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 Uno strumento musicale per la vita,la concertina
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Elena Fiorentini
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Inserito - 02/04/2003 :  14:41:26  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
La concertina


Dall’edizione del 1844 leggiamo ciò che scrive Hector Berlioz:
“Noi non abbiamo avuto , in quest’opera , altro scopo se non quello di studiare gli strumenti che si impiegano nella musica moderna, tentando di scoprire secondo quali leggi si possono stabilire fra di essi armoniose simpatie, interessanti contrasti , e tenendo conto soprattutto delle loro tendenze espressive e del carattere peculiare a ciascuno di essi.”
Si legge inoltre:
“ Avrei potuto fornire la descrizione di altri strumenti, sia antichi sia moderni, ma ciò mi avrebbe portato troppo lontano senza gran profitto per il lettore.... “
Già dalla prima edizione parla di due geniali costruttori:Adolf Sax , autore dei Sax-horn ( in italiano Flicorno ) e dei Saxofoni e del costruttore Jacob Alexandre.
Tra gli strumenti di Jacob Alexandre celebre è ’Harmonium. Costruì anche la Concertina : quella concertina che viene definita da Berlioz “ Strumento dal suono al tempo stesso mordente e dolce e che , malgrado la sua tenuità, può portare molto lontano”
Non è un caso ,dunque, se di questo strumento si parla con una certa frequenza nel libro di John Hersey “Il muro di Varsavia” che, uscito in traduzione italiana nel 1951, non mancò di sollevare eccezionale interesse.
Per chi non lo conoscesse, rammenterò che si tratta di un eccellente riassunto di quello che ormai la Storia ha denominato l’Archivio Levinson, già trent’anni or sono famoso in Polonia e in Israele e di cui già allora il Comitato storico aveva dato alle stampe trentasette volumi e altri ne annunciava.
Questo archivio formato da migliaia e migliaia di quaderni , era stato sepolto da Noach Levinson a un buon mezzo metro sotto terra , in buona parte in casse, in altri casi avvolto in vestiti che si può supporre siano appartenuti ai morti, nel Ghetto di Varsavia.
I perseguitati a un dato momento per tentare di scampare la morte, dovettero rifugiarsi per mesi e mesi nelle fogne della città.
Un ardimentoso, un eroe dal nome Dolek Berson, talvolta osava passeggiare per la città, non ancora del tutto rasa al suolo, per osservare come si mettessero le cose: per dare segno della sua presenza e per potere stabilire un contatto con i compagni che vivevano sotto il livello della città si serviva di una concertina e qui vale la pena di ripetere le caratteristiche notate da Berlioz:
...strumento dal suono al tempo stesso mordente e dolce che, malgrado la sua tenuità porta piuttosto lontano.

Nel capitolo intitolato “Avvenimenti notte 8/9 maggio 1943 (Noach Levinston) si legge:
“Proprio nel momento in cui avevamo raggiunto, pareva, il fondo stesso della dispersione, udimmo il suono della salvezza.
Fu Rachel a udirlo per prima.
Con voce forte intimò il silenzio e il suo grido fu così imperioso che persino i battibecchi e le contese del rifugio ribelle tacquero.
Allora udimmo tutti , molto distante, sopra il livello stradale, , a quanto pareva, le note di una concertina.
Dunque era così che Berson aveva potuto trovarci! Si sarebbe fatto sentire perché noi lo raggiungessimo.
....Ogni tanto si udiva la musica lontana; una volta sola fu abbastanza vicina perché si potesse riconoscere il motivo:suonami un valzer non ariano……”
Vedete come un povero piccolo strumento possa sostituirsi alla trionfale tromba che risuona dall’alto della torre per annunciare l’arrivo di Don Fernando, Ministro non meglio qualificato , nel secondo atto del Fidelio , nel momento stesso in cui Leonora punta la rivoltella su Bizzarro ( dall’opera Fidelio di Ludwig van Beethoven)!
L’epoca in cui si svolge la storia di Fidelio era ancora, nonostante la sinistra figura di Don Pizzarro,un epoca civile: la violenza, la soperchieria era ancora opera di un singolo individuo.
E’ lo strumento di un suono d’oro che annuncia la salvezza.
Negli inqualificabili anni della persecuzione , cioè della violenza organizzata, nel momento più basso e degradante che l’umanità abbia mai raggiunto, la tromba fu sostituita con la povera concertina.
Tutto torna, una volta di più.

....e con queste parole il Grande Maestro Luigi Dalla Piccola terminò la parte storica dedicata alla concertina durante una afosa estate di molti anni fa davanti ad una auditorium stupefatto di studenti provenienti da ogni parte del mondo all’Accademia Chigiana di Siena.
Il seminario riguardava il “Trattato di strumentazione” di Hector Berlioz ed. Ricordi

Elena Fiorentini


   
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