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Inserito - apr 06 2002 :  21:10:11  Mostra Profilo  Visita la Homepage di clab101.  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a clab101.
AVRAI
Claudio Baglioni

Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle
storie fotografate dentro un album rilegato in pelle
tuoni d'aerei supersonici che fanno alzar la testa
e il buio all'alba che si fa d'argento alla finestra

avrai un telefono vicino che vuol dire gia' aspettare
schiuma di cavalloni pazzi che s'inseguono nel mare
e pantaloni bianchi da tirare fuori che e' gia' estate
un treno per l'America senza fermate

avrai due lacrime più dolci da seccare
un sole che si uccide e pescatori di telline
e neve di montagne e pioggia di colline
avrai un legnetto di cremino da succhiare

avrai una donna acerba e un giovane dolore
viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore
avrai una sedia per posarti e ore
vuote come uova di cioccolato
ed un amico che ti avrà deluso, tradito, ingannato

avrai avrai avrai
il tuo tempo per andar lontano
camminerai dimenticando
ti fermerai sognando
avrai avrai avrai
la stessa mia triste speranza
e sentirai di non avere amato mai abbastanza
se amore amore avrai

avrai parole nuove da cercare quando viene sera
e cento ponti da passare e far suonare la ringhiera
la prima sigaretta che ti fuma in bocca un po' di tosse
Natale di agrifoglio e candeline rosse

avrai un lavoro da sudare
mattini fradici di brividi e rugiada
giochi elettronici e sassi per la strada
avrai ricordi di ombrelli e chiavi da scordare

avrai carezze per parlare con i cani
e sara' sempre di domenica domani
e avrai discorsi chiusi dentro mani
che frugano le tasche della vita
ed una radio per sentire che la guerra e' finita

avrai avrai avrai
il tuo tempo per andar lontano
camminerai dimenticando ti fermerai sognando
avrai avrai avrai
la stessa mia triste speranza
e sentirai di non avere amato mai abbastanza
se amore amore amore avrai

Innanzi tutto ci terrei a sottolineare, come tutti avranno compreso, la particolarità del tipo di amore decritto in questa canzone. E’ l’amore più vero, sincero, grande, immenso che possa esistere, quello di un padre verso un figlio. Questo testo fu scritto infatti da Baglioni nel lontano 1982, in occasione della nascita del suo unico figlio Giovanni.
Ci tengo a dire poi, per quanto questa notizia possa essere poco importante, che è stata la prima canzone che ho apprezzato del cantautore romano, quella che mi ha spinto ad approfondire la conoscenza dell’universo baglioniano, che in un certo senso ha creato una scintilla e che mi ha fatto slegare, per mia fortuna, dalle canzoni di Ramazzotti (chiedo scusa ai fans del mitico Eros).
Come forse ho già detto in qualche altro messaggio su questo forum, il modo di scrivere di Baglioni è pieno zeppo di metafore, come analogie frequenti, di similitudini che, comunque, cercherò di cogliere per quanto possibile.

A mio parere il pezzo forte qui è l’alternanza di queste continue metafore e similitudini da una parte, ed immagini di una vita normale o di figure quotidiane dall’altra, come a voler augurare al figlio un poetico e profondo avvenire (espresso nelle metafore, dal significato astratto ed analogico), completato però da quella normalità e piacere di piccole cose quotidiane, irrinunciabili per cercare la felicità in maniera genuina.
Si capisce dal titolo che sia una canzone di augurio, di augurio per un futuro fortunato, perché, credo, che il sogno più grande di un padre sia quello che il figlio possa avere tutto quello che lui non è riuscito ad ottenere. In questo senso, il solo titolo, posto in modo da aprire orizzonti illimitati, rappresenti,a un sogno del padre-Baglioni.

L’attacco è molto forte, ascoltando la canzone mi sono accorto che la versione che meglio si sposa con la forza del testo sia quella registrata durante il tour “Assieme” del 1992, dove si inizia con un accordo staccato, isolato, che regge da solo i primi due o tre versi. Subito il testo inizia con una similitudine, un augurio di felicità “Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle”. E’ una frase, credo, famosissima nella quale a mio avviso la parola “Stelle” sia stata scelta per rendere l’idea dei desideri, delle speranze, dei sogni che il cantautore prevede per il suo primogenito. Subito poi si alternano storie di vita quotidiana come ricordi trattenuti da un album di fotografie, meraviglie provocate da modernissimi aerei supersonici prima e da antichissime albe poi.
Le prime attese amoroso richiamate da un semplice telefono e le prime malinconie guardando “cavalloni pazzi che si inseguono nel mare”. Poter poi vivere questo mare grazie all’arrivo dell’estate e di simbolici “pantaloni bianchi da tirare fuori”, come di sicure felicità da consumare, come un sicuro weekend di riposo dopo una straziante settimana lavorativa.
La prossima frase credo sia una vera opera d’arte. Permettetemi di isolarla dal resto:

“…(avrai) un treno per l’America senza fermate…”

Ho deciso di darle uno spazio autonomo perché, scusatemi se secondo voi esagero un attimino, per me rappresenta davvero una verità universale, talmente assoluta da meritarsi un posto isolato, così da poter fluttuare libera in una mallarmeana convizione d’infinita bellezza (urka che paroloni, perdonatemi ma con Baglioni mi trasformo). E’ una bellissima metafora che rappresenta la vita di ognuno di noi, quella fortuna da rincorrere rappresentata dall’America, lo scopo di una vita, una meta, un obiettivo personale il cui raggiungimento purtroppo è rappresentato da un treno (meravigliosa analogia perché è impossibile raggiungere l’America in treno) che non prevede fermate. Molti perdono per strada degli affetti cari, il bene di persone amiche, per raggiungere un obiettivo, per andare a vivere in un’altra città a causa di un nuovo lavoro o di un nuovo amore, sposarsi ed andare a vivere lontani. E’ un treno che non prevede fermate, non c’è ritorno né sosta gradita.
Via , poi con “due lacrime più dolci da seccare”, come nostalgie per un amore finito, da accogliere come un dolce ricordo che ci stringe il cuore. Pescatori di telline al tramonto, che magnifica immagine! Noi purtroppo a Pescara abbiamo il mare che non “si uccide” nel mare, ma dalla parte opposta, sul Gran Sasso. E’ anche quello uno spettacolo magnifico ma i pescatori di telline col sole che muore in mare per me rappresenta qualcosa di particolare. Mi è capitato di assistere ad uno spettacolo del genere andando da mio zio che aveva uno stabilimento balneare a Tor Vaianica, vicino Roma. Io credo che l’immagine dei pescatori di telline sia una metafora che rappresenti quelle persone profonde che scavano nelle cose, guardano all’interno e dietro le realtà oggettive per trovare le risposte, come quelli che cercano nella sabbia per trovare telline. Beh, quei “pescatori di telline” trovano la loro ispirazione splendidamente con l’immagine del tramonto del sole in mare.
Ecco poi due immagini quotidiane come “neve di montagne e pioggia di colline” e “un legnetto di cremino da succhiare”: chi non lo ha fatto almeno una volta? Succhiare il legnetto di un cremino dopo averlo mangiato è una di quelle cose alle quali mi riferivo sopra, rappresenta quelle cose quotidiane che ci rendono uguali, tutti alla ricerca di un sogno da realizzare, di un posto felice, che ci accomuna nella realtà di essere uomini e che si riconosce nelle piccole azioni di tutti i giorni.
E via con immagini di vita, di gioie e dolori, malinconie e pensieri profondi che rappresentano il vivere e che saranno lì, a disposizione del proprio figlio, in una vita densa e da vivere. Dolore per amore, profondità di pensiero, conforto in un momento di stanchezza, noia, e tradimento da parte di un amico, il primo tradimento che ci imparerà a non fidarci di tutte le persone fanno parte di quella vita che un padre augura e freme per il proprio figlio.
Ma l’augurio più grande è commissionato al ritornello. Dopo il dimenticare i dolori e il a sognare (magistralmente descritti con il camminare e lo star fermi) Baglioni prevede per il figlio l’eredità del suo carattere, la continuità del patrimonio genetico che (come diceva Shakespeare, mica pizza e fichi) ci rende immortali. Considerando che Baglioni era soprannominato “Agonia” da ragazzo, si comprende il significato di quella “triste speranza” della quale parla. Poi il bellissimo riferimento all’amore “sentirai di non aver amato mai abbastanza, se amore avrai”. Qui c’è tutto, il senso pieno dell’amore, perché l’amore non è mai troppo, non si ama mai al massimo delle proprie possibilità, non si raggiunge mai quell’apice di appagamento per aver amato a sufficienza.

Nell’’attacco dei versi dopo il ritornello tornano insistentemente le immagini quotidiane, facilitate da una musica più scorrevole (ma poi dipende dalle varie versioni della canzone) e sulle quali, per vostra fortuna, mi soffermerei poco.
Vorrei evidenziare l’immagine dei “giochi elettronici e sassi per la strada” e “ricordi, ombrelli e chiavi da scordare”. Nel primo caso torna l’impressione del nuovissimo e del vecchissimo, come di un tutto assoluto che il figlio potrà avere dalla vita e quindi del sogno del padre, nel secondo caso sottolineerei la “graziosità dei difetti”. Quando si ricordano le cose che sul momento ci sembrano scoccianti (come un figlio che dimentica le chiavi di casa), ci si fa sopra una grassa risata ed il ricordo è lieto e crea in noi un umorismo particolare. La grandezza di Baglioni qui sta proprio nel prevedere la bellezza di queste tanto dolci quanto inevitabili dimenticanze. L’accomunare poi i ricordi (astratti) da scordare con delle cose quotidiane ci lascia un presentimento di come tutto sia ingigantito al momento, perché una storia d’amore (ad esempio) che finisce, o più facilmente una cotta, sul momento ci paiono tanto indimenticabili e crediamo che quel ricordo ci peserà per tutta la vita; se pensiamo che invece quelle emozioni le dimenticheremo come un ombrello a casa quando piove, capiamo come tutto passi e che poi quello non era un grande dramma. Ma io per primo so che tutto non è così facile, anche se innegabile. E’ innegabile che un giorno rideremo di tutto, ricorderemo senza più malinconia un grande amore come scorderemo o ricorderemo con ironia una scocciatura veniale.
“Avrai carezze per parlare con i cani”: spesso capita, e più che mai in chat, di discutere con persone che ci aggrediscono. Il bello sta nel non lasciarsi andare, rimanere calmi, da persone civili portare avanti le nostre idee. Non potrebbe sposarsi meglio, tutto questo, con la filosofia di concertodisogni.

C’è poi l’immagine delle vacanze (“sarà sempre di domenica domani”), ma non solo. Questa domenica può anche essere rappresentata dalla felicità eterna, da un matrimonio che dovrebbe rappresentare, ma oggi sempre meno, una unione eterna.
Torna la previsione del carattere del figlio con “Avrai discorsi chiusi dentro e mani che frugano le tasche della vita”: timidezza da un lato, con parole tenute dentro e che fanno fatica ad uscire, intraprendenza dall’altro con queste mani ansiose di scoprire le verità della vita, che frugano come potrebbero frugare nelle tasche, ignare di cosa può trovarsi al loro interno. Un gioco di metafore davvero sublime.

L'ultimo augurio: quello della felicità. Di una radio che comunichi la fine di una guerra, soprattutto di quel momento che si potrebbe provare quando si apprende la notizia. Questo forse è il senso maggiore della canzone. Un sogno, una felicità rappresentata da una cosa, mille volte purtroppo irrealizzabile, della fine di ogni guerra che porti felicità nelle menti di chi apprende la notizia da una radio.
Grazie per essere giunti alla fine. Non deve essere stato molto facile e chiedo perdono soprattutto se a volte ho esagerato con i complimenti verso Claudio Baglioni ma, cercate di capire, si cresce con determinate canzoni che ci segnano dentro. A volte non mi sono dilungato troppo ed ho cercato, comunque, di essere stato chiaro per riordinare quelle che fino ad oggi erano state solo sensazioni tanto profonde quanto ricercate, analogiche ed astratte.


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