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 4 Favole e Racconti - Galleria artistica
 C'era una volta
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Roberto Mahlab
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Inserito - ott 30 2002 :  22:22:51  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Ci fu un tempo in cui in Danimarca e nelle terre appresso, Hans Christian Andersen e i fratelli Grimm scrivevano fiabe, tranquilli nelle loro case, quando qualcuno lancio' un barattolo di inchiostro nero attraverso le loro finestre e il brutto anatroccolo fu colpito e macchiato prima che potesse diventare un bellissimo cigno e il soldatino di piombo si accorse di nuotare nell'acqua nera e nessun bambino poteva piu' seguirlo nel suo percorso perche' il liquido non era piu' trasparente ma oscuro e cappuccetto rosso si rese conto con orrore di essere imprigionato nella pancia del lupo cattivo.

Gli scrittori di favole uscirono sulla strada e trovarono una banda di teppisti che sprezzantemente li apostrofo'. Le loro favole non avrebbero mai piu' potuto vedere la luce. Decisero di rivolgersi al borgomastro, ma i teppisti li inseguivano, la loro banda si chiamava :"i distruttori senza ragione" e parevano invincibili e sempre piu' crudeli, ormai imperversavano e poiche' nessuno riusciva a contrastarli, le loro urla divennero la norma e soffocarono ogni voce. Gli alberi persero le foglie in estate, la neve smise di cadere in inverno, i fiori non sbocciarono piu' a primavera, la pioggia non giunse piu' in autunno. Ma i teppisti non se ne accorgevano neppure, ormai erano in gara con loro stessi per urlare e sghignazzare sempre piu' ad alta voce.

Dagli occchi del brutto anatroccolo e del soldatino di piombo e di Cappuccetto Rosso scesero le lacrime, mai piu' avrebbero potuto trasmettere al mondo i loro animi, quel racconto di saggezze in cui le persone si sarebbero riconosciute, perche' la fiaba era il mezzo di quei tempi per raccontare gli animi e i cuori, cosi' come altri generi letterari dei giorni nostri sanno narrarci le sensazioni dolorose, l'introspezione psicologica, la sottile ironia, l'amaro umorismo e l'intensa gioia.

Hans e i fratelli Grimm si commossero di fronte a quelle lacrime e si rattristarono osservando le lande desolate del paese, ma non sapevano piu' neppure loro come risvegliare il sentimento della cittadinanza.

Non avevano fatto i conti con Mastro William.

Era in visita in quelle contrade, certo il vino non gli consentiva di essere mai triste per piu' di un tempo della partita della sua squadra del cuore e cosi' la visione della terra ormai brulla e dei volti ormai rassegnati non lo abbatte' piu' di tanto e all'improvviso una sera di fronte al camino acceso di una buia locanda e dopo che l'oste gli ebbe presentato un conto impressionante per quanto aveva consumato, esclamo' con gli occhi sbarrati a causa dei tanti zeri della cifra :"C'e' del marcio in Danimarca!".

Andersen e i fratelli Grimm passavano furtivi rasenti ai muri della locanda, le squadre dei teppisti alle calcagna, e poterono ascoltare le parole di Mastro Will. Senza esitare e con nuova speranza si precipitarono nel locale e presero il povero viandante per le pieghe della giacca piu' larga delle sue spalle :"Che hai detto...? Adesso capiamo....c'e' del marcio in Danimarca...ecco perche' tutto succede senza che nessuno si possa difendere!". E corsero fuori.

Mastro William, allibito e con la bottiglia mezza piena in mano, emise un gorgoglio e poi alzo' le spalle, si sedette e si rintano' nuovamente nel suo mondo lontano e disse tra se' e se' :"Che buffe persone in queste lande... se la prendono tanto per una frase che ha pronunciato il mio amico Amleto, eravamo ubriachi l'altra sera ai castelli romani e poi il nostro amico Antonio si e' messo ad urlare da un ponte sul Tevere :"Eppure Bruto e' un brav'uomo". E Bruto, che e' il fratello del sor Cesare di Frascati, si e' messo a piangere sulla mia spalla. Ehi...amici...hic...non volete sapere che ha detto poi Otello?".

E scivolo', appoggiato alla parete, rapito dal sonno dei giusti.

Andersen e i fratelli Grimm irruppero nel villaggio e scossero i cittadini :"C'e' del marcio in Danimarca!"...e presto quella frase parve restituire volonta' a tutti quanti e non ci fu citta' o paese in cui gli abitanti non si rincorressero per dirsi l'un l'altro con sempre maggior entusiasmo :"C'e' del marcio in Danimarca!" E i loro animi si svegliarono, i loro occhi prima spenti si accorsero che non c'era piu' estate, inverno, autunno e primavera, ascoltarono meravigliati il triste canto del brutto anatroccolo che aveva trovato lavoro come ballerino nella compagnia di un tale Tchaikovski, che in verita' cercava un cigno ma dovette accontentarsi di cio' che passava il paese e si accorsero increduli che nessun soldatino di piombo proteggeva piu' i confini che venivano violati da nuove bande di teppisti che si univano a quelle che terrorizzavano il paese delle fiabe.

E in migliaia e migliaia si incamminarono per la strada principale, quella che portava al palazzo in cui si erano installati i malvagi, lo circondarono e rimasero in silenzio, per giorni e notti, sempre nuove persone si univano a loro, finche' tutto il paese fu di fronte al palazzo. Da esso provenivano urla e schiamazzi e all'improvviso un lamento sboccato di uno dei teppisti che si era affacciato ad un balcone :"Ma e' possibile che in questo paese non ci sia piu' una voce viva, sembra un paese di cadaveri, chissa' per quale ragione, ma che roba, che si vergognino, non sono contento che non ci sia nessuno che mi faccia ridere!". E tutti i teppisti assentirono, era proprio una vergogna, avrebbero dovuto punire i cittadini per tale sfrontatezza.

Quello che successe dopo, nessuno lo sa, nessuno lo ha mai riportato, ma ai nostri giorni sono state tramandate le pagine pulite e non macchiate del brutto anatroccolo che si trasforma in cigno, del soldatino di piombo che nuota nelle acque chiare, di Cappuccetto Rosso che sfugge alla pancia del lupo.

Hans Christian Andersen e i fratelli Grimm rientrarono nelle loro case e l'inverno riebbe la neve, in autunno caddero di nuovo le foglie, il sole splendette in estate e i fiori sbocciarono a primavera.

Fino ai nostri giorni i bambini e gli adulti hanno offerto pane agli splendidi cigni e i soldatini di piombo hanno vigilato affinche' i teppisti non macchiassero piu' le pagine delle nostre fiabe, dei nostri racconti della vita e degli animi.

"C'era una volta"...per una volta non racconta la storia delle favole, ma la storia di chi le scrive.

Roberto

Dedicato a tutte le persone di coscienza che dai tempi dei tempi hanno fatto senza timore risuonare la loro voce in difesa della liberta' di espressione contrapposta alla liberta' di offesa

   
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