Forse no, forse si. Ma è bella. Parla di amicizia e di fedeltà all'amicizia. E' lo spirito di assoluta "vicinanza e amicizia" con cui ho risposto a Lola. Gli schiaffi li troviamo tutti i giorni lungo il nostro cammino. A volte non consapevoli. Gli amici no, per questo riporto questa storia non mia, per far riflettere gli amici... una storia

Ti racconto una storia di due amici che camminavano nel deserto.
In un momento del viaggio cominciarono a discutere, ed un amico diede uno schiaffo all'altro.
Addolorato, ma senza dire nulla, scrisse nella sabbia: IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA DATO UNO SCHIAFFO.
Continuarono a camminare, finché trovarono un'oasi, dove decisero di fare un bagno.
L'amico che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, ma il suo amico lo salvò.
Dopo che si fu ripreso, scrisse in una pietra: IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA SALVATO LA VITA.
L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico domandò:
"Quando ti ho ferito hai scritto nella sabbia, e adesso lo fai in una pietra. Perché?"
L'altro amico rispose: "Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo nella sabbia, dove i venti del perdono possono cancellarlo", ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo.
IMPARA A SCRIVERE LE TUE FERITE NELLA SABBIA E AD INCIDERE SU PIETRA LE TUE GIOIE.
Dicono che ci vuole un minuto per trovare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per amarla, ma una vita intera per dimenticarla.
Invia questa frase alla gente che non dimentichi mai, e ricordati di farla ritornare alla persona che
te l'ha inviata.
Se non invii questo messaggio a nessuno vuol dire che hai fretta e che ti sei dimenticato dei tuoi amici.
Prenditi del tempo per vivere!
QUESTO GIORNO SONO STATO ONORATO CON L'AMICIZIA DI MOLTA GENTE MERAVIGLIOSA, TRA DI LORO TU. CONSIDERA QUESTO INCISO NELLA PIETRA.

LedaVai a Inizio Pagina

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Inserito - 22/10/2003 :  23:56:59  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Admin  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Admin
Conoscevo questa storia credo si intitoli "AMICIZIA" e' famosa. L'ho letta dozzine di volte e ricevuta altrettante in mail. Non sono mai riuscito a conoscerne l'autore anche se spesso viene associata ad un altra frase di Paolo Cohelo "Dicono che ci vuole un minuto per trovare una persona speciale, una ora per apprezzarla,
un giorno per amarla, ma una vita intera per dimenticarla."

Proprio per continuare a trovare nuovi amici dobbiamo mantenere lo spazio adatto all'arrivo di questi.. leggete l'utimo editto della giunta golpista e capirete il perche'.

Saluti.

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