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 La donna che salvò il mondo
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Roberto Mahlab
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Inserito - 20/08/2012 :  17:36:23  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
"Il giorno in cui Roberto arriverà in ritardo ad un appuntamento, significherà che saremo alla fine del mondo", questo si diceva di lui e ne era contento, perché considerava un incontro come un grande onore a cui doveva rispetto e gratitudine. Non era mai accaduto e quel pomeriggio Roberto sorrideva al pensiero che un concorso di cause avrebbe potuto farlo accadere proprio quel giorno e Mrs Francis, analista finanziaria internazionale in visita in città, con la quale aveva appuntamento per le cinque, ne sarebbe rimasta offesa. "Ma non accadrà, perché non permetto mai ai concorsi di cause di farlo accadere", rifletté e infatti spesso si era trovato in situazioni difficili, una volta era arrivato due ore prima in pieno inverno ad un incontro di lavoro. Quando i suoi referenti arrivarono con un'ora di ritardo, era congelato e la settimana successiva fu bianca, non nel senso che andò a sciare, ma che rimase a letto con trentanove di febbre. Sua sorella una volta gli disse :"senti, sono le sette del mattino, ti ho invitato per pranzo, non per colazione". Ma nessun abitante del pianeta Terra poté mai affermare che Roberto fosse arrivato in ritardo ad un appuntamento qualsivoglia.

Sedici e venticinque, fermata della linea 60 di via Eustachi, il tabellone luminoso indica il prossimo mezzo entro nove minuti, parecchio, ma il viaggio fino a corso Europa dura al massimo dieci minuti, poi in estate con le vie vuote anche meno, Roberto era sicuro di arrivare di fronte al luogo dell'appuntamento in centro venti minuti prima delle cinque. Alla fermata c'erano anche una madre con la sua bambina in lacrime che gridava :"non voglio aspettare l'autobus!". Roberto si meravigliò, perché mai protestava per un viaggio in autobus. Intanto il tabellone luminoso indicava che il mezzo era in arrivo, ma non ce n'era traccia, l'indicazione cambiò e l'arrivo venne modificato in sei minuti ancora. Roberto cominciò a preoccuparsi, il tempo iniziava a stringersi, ma comunque sarebbe arrivato con dieci minuti di anticipo all'appuntamento. La segnalazione di autobus in arrivo fu ancora una volta irreale e l'indicatore ripartì da altri quattro minuti. La mamma disse alla bambina, "andiamo a piedi", Roberto si stupì di quella strana decisione, ancora solo quattro minuti e anche lui sarebbe arrivato con cinque minuti di anticipo. Ma quando ancora una volta l'autobus fu indicato in arrivo, dell'autobus non c'era ombra. Comprese perché la bambina protestava, forse erano lì dal mattino ad aspettare quell'autobus, per questo non ci voleva più stare. Vide in lontananza due taxi avvicinarsi, fece segno ad entrambi ed entrambi non si fermarono. Per un attimo gli venne l'idea di fermare una qualsiasi auto e pregare il conducente di portarlo in corso Europa, ma passò solo un carro attrezzi. Si mise a correre verso la stazione di taxi di piazza Ascoli, il suo orologio segnava dieci minuti alle cinque, "forse il suo aereo ha subito un ritardo", tentò di sollevarsi il morale. Entrò nell'unico taxi rimasto e con un nodo alla gola chiese di essere portato in corso Europa, sperò che la conducente riconoscesse l'emergenza dalla sua voce angosciata. Invece lei si mise con calma la cintura di sicurezza, richiese di nuovo dove il passeggero voleva andare, si concentrò su dove fosse quell'indirizzo, il passeggero glielo spiegò e il taxi si mosse per fermarsi poco dopo, di fronte alla barriera dei lavori che bloccavano la piazza. L'orologio digitale sul cruscotto segnava le sedici e cinquantatre, era un incubo, non era vero, Roberto scosse la testa più volte. Decise di telefonare a Mrs Francis dal cellulare, ma poi si trattenne, lei avrebbe pensato ad una scusa per coprire l'uscita in ritardo e poi da piazza Ascoli a corso Europa erano cinque minuti al massimo, sarebbe arrivato comunque in anticipo. La conducente intanto litigava con tutti i guidatori delle auto che incrociava, rallentava con il verde e raccontava a Roberto dei suoi amici, dei problemi di lavoro, delle vicende locali che campeggiavano sui quotidiani, Roberto fremeva all'avanzare delle lancette dell'orologio da polso, fece l'errore di emettere una parola di comprensione e la taxista quasi si fermò e con tono gioiso attaccò a parlare di una serie di argomenti che Roberto ascoltò senza capire e con espressione terrea. Ma anche a dieci all'ora, prima o poi corso Europa lo si raggiunge e Roberto tese alla signora una banconota per pagare la corsa e, incredibilmente, lei disse :"un attimo che le faccio la ricevuta" e si mise compilarla. "No, il governo accusa sessanta milioni di italiani di essere evasori e proprio oggi che sono di corsa trovo l'unica italiana che mi fa una ricevuta senza che io l'abbia chiesta?", sussurrò. Poi la signora gli porse alcune monete di resto e disse :"un attimo, manca una moneta, aspetti per favore che la prendo dall'altro portafoglio".

Ci sono momenti in cui anche un pianto di disperazione non è liberatorio.

Le cinque in punto, forse Mrs Francis non è arrivata, sicuramente avrà considerato l'orario delle cinque come elastico, pensò Roberto saltando giù dall'auto della taxista sorridente e soddisfatta di essersi confidata con un passeggero così paziente. Superò il colonnato correndo più veloce di Bolt, ma la vide, la sua figura aggraziata sullo sfondo della vetrata di un negozio elegante e sentì il mondo spezzarsi.

"Il giorno in cui Roberto arriverà in ritardo ad un appuntamento, significherà che saremo alla fine del mondo", alzò gli occhi al cielo, forse era la soluzione, il diluvio universale in quel preciso istante, un attacco nucleare da parte degli iraniani, la fine del mondo, così il mito a cui teneva non sarebbe stato infranto, nessuno mai avrebbe saputo del ritardo. Ma il cielo era azzurro e il suo orologio da polso segnava ormai le cinque e quattro minuti. Non era mai accaduto. Poi comprese, le segnalazioni misteriose sui minuti di attesa dell'autobus, i due taxi che non si erano fermati, la tassista lenta e dai lunghi discorsi. Tutto insieme, non poteva essere una coincidenza.

"Il giorno in cui Roberto arriverà in ritardo ad un appuntamento, significherà che saremo alla fine del mondo".

Qualche entità ci aveva provato, a far finire il mondo. Ma certo, il ritardo e la fine del mondo erano due avvenimenti sequenziali, chi aveva provocato il primo, voleva che avvenisse per conseguenza il secondo.

Solo Mrs Francis avrebbe potuto evitarlo e per un lungo secondo sia l'entità misteriosa e distruttiva che Roberto rimasero sospesi nell'attesa del destino. Ma la donna non disse nulla del ritardo. L'entità scomparve furibonda. Il mondo era salvo, ma per un soffio, il soffio delle parole allegre di Mrs Francis che accolsero Roberto.


Roberto Mahlab
(I racconti dell'ufficio)


   
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