Elena Fiorentini
Curatore
Italy
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Inserito - 23/12/2009 : 12:21:05
Luci di Natale a Milano Dopo avere percorso in auto una delle circonvallazioni per ammirare le luci di Natale, un po' deludenti quest'anno, arrivai in piazza Castello, dove mi fermai per potere ammirare le novità. Le luci non più hollywoodiane degli altri anni, quest'anno sono più in armonia con un castello, anche se rifatto nel 1800. La facciata della torre del Filarete era fittamente rivestita di luci come un abito di lamè di una elegante signora. Dopo avere ammirato le luci e la "torta degli sposi" ghiacciata osservai una luminaria al di là della strada dove una volta partivano i pulman. In internet cercai ma non trovai la foto, io non avevo la digitale, ma penso che, essendo un po' squallida, non aveva ispirato i fotografi e gli appassionati di fotografia. La struttura conica è alta 30 da metri. Dalla cima partono delle strisce che arrivano a terra. Un albero di Natale? Lo avevo pensato ricordando che i miei genitori mettevano le luci e gli ornamenti argentati e dorati in questo modo sull'abete che ci avrebbe profumato la casa per 15 giorni. Riflettei che se voleva essere un albero stilizzato i colori non andavano bene. I colori del Natale erano - e forse lo sono ancora - l'oro, il rosso, il verde dei pungitopi, il verde pallido del vischio, quello dell'agrifoglio e dell'abete. Non ci siamo, pensai, questi sono colori delle stelle filanti, quelle vendute in cartoleria a carnevale. Si saranno confusi e hanno adottato una struttura preparata per il prossimo carnevale. Invece no! Udite! Si tratta di un'opera d'arte, addirittura di una istallazione "futurista," il vecchio movimento artistico adottato nel ventennio fascista come depositario della vera e autenica arte proiettata nel futuro e ripreso artificiosamente in questi anni. Dopo un secolo dall'avvento del futurismo adottato come "arte di regime" durante il ventennio, il futurismo è invecchiato, è finito nei musei come testimonianza storica e io lo lascerei dov'è. Il tentatvo di ripescarlo artificialmente non valgono il risultato dei soldi spesi. Gli artisti sanno come ripescare le modalità più congeniali al loro essere e le adottano. Gli artisti amano i soldi, come no, ma nello stesso tempo non svendono il loro ingengo e in genere non sono servi del potere, al massimo sfottono, come Manzoni fece con la sua provocatoria celebre lattina, battuta ancora oggi in aste importanti. Non dimentichiamo che un Imperatore si chinò davanti a Tiziano per raccorgliergli il pennello! Così, dopo avere fatto ricerche sul non ben identificabile coso di stelle filanti, ho scoperto che si trattava di, non ve lo immaginereste mai, un albero di Natale futuristaaaaa ...ops...
...ma io, che cosa avevo capito fin dall'inizio?
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