Tra le varie attività dei venditori ambulanti a Milano c'era il venditore dei gamberi del Lambro. Ora il Lambro non si può chiamare "fiume", il bel fiume che scende dalle sorgenti dei Corni di Canzo in alta Brianza.
Non si capisce di che cosa sia fatto il liquido maleodorante che attraversa il parco Lambro, nella periferia est di Milano e naturalmente il fiume è morto. I gamberi che dimorano tuttora nelle rogge della bassa milanese e che abitavano il Lambro, vivono se le acque sono pulitissime.
Questa mattina in largo Murani notai una volta nel sottosuolo, dove sono in corso gli scavi per il teleriscaldamento. Chiesi al geometra se si trattava di un fiume sotterraneo e se sapeva qualche cosa di più di quello che si poteva vedere.
Mi rispose che è una roggia di acqua pulitissima e quella mattina avevano anche trovato un gambero. Dopo qualche minuto arrivò un operaio con in mano un vispo gambero con alcune parti delle lunghe chele di color rosso fiamma: bellissimo.
Pregai di fotografarlo, perché resti la memoria di questo strordinario esemplare, anche se una volta molto comune, prima di cucinarlo, perché, ridendo, così disse l'operaio.
Promise che l'avrebbe fotografato. Il geometra mi confermò che la roggia ha una acqua strordinariamente pulita e potabile, anche se l'acquedotto, fa entrare nelle nostre case, per motivi di maggior sicurezza, acqua della seconda falda.
La bellezza di Milano resta sempre la natura, dalle acque, alla facilità con cui cresce ogni tipo di vegetazione, basta vedere gli alberi dei giardini pubblici, che hanno contribuito a difendere la città nei momenti più dolorosi della lunga storia.