E' il grande giorno. La signora Enrichetta si è alzata alle sei del mattino per essere pronta alle nove. La vicina le aveva promesso che l'avrebbe accompagnata. Alle nove, come d'accordo, le suona alla porta, ma la vicina ha cambiato idea, le dice che non ha tempo.La Richetta, piegata in due sotto il peso dei 95 anni, pian piano si avvia, tutta sola. Arrivata alla scuola, raggiunge il seggio dopo avere fatto un rampa di scale, sono venti gli scalini per arrivare al primo piano. Dopo avere distribuito cioccolatini a tutti, consegna i documenti, entra nella cabina e compie il suo dovere di cittadina.
Per il ritorno mostra preoccupazione, è la fragilità dei suoi 95 anni. Le occorrerebbe un aiuto.
La incontro davanti alla scuola, non la conoscevo. E' un quadretto insolito, molto particolare. Gli anziani, gli invalidi e gli ammalati vengono aiutati per essere messi in condizioni di potere votare. Lei è rimasta sola. L'accompagnano: il ragazzo è uno degli addetti al seggio, la bella ragazza indossa la divisa della Polizia Municipale. La tengono per mano, uno per parte. L 'anziana signora è piccolina, uno scricciolo, per di più è piegata in due, anche se cammina con una certa energia.
" Che cosa succede? "
domandai incuriosita, dopo avere salutato mio figlio, uno degli accompagnatori.
Mi raccontano che è arrivata da sola, non si sa come e ora, dopo avere il votato, deve rifare il percorso fino a casa. Rifiuta categoricamente il taxi offerto dal Comune.
"Dove abita? se volete...posso essere utile...potrei accompagnarla..."
"Non vorremmo che sia troppo lontana da casa sua!" la nostra poliziotta municipale, la vigilessa, sembra poco convinta.
" Non si preoccupi, devo fare alcuni acquisti per il pranzo di mezzogiorno, perciò avevo previsto di restare fuori un po' più a lungo."
La Richetta, così dice di chiamarsi in perfetta lingua meneghina, sembra contenta e mi accetta.
" Anca mi g'hoo de andàa a fàa la spesa" ( anch'io devo andare a fare la spesa)
" Va bene allora, lei parla solo in dialetto? ...tranquilla, la capisco, è un bel dialetto pulito, il suo, non è il lombardo delle campagne "
" E hòo lavoràa ancha al Comune de Milano" Ho anche lavorato al Comune di Milano
Sembra fragilissima, una carta velina, cammina tutta piegata, ha un udito finissimo, un modo di parlare deciso e la voce squillante.
La signora Enrichetta mi viene affidata, le tengo la mano, è impossibile tenerla sotto braccio. Le nostre stature sono troppo differenti, devo stare molto curva anche solo per darle la mano, a cui si aggrappa con forza.
Il percorso fino a casa, tra canti "Garibaldi fu ferito" e chiacchiere varie è durato un'ora. I vicini di casa la salutano "Ciao nonna, tutto bene? "
Lei rispondeva allegramente e io aggiungevo " E' stata a votare, ma non c'era nessuno di sua conoscenza ad accompagnarla a casa."
Al seggio avevano sorriso e accettato i cioccolatini che aveva portato loro, a "quei pori fioe", quei poveri ragazzi. Avevano riso senza cattiveria , ma con tenerezza, per la piccola nonna. La Richetta aveva scavalcato esperienze di ogni tipo attraverso il secolo venetesimo, ed ora era proiettata nel terzo Millennio. Aveva una parola gentile per tutti ed era generosa , malgrado la povertà evidente, nei suoi abiti puliti ma scoloriti e consumati.
......
Mentre camminavamo insieme chiacchierava, fino a raggiungere la macelleria. Acquistò la spesa per due giorni, carne e "on salamin" per "antipasto", mi spiegò.
Poi andammo dal droghiere dove acquistò degli omogeneizzati per "el mé fiulin" , il mio bambino, un piccino , figlio di una coppia di brasiliani, che ha deciso di aiutare e così, con il racconto di questi piccoli episodi voglio rendere omaggio alla simpatia e al grande cuore della signora Enrichetta, anzi, la Richetta...
Milano, 23 aprile 2008
Elena Fiorentini