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 Inganni svelati
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Roberto Mahlab
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Inserito - ott 25 2002 :  23:47:28  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
"No good deed, inganni svelati" e' una pellicola girata da Bob Rafelson ed e' tratta da un'idea dello scrittore americano Dashiell Hammet, celebrato in tutto il mondo nelle collane di gialli. Uno scrittore dalle atmosfere forti, le sue dark ladies sempre impegnate al massimo nello svelare l'animo torbido dell'altra meta' del cielo quando decide di intraprendere la strada del crimine.

Ci sono cosi' il poliziotto, la donna del gangster di turno e la banda senza scrupoli, la rapina e la fuga, il delitto. I colori della citta' e la colonna sonora che tocca i generi giusti a seconda della scena, dal jazz al sincopato alla musica classica. L'ironia del "noir" e' accentuata particolarmente per calcare la mano sui comportamenti dei personaggi, o si e' buoni o si e' cattivi, non c'e' spazio nella trama priva di illusioni del grande scrittore di gialli, cosi' ben reso.

La donna e' l'affascinante Mila Jovovich, da poco l'abbiamo ammirata nel film di fantascienza "Resident Evil", in questo "Inganni svelati" la biblica Eva fa' la figura da dilettante al confronto delle sue arti di seminatrice di zizzania, a quanti uomini nel film Milla porge la mela avvelenata e' uno spasso contarli, la sua mancanza di scrupoli e' resa in maniera fenomenale, l'uomo nella parte del poliziotto e' Samuel Jackson, ancora nei cinema con il giallo :"Ipotesi di reato". Tutti gli altri protagonisti nelle parti dei membri della banda sono altrettanto bravi.

Roberto


..."Mi chiamo Marlowe, Rob Marlowe, investigatore della polizia di Concerto City, ci ha chiamato lei?"
La donna alla porta del villino circondato dal lussureggiante giardino mi fece segno di entrare, mi strinsi al corpo l'impermeabile chiaro che a mala pena riusciva a contenere le mie spalle da marine, non sapevo se stavo rabbrividendo per il freddo di quella grigia giornata autunnale oppure per gli sguardi ostili che mi riservavano i quattro gorilla in completo nero e cravatta a righe oblique. O forse non era il freddo e non erano le righe delle cravatte, ma quei calci delle pistole delle fondine che si intravedevano sotto le loro giacche, alla stazione di polizia facce molto simili, oppure uguali..., facevano bella mostra da una bacheca che faceva riferimento a pericoli pubblici, ma non poteva essere, non in quel quartiere.

"Si', l'ho chiamata io," mi scosse dal pensiero una voce vellutata "e non faccia caso ai miei giardinieri, sapesse che fatica trovare persone di servizio affidabili al giorno d'oggi, mi chiamo Eve, entri la prego."
Il salone era in penombra a causa delle finestre dai vetri opachi, su un tavolino una lampada dall'enorme copertura cilindrica color carta da zucchero illuminava una scrivania di noce massiccio, una macchina da scrivere e una serie di ritagli di giornali, una forbice che pareva esser appena stata interrotta nell'opera di taglio di alcune lettere...mi avvicinai e osservai incuriosito un foglio su cui erano messe ordinatamente una dietro l'altra, ad iniziare una frase :"vOglIO CeNTOmIla DOll..."

"Ebbene, si', bell'agente, amo la letteratura, scommetto che uomini duri come lei, inaspriti dalla caccia al crimine, non credono alla poesia che una donna puo' trasmettere nei suoi scritti..." La sua voce era cosi' incredibilmente attraentemente roca che volsi gli occhi verso di lei...capelli lunghi biondo rame, ondulati, un viso allungato e soffice, occhi verdi, un corpo curato e snello, due lunghe gambe, una si intrufolava affusolata fuori dal lungo vestito rosso...
"Mio marito e' scomparso ieri" il suo volto parve rabbuiarsi, i suoi occhi abbassarsi, anche se mi pareva che una delle sue perle di smeraldo sbirciasse d'angolo la reazione della mia espressione, parve soddisfarla, perche' continuo' sicura :"Sono convinta che ricevero' una richiesta di riscatto, talvolta, leggendo i giornali, e' difficile pensare che puo' toccare anche a noi". Il suo viso si alzo' e mi fisso', speranzoso, come se sentisse che io ero li' proprio per aiutarla, per liberarla dall'incubo, per risolvere il caso.

"Sono qui per questo signora" sedetti deciso sul divano di pelle nera, le mani intrecciate davanti al corpo teso, volevo concentrarmi, raccogliere le idee, gli indizi. "Suo marito aveva una assicurazione, qualcuno poteva essere interessato ad una sua....scomparsa...?"
Si affloscio' sulla poltrona di pelle nera gemella del divano, si stropicciava le mani nervosamente, mi pentii della improvvisa disperazione che le mie incaute parole avevano generato in quella innocente e ingenua creatura, le brutture delle strade del mondo non potevano che scivolare via da quel campo di grano dorato che era sicuramente la sua vita...

"Mio marito...ero la luce dei suoi occhi, me lo ripeteva in continuazione, anche quel giorno in cui gli feci firmare quel documento, era tutto uno scherzo naturalmente, dieci milioni di dollari in caso di sua prematura dipartita, ma era un gioco, mi ripromettevo di strappare quel foglio subito dopo avergli preparato le tagliatelle, a lui piacevano cosi' tanto..."

Sapevo che aveva fatto di tutto per trattenersi e la ammirai per quella unica lacrima che le era sfuggita e le scendeva su una gota....mi precipitai in ginocchio di fronte al suo dolore e con una mano le scostai delicatamente una ciocca di capelli che aveva arrestato la scia di quel divino composto dei suoi occhi...."non volevo...io....coraggio, abbia fiducia nella polizia di Concerto City..." mi sorrise, come un raggio di sole splendente, ne fui lieto, perche' nonostante il cuore volesse solo consolarla, la mente mi richiamava al dovere....

Passammo a darci del tu, naturalmente, come due persone che si ritrovavano disperse insieme nei rivoli del corso dell'esistenza :"Ricordi come vestiva quando mi hai detto che e' uscito di casa?"
Si porto' una mano alla fronte, un sospiro per sforzarsi di ricordare :"Un principe di Galles, a righe fini, cashemere...gli compravo io stessa i vestiti...lui era cosi'...cosi'...". La commozione sopraffece tutti e due e attesi finche' tiro' su con il naso e si ricompose un poco...

Quel nasino, a punta, buffamente mi ricordavo del famoso nasino di Cleopatra, nei film che io amavo vedere puntava sempre in direzione delle bestie feroci di cui si attorniava,....quel ringhio minaccioso si avvicino' da un angolo buio...il manto nero fu colpito dalla luce della finestra e io sussultai portando la mano sotto la giacca..."No, non temere..." la voce di Eve era rassicurante, "e' solo Blake, il mio doberman...vieni cucciolone mio...." L'enorme animale le salto' leggero in grembo e io mi sentii sollevato di non essere piu' l'oggetto della sua attenzione, dai denti aguzzi sporgeva un'etichetta, sui brandelli di essa si leggevano ancora alcune lettere scritte in caratteri eleganti..."Princ.....Gall....".

"Povero caro" lei lo accarezzava e gli rivolgeva uno sguardo dolce, quasi materno :"Amava tanto il suo padrone...se potesse parlare ti direbbe quanto era buono il suo padrone...."

All'improvviso lo scaccio' da se' e si alzo', l'espressione dura, parole che erano staffilate :"E tu che ci fai qui, seduto sul mio divano, mio marito e' scomparso, sei pagato dai cittadini per ritrovarlo, per risolvere il caso, non per perdere il tuo tempo e quello dei contribuenti" era furiosa e io ero confuso, mi alzai e mi strinsi l'impermeabile chiaro al corpo, rabbrividivo al mio stesso comportamento e mi davo dello sciocco, aveva ragione lei, mi mossi verso la porta, lei mi fermo', una mano sul mio petto, mi bacio' e quando reagii mi schiaffeggio' :"Non correre troppo investigatore...non farti illusioni...".

Si allontano' verso la scrivania e estrasse un pacchetto di sigarette dal marchio costoso dal cassetto centrale, ne mise una in bocca e con la mano sinistra raccolse un fiammifero da una scatola aperta vicina ad un tagliacarte macchiato da una crosta di colore che mi era famigliare, si accorse del mio sguardo che si posava sull'oggetto e lo urto' come per caso, il tagliacarte cadde nel cestino....innalzo' il mento e sbuffo' un'anello di fumo..."Be', sai Eve, in fondo mi sento sollevato, fumi, finalmente un difetto ....", superai la soglia della casa e ridendo tra me e me scorsi a malapena i quattro gorilla che sudavano sotto il peso di alcuni sacchi marchiati con un simbolo che mi pareva mi fosse gia' passato sotto gli occhi, forse il simbolo della Galaxy Bank, vagamente ricordavo una notizia su una rapina al mattino alla televisione, avevo subito cambiato canale, il mio mestiere era gia' abbastanza intenso, senza dovermi anche sorbire quei telefilm di guardie e ladri sul piccolo schermo.

Che donna pero', cosi' eterea e pura, se non fosse stato che fumava...sorrisi al pensiero che quel gesto potesse darmi dei sospetti...mi voltai verso la casa...il giardino era deserto, la porta chiusa, le foglie dell'autunno spinte dall'aria gelida ricoprivano poco a poco il prato e la strada.... non ricordavo neppure piu' che cosa non mi convinceva in lei....

(I "gialli" di Concerto)


   
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