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 Il pescatore
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clab101.
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Inserito - giu 15 2002 :  00:35:43  Mostra Profilo  Visita la Homepage di clab101.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a clab101.
L'avevo messo sul .it...
Non ci sto capendo nulla con questi .com e .it

IL PESCATORE
Fabrizio De André

All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.

E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.

E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.
Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.
Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.


Personalmente amo molte canzoni di Fabrizio De André.
Parto dalle più conosciute come “Bocca di rosa”, “La canzone di Marinella”, “La guerra di Piero” o “Don Raffaè” per arrivare ad “Andrea”, “Amore che vieni, amore che vai” o la bellissima, struggente e sensibilissima “Amico fragile”, per me un grande capolavoro.
Ho deciso però di commentare “Il pescatore” perché per me rappresenta un grande, grandissimo esempio di come tradurre la poesia e la sintesi poetica in un testo di canzone.
De André era un grande, questo non lo scopro certo io, ma troppo spesso si dice che era un grande, troppe volte non si sa perché, a volte lo si conosce solo per alcune canzoni orecchiabili (come “Bocca di rosa”) e ci si interroga poco sul significato nascosto delle parole. Si canticchia felicemente la storia di una donna dai facili costumi e si deride anche l’immagine di questa signora: “Bocca di rosa” va oltre tutto questo e mi piacerebbe commentare questa canzone sul forum, presto lo farò e dirò tutte le impressioni che mi suscita. Molte canzoni di De André sono spesso viste sotto questo unico punto di vista (per fortuna non tutte) e “Il Pescatore” è una di queste. De Andrè era un grande perché riusciva ad esprimere con piccole storie di tutti i giorni la grandezza di sentimenti assolutamente eterni, perché faceva entrare la vita nella poesia inserendo la poesia nella realtà, univa sogno e realtà, realtà e sogno, umano e divino, collegando il divino con il terrestre ponendo i suoi versi in quella posizione di “Intelligenza” innata (dal termine proprio del latino: intelligenza che indica specificamente leggere tra umano e divino) e facendo capire all’ascoltatore, senza una parola di più, anzi con molte in meno, che la poesia può essere ricercata nella vita quotidiana e nei comportamenti istintivi di persone dal cuore nobile.

La canzone inizia con una musica coinvolgente, molto vivace, quasi a sottolineare il contrasto con la scena introduttiva del testo: il pescatore che è assopito al sole del tramonto(“ultimo sole”), come a non voler perdere nemmeno una stilla di quello che la bella giornata appena passata gli ha regalato e perché sicuramente affaticato dopo la levataccia della mattina e la sua lunga vita (il pescatore infatti è vecchio e lo si capirà dalla strofa successiva).
La partenza con una musica così vispa vuole forse evidenziare la scena inusuale che sta per avvenire o forse è la colonna sonora dell’assassino che sta scappando dai gendarmi. Non è difficile, infatti, rivedere nell’andamento frenetico della breve introduzione musicale la fuga scomposta del delinquente.
Tornando al pescatore, questi è assopito con “un solco lungo il viso come una specie di sorriso”: descrizione di una grandezza assoluta. Se ha un solco vuol dire che quella smorfia appartiene al suo modo di essere; ma solco può apparirci come un qualcosa di negativo, di involontario, un qualcosa che non abita nelle stanze della volontà di un uomo, come una cicatrice. Questo solco però assomiglia ad una specie di sorriso ed ecco che nella nostra mente, dopo la breve, brevissima frase di De André si forma l’immagine del volto di questo pescatore. Inutile negarlo: ce lo immaginiamo tutti allo stesso modo. Una spiegazione che può sembrare ambigua in realtà forma nella nostra testa un volto che sorge nella zona più remota del nostro essere ed esce prepotentemente allo scoperto donando al protagonista della canzone un’espressione visiva ben precisa: pensando ad un pescatore, infatti, immaginiamo un uomo rude ma dal cuore tenero, che sta zitto ma ha delle storie incredibili da raccontare, che sembra non interessarsi alle “cose dell’animo” ma che in realtà sappiamo essere un libero pensatore che riflette e riempie i suoi ampi pensieri con meditazioni stimolate dalla grandezza del mare, immaginiamo sempre che lui sappia quale sia la cosa migliore da fare, sempre senza ragionare più di tanto, sicuro. Tutto questo, e probabilmente molto di più, è rinchiuso nell’espressione “aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso”.
Adesso entra in scena la significativa figura dell’assassino. Questi ha “…due occhi grandi da bambino, due occhi enormi di paura eran gli specchi di un’avventura…” . Particolarità di un assassino: De Gregori scriverà più tardi due canzoni che qui mi piacerebbe citare: “Fine di un killer” e “Tutti hanno un cuore”. La prima evidenzia il fatto che la vita di un killer si svolge su un filo sottilissimo tra assennatezza e follia, con la catarsi o per meglio dire la presa di coscienza del protagonista (non è però facile da spiegare in poche parole). La seconda canzone sostiene l’ineluttabile asserzione che tutti hanno un cuore, tutti hanno sentimenti, passioni e non bisogna giudicare una persona punendo il suo essere ma solo i gesti da lui commessi.
Queste due considerazioni, aspetti di vedere la figura di una persona “particolare” come un assassino posso aiutarci per capire meglio il significato della figura di questo criminale deandreiano.
Alla vista del pescatore, che non si sbaglia mai, questo assassino ha degli occhi da bambino, ha paura e nel suo sguardo possono scorgersi mirabolanti avventure. Il pescatore non lo giudica perché non sa cosa abbia commesso, non è al corrente del terribile crimine del quale si è macchiato, non giudica il suo modo di essere. Forse giudicherebbe il suo gesto ma non lo conosce. In verità infatti il pescatore scorge lo sguardo di un bambino, vede un uomo che ha paura, che magari si è già pentito del suo gesto altrimenti non avrebbe quegli occhi pieni di paura, questo vede il pescatore e non può sapere dell’assasinio.
L’assassino “…chiese…” al vecchio pane e vino. Se fosse un assassino capace di uccidere ancora non chiederebbe, pretenderebbe e forse otterrebbe con la forza in caso di una negazione. Il criminale invece chiede il pane ed il vino. Fa presente la sua situazione al pescatore, dice di avere poco tempo e troppa fame, fa capire di essere inseguito e poi, quasi per un infantile voglia di convincere facendo paura all’impassibile pescatore, svela di essere un assassino.
Il pescatore non si scompone, a lui non importa cosa avesse commesso, spezza pane e versa il vino per un uomo che ne ha bisogno. Nel mondo di oggi forse è una utopia.

Tutti gli assertori della pena di morte qui dovrebbero chiudersi un attimo in meditazione.

La spiegazione e la reazione dell’assassino infatti è nella strofa successiva: “…fu il calore di un momento, poi via di nuovo verso il vento…”. Quel momento è il ritornare nello stato assennato da parte dell’assassino (collegamento con “Fine di un killer”) dettato dal comportamento conciliatore del pescatore.
Come sarebbe diverso il mondo se ad un gesto violento si rispondesse sempre con una carezza e con la voglia di capire cosa abbia spinto a quella violenza!
So che non sempre è facile, troppo spesso si tende a condannare, in molte parti del mondo si uccide senza pietà.
Vediamo il pescatore, un uomo magari senza una istruzione, senza avere un comportamento che segua il bon-ton, segue solo la forza vitale che gli viene da dentro e che lo spinge a dare da mangiare ad una persona affamata.
Il comportamento del vecchio smuove nell’animo dell’assassino il dolore per il ricordo di quando era bambino, di quando era giovane (aprile) e innocente. Un gesto di amore dopo il suo odio lo spinge a pentirsi inevitabilmente. Io sono convinto che è così che possa funzionare sempre. L’assassino rimpiange l’epoca innocente della sua giovinezza; mai e poi mai compirebbe nuovamente un gesto così deplorevole ed animalesco come un assassinio (o forse non lo farebbe solo per quel momento ma è fondamentale la sua catarsi, anche se solo per un istante, vuol dire che è così che funziona il suo animo).
Splendida l’immagine finale dei gendarmi che vanno dal pescatore chiedendo se avesse visto l’assassino.
Il vecchio mantiene quella ambigua espressione iniziale. Forse aveva capito del (seppur momentaneo) pentimento del delittuoso figuro, forse è un codardo omertoso. Quella sua espressione ci mette di nuovo in crisi e ci lascia una sola certezza: quest’uomo sa sempre quale sia la cosa migliore da fare.

"...e che questa vecchia ribelle speranza non sia più l'assurda distanza tra gli occhi e le stelle..."

Beppe
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Inserito - giu 15 2002 :  00:50:51  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Beppe  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Beppe
Caro clab..
A volte nella migrazione tra .it e .com si perde quello che vien scritto nel frattempo.. ma speravo che nel caso tu fossi in grado di ripristinare e l'hai fatto.
Purtroppo fin quando non saremo in grado di finanziarci con maggior energia saremo costretti a itinerare in quello che appare essere di volta in volta il server migliore.
Un sorriso
ciao

Beppe AndrianòVai a Inizio Pagina

Elenafior
Curatore


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Inserito - giu 15 2002 :  18:18:02  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elenafior
Caro Clab,
avevo scritto una risposta, ma chissa' dove è finita.
Forse si è nascosta in "carrugio" di Genova....

"....aveva un solco lungo il viso, come una specie di sorriso..."
con poche parole De Andrè ci illustra tutta una vita, un passato di esperienze, di vita dura e di saggezza.
Questa frase mi ha sempre affascinato

Mi domando se è ti é possibile inviarci anche il testo di "La guerra di Piero" che avevo chiesto a Pier, ma che si è dimenticato o non so che altro....
... è possibile sentire anche la melodia?. Lo chiedo a Beppe, il maghetto di concerto!

Oltre che grande poeta e ottimo musicista, De André ci ha rappresentato certi tipi di personaggi che a Genova esistono ancora.

Deve essere stato anche uno studioso e ricercatore di antichi testi. Mentre stavo esplorando un repertorio per un concerto di musiche franco-idiane e anglo-indiane per la derivazione della musica occidentale confluita nella musica meticcia del Canada, mi sono imbattuta nella Ballata di Geordie, nulla questo togliendo al nostro grande, anzi!
...e ora, signore e signori, clicco la casellina contornata di blu e speriamo di non fare pasticci!...
Elena

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clab101.
Senatore



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Inserito - giu 15 2002 :  18:47:52  Mostra Profilo  Visita la Homepage di clab101.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a clab101.
Eccoti il testo cara elena. Proverò ad inserire il midi nello spazio di download del forum... sempre che io ci riesca, sono una frana col computer ver Beppe??? ho provato a mettere l'mp3 di "La vita è adesso" per 2 o 3 volte e non ce l'ho mai fatta. Poi forse sono riuscito a mettere il midi, chissà...
LA GUERRA DI PIERO

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi

lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente

così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve

fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce

ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera

e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore

sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue

e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore

e mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbraccia l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia

cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato

cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno

Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno

e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole

dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.


"...e che questa vecchia ribelle speranza non sia più l'assurda distanza tra gli occhi e le stelle..."Vai a Inizio Pagina

violetta
Viaggiatore


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Inserito - ago 30 2002 :  09:53:15  Mostra Profilo  Visita la Homepage di violetta  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a violetta
devo dirti solo due cose:
1. compra tutti di schi di de andrè, o comunque procuratelie li ascolterai da mattina a sera, solo quelli per cercare di sviscerare la loro perfetta e umana poesia.
2. sui killer con il cuore leggi "diario di un killer sentimentale" di sepulveda.
de andrè vive


violettaVai a Inizio Pagina

clab101.
Senatore



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Inserito - ago 31 2002 :  20:25:25  Mostra Profilo  Visita la Homepage di clab101.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a clab101.
Colgo l'occasione per annunciare il mio ritorno su concerto. Finalmente hanno attivato l'ADSL anche da me (in capo al mondo) e tra pochi giorni la metterò a casa mia così potrò essere più presente. Poi con la fine dell'estate torneremo di sicuro tutti a scrivere di più.
Grazie per la dritta violetta cercherò di comprare il libro e leggerlo nei ritagli di tempo concessimi dall'università.
per i dischi di De André ci avevo già pensato ma come tu sai non si finirebbe mai di ascoltare e leggere poesia, basta solo avere il tempo necessario. Sono sicuro che un giorno saprò a memoria tutte le sue canzoni.
Un bacio ed un abbraccio

"...e che questa vecchia ribelle speranza non sia più l'assurda distanza tra gli occhi e le stelle..."Vai a Inizio Pagina

   
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