C'era una volta, tanti e tanti anni fa.........In realtà non sono poi tanti, ma è come se fosse un'altra vita ed in effetti lo è perchè la protagonista di questa favola non c'è più, è morta ed è rinata completamente trasformata.
Dunque, c'era una volta una bambina, nata in una familgia cosiddetta "povera ma onesta", cresciuta, come tanti, senza quasi mai vedere il suo papà, visto che si alzava presto la mattina per andare a lavoro e rientrava sempre tardi la sera. Ma lei era contenta del fatto che il suo papà non ci fosse così poteva giocare tranquillamente e fare tutto il rumore che voleva, cosa che le era impedita quando il papà era in casa, visto che, stanco della stressante settimana lavorativa, passava la domenica a dormire e non voleva essere disturbato.
La mamma sempre indaffarata a tener dietro ad una bimba vivace e ad un marito assente, ma dispotico.
Questa bimba cresce in un ambiente aqpparentemente sereno, va a scuola, studia, si applica il minimo indispensabile per essere promossa, gioca e cresce diventando un'adolescente un po' ribelle e anticonformista fuori casa e tutta precisina, anche se disordinata, in casa.
I primi amori, i primi batticuore, le prime cocenti delusioni della vita. Nei rapporti sia di amicizia che di amore si dà totalmente nella speranza di ricevere quelle coccole, quell'affetto che le erano stati negati nell'infanzia. Ma solo delusioni su delusioni.
Dunque finiti gli studi le rimane di buttarsi nel lavoro e lo fa anima e corpo facendone il solo scopo della sua vita. Lì ha soddisfazioni, è brava, le vengono riconosciuti i meriti.
Di tanto in tanto un guizzo di amore, sempre deluso, sempre rifiutato.
E allora basta, solo lavoro.
Sceglie di fare l'accompagnatrice turistica, un po' per la sua voglia di viaggiare, ma soprattutto per retare lontano di casa il più possibile. E' all'estero sette, otto mesi l'anno, i restanti mesi in giro per l'Italia per lavoro e poi le meritate vacanze in luoghi caldi e allegri.
Dunque scompaioni anche quei pochi amici che le restavano: conoscenti tantissimi, ma amici zero. Ma ha il suo lavoro e i suoi viaggi, certo è sola, ma conosce un sacco di gente.
Ma sarà uno di questi viaggi a cambiare la vita in modo radicale.
A questo punto penserete: "ha incontrato il suo Principe Azzurro", il vero Amore e vissero per sempre felici e contenti"
No, troppo banale e scontato, anche se molto bello e romantico.
Non è questa la fine della storia, questo è solo l'inizio.
Dunque vacanza in Kenia, safari, contatto con gli animali, con la natura splendida e semiselvaggia, nel senso che in parte è stata addomesticata ad uso e consumo dell'uomo.
Aprendo una breve parentesi è anche vero che ha incontrato quello che credeva il Principe Azzurro.
Ma ci mette lo zampino una zanzara e arriva la malaria. Purtroppo i sintomi si manifestano al rientro in Italia, dove non viene risconosciuta e viene curata come semplice influenza, nonostante venga fatto presente al medico il fatto che la nostra protagonista era appena rientrata dall'africa e non aveva fatto la profilassi antimalarica.
Risultato di tanta superficialità: coma e ricovero urgente in ospedale, dove i medici diagnosticano malaria cerebrale da P. Falciparum, uno dei ceppi più pericolosi di malaria con esiti negativi se non viene diagnosticato e curato per tempo. Dunque diagnosi estremamente negativa: fegato quasi completamente distrutto, reni completamente fuori uso tanto da essere necessaria la dialisi, gòobuli rossi pressocchè assenti, funzioni cerebrali molto basse.
Nonostante tutto dopo cinque giorni il risveglio.
"Miracolo" gridano felici sia i medici che la mia famiglia. Attrorno al mio letto c'erano proprio tutti eccetto uno: il Principe Azzurro.
Sono passata a scrivere usando l'io perchè è da questo momento che nasce la persona che voi ancora non conoscete, ma che, spero, conoscerete col tempo.
Il mio primo pensiero da sveglia: "La morte ti arriva così, all'improvviso, senza che te ne accorga e non hai goduto delle tua vita!!!"
Questo già di per se avrebbe fatto cambiare l'atteggiamento verso la vita di chiunque, almeno credo, ma l'aver passato un mese nel reparto di malattie infettive dove la morte aleggiava in continuazione, ha contribuito notevolmente alla nascita della nuova Anna.
Del mese passato in quel reparto parlerò magari un'altra volta, già così mi sembra di essere troppo lunga.
Quel che volevo dire è che oggi sono una persona completamente diversa. Sono venuta a contatto con la morte e mi è stata date una seconda vita che non voglio sprecare dietro falsi bisogni, che non voglio sia dedicata completamente al lavoro come era prima.
Ora faccio la guida turistica a Roma, è un lavoro che mi piace e mi dà tante soddisfazioni, viaggio per mio esclusivo piacere, ma non è tutto quel che ho.
Piano piano, tra mille difficoltà, soprattutto in una città come Roma, sto tentando di riscostruire la mia vita attraverso nuove conoscenze che, spero, diventeranno amicizie sincere e profonde.
Ma, soprattutto, vivo la vita alla giornata, prendendo e accettando con serenità tutto ciò che arriva, anche idolori, le sofferenze. Ho capito che soffrire, come gioire, fa parte della vita per cui accetto i rischi.
Sonodiventata una persona più aperta, meno diffidente e pronta a ricevere, ma soprattutto a dare tutto quello che è nelle mia possibilità. Mi voglio molto più bene di quanto non me ne volessi prima.
Questo non vuol dire che non abbia problemi, ne ho come tutti, ma li affronto in maniere diversa.
Ogni volta che vengo presa dallo sconforto, dalla depressione, ripenso a quella zanzarina e mi dico: "meglio soffrire e vivere che non vivere". Oggi è così domani chissà?
Ma esiste domani???
Anna