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 Carnevale d'altri tempi
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Elena Fiorentini
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Inserito - 05/03/2006 :  14:53:47  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Milano, 5 marzo 2006

Quando ero una bambina trovavo che era un gran spettacolo andare in piazza del Duomo. Oltre alle eleganti "maschere" che si recavano alle feste, ricordo gli abiti da Diavolo, gli Arlecchini con la maschera felina, o abiti di fantasia veramente superbi; c'erano uomini e donne mascherati che improvvisavano delle vere e proprie scenette comiche di tipo teatrale in mezzo alla strada. La folla circondava il duo o trio recitante, che si spostava continuamente. I gruppi erano molto numerosi. Questo al di fuori dei gruppi organizzati con il Meneghino e la Cecca. Meneghino, maschera milanese, astuto servitore della domenica, insieme alla Franesca, la Cecca, si sfogava a recitare invettive contro gli invasori di turno. Il significato del Carnevale, si è perso da tempo. Il Carnevale era il personaggio paffuto che sfilavava sui carri mascherati, spesso accanto alla Vecchia, che veniva anche lei bruciata, o alla Quaresima , altro personsaggio femminile con la
quale c'era un dialogo, "contrasto", poi il Carnevale veniva ucciso. Anticamente a Roma a Carnevale si uccideva un Ebreo,( la Giudiata ) oppure una persona che aveva commesso reati ( la Barabbata ), poi, grazie al cielo, messe fuori legge. Arlecchini, Zanni,Pulcinella, Gioppino, Gianduia, e altre maschere della Commedia dell'Arte hanno origini antiche e derivano da maschere demoniache oppure derivate da anime dei morti. ( vedi " Toschi - Origini del teatro italiano -origini rituali della rappresentazione popolare in italia - Universale scientifica Boringhieri " )

Esiste ancora il Carnevale, visto, forse solo inconsapevolmente, come momento di trasgressione, anche questo retaggio del passato, tanto che le autorità si preoccuparono di vietare costumi che coprivano il viso con delle Grida.
Attualmente le trasgressioni ci sono tutto l'anno.
E. F.


Elena Fiorentini
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Inserito - 05/03/2006 :  18:44:12  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Alcune annotazioni sulla storia di Meneghino Pecenna

Meneghino Pecenna: il suo nome si crede che venisse dato ai servitori che la domenica accompagnavano le signore... signore non ricche abbastanza da avere un servitore tutti i giorni. Servo magro, mal pagato, ma sempre allegro. Portò e conserva tuttora, l'abito del Settecento: tricorno, parrucca con codino, giubbetto a bottoni lucenti, pure con coda, calzoncini corti, scarpine e fibbia.
Meneghino era furbo: gli piaceva divertirsi, mangiare bene, canzonare il prossimo, specialemnte quello che faceva il prepotente.
Almeno un volta all'anno si sganasciava dalle risa e faceva ridere tutta Milano rintuzzando la boria dei prepotenti.
Così ci descrive Meneghino un anonimo scrittore.

Meneghin Pecenna

Meneghin l'è tutt strasciaa
Pien de boj e ipotecaa
Cun la guera e coi gabèll
Gh'an cavaa finna la pèll:
fev innaz...corii patee,
L'è de vend per pocc danee.
Quand comandava
Chi de nun la Spagna
Disa chi voer,
L'era ona cuccagna,
Quand la Franza comandava
Se disnava e se scenava;
Adèss che comanda Lorena
Nè se disna , nè se scèna.

E questa era indirizzata ai tedeschi, non che con Spagnoli e francesi fossero più teneri: Liberté,égalité, fraternité, i frances a caval e nun a pée .

La Cecca di Berlinghitt

La " Cecca di Berlinghitt cont intorna sessantamila galitt "
i "galitt " sono le gale, i nastri, l'aiutava a rincarare la dose, dando meno nell'occhio ai tedeschi quando parlavano.
Così ridendo e scherzando arrivavano fino alla grande fiera di Porta Genova dove inauguravano " Il festival " il grande ballo di beneficenza, per i bambini poveri delle scuole: abiti, medicine e perfino cibo.

Edited by - Elena Fiorentini on 06/03/2006 09:54:37Vai a Inizio Pagina

   
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