Questo è un omaggio a tre nuovi piccoli concertisti, dei quali al momento non conosco i nomi, ma solo le penne materne e/o paterne.
Nello specifico, per i piccoli di Mircalla, Iris.na e Beppe.

Non è vero. O no?

"Caro…devo dirti una cosa…" e l'incertezza nel proseguire dovrebbe già mettere in guardia su quanto sta per accadere.
Invece.

Champagne (anche per gli astemi), rose per lei, un misto di sorpresa, passando dall'orgoglio alla tenerezza per lui e si aspetta.
In genere, dall'annuncio all'evento, passano circa sette mesi che sono, nausee e voglie improvvise a parte, i migliori della vita di coppia.
Lei è dolce e gentile, lui è tenero e premuroso e il mondo è ancora una monade dove vivere a tre metri dal suolo con una musica di violini di sottofondo.
Ma.

La natura fa il suo corso e nasce il pargoletto (e le signore non me ne vogliano se in seguito lo si appellerà sempre al maschile, perché è fuori dubbio che la provvida natura giocherà i suoi dadi per mantenere il sostanziale equilibrio fra i sessi.).
E' bello, "tutto suo padre", se lo guardano i nonni paterni; "tutto sua madre", se lo ammirano i nonni materni; "sarà più bravo di Maradona" se il padre tifa per il Napoli; "ha mani da pianista" se la madre ha studiato al Conservatorio; e così via, a caricare di aspettative e di un futuro appagante quel piccolo frugoletto che, al momento, vorrebbe solo avere una prolunga alle tette della madre per potersi rifornire in tranquillità di quel liquido bianco e dolce che lo sazia e lo delizia.
Se.

In genere non si ha la consapevolezza dello scombussolamento epocale che l'arrivo di più o meno tre chili di bambino portano in una coppia.
Dopo i primi due giorni passati in ospedale c'è il grande rientro a casa.
La cameretta è pronta, la culla è un tripudio di veli e angioletti, le nonne girano per casa mettendo tutto in ordine, il pargoletto non ha ancora realizzato che tutti quelle persone che lo guardano facendo dei versi cretini sono i suoi parenti e i genitori non hanno ancora capito che la pacchia è finita.

E arriva il momento che all'euforia della nascita subentra la routine giornaliera.
"Caro, ho sentito un respiro strano. Vai tu a vedere se Chicco dorme" e il caro si alza per la quindicesima volta in due ore a vedere cosa succede nella camera attigua.
"Dormi, tesoro, tutto a posto. Ma Chicco ha già i dentini?" chiede il tenero maritino mentre già russa.
"Come i dentini? Ha due settimane…." Il dubbio che l'assonnato consorte possa essere andato a controllare il gatto fa alzare di soprassalto la madre che, dopo aver toccato la fronte all'angioletto, sveglia il marito per comunicargli che tutto è a posto e può dormire tranquillo.
Ancora per altri tredici minuti e tre secondi.
"Caro, hai sentito se ha fatto il ruttino dopo l'ultima poppata?"
"Vado a chiederglielo…" e il marito-zombie si alza per la sedicesima volta.
"Non fare lo spiritoso….ho l'ansia post partum" e in genere a questo punto si aprono tutte le catarratte del cielo.
"Non fare la piagnona, ho una riunione importante domani mattina" e iniziano le danze.
"Sei un mostro…non capisci il mio stato"
"Sei un'egoista, non t'importa del mio futuro"
Per fortuna il pargoletto emette un piccolo "ngueeee" che ricompatta la formazione già in assetto di guerra.
Insieme si precipitano nella stanza del piccolo. "Respira ancora" "Forse vuole mangiare.."
La Scienza non è ancora in grado di registrare cosa effettivamente pensa un neonato nei suoi primi mesi di vita; ma io sono sicura che un giorno confermerà le mie certezze.
"Ma fra i sei miliardi di persone al mondo" penserà Chicco, "proprio questi due imbranati mi dovevano capitare come genitori?
A me una tastiera, a me un mouse, che sul sito www.neonatofaidate voglio trovare le istruzioni Come sopravvivere a neo genitori e iscriversi a Concertodisogni.it".

Meditate gente, meditate.