Per questa sera ho invitato a cena gli amici e cosi' la mia segretaria, braccio destro e sinistro e mente pensante, mi ha chiesto come mai me ne stavo placido in poltrona, visto che di solito quando si invitano gli amici a cena, bisogna anche prepararla, la cena. Preso in fallo, ho cercato di difendermi raccontandole una inverosimile storia che avevo visto al cinema in cui un cannibale invita a cena gli amici, nel senso che sono loro la cena. Ma lei non si e' lasciata incantare e cosi' ci siamo messi a tavolino a scrivere su un foglio le leccornie che avrei dovuto andare a comprare al supermercato: melanzane, asparagi, patate, salmone affumicato, coca cola, pane da tostare e burro. La mia segretaria mi ha poi messo in mano una sua tessera che avrei dovuto presentare alla cassa al momento del conto e che le avrebbe consentito di aggiungere dei punti d'acquisto per poi avere degli sconti.
Ero felice, e' raro che mi dia degli incarichi che non siano il solito svuotare i cestini e pulire la scrivania e sono corso giu' dalle scale euforico e la sua voce che mi ha raggiunto e' stata come una doccia gelata mentre sonnecchiate su una sdraio al sole del tramonto delle Hawaii :"Torna su che hai lasciato sulla scrivania il foglietto con su scritte le cose che devi comprare".
Di nuovo sulla strada per il supermercato, mi sentivo come una farfalla liberata che svolazzava tra una margherita e l'altra su un prato primaverile e riuscii con la fortuna dei principianti ad evitare agilmente i pali della luce che si potevano solo intravedere nel primo mattino di nebbia che avvolgeva la metropoli in quella strana stagione di inverno precoce.
Salutavo tutti i passanti per la strada e con voce di gioiosa aspettativa per il divertimento che mi aspettava al posto dei soliti incarichi di lavoro, dicevo loro :"buongiorno, come va'? vado al supermercato!". E, come in un musical, i passanti rispondevano in coro :"Davvero molto interessante, ma perche' non sei a lavorare piuttosto!".
Al supermercato saltellavo da un banco all'altro :"sapete, stasera ho degli amici a cena, belli questi asparagi vero?" e, come in un musical, le signore con il carrello pieno mi salivano tutte insieme sui piedi per poi finirmi con una gomitata ai fianchi, ma tutto a ritmo.
Giunsi al banco del pesce e raccontai alla simpatica addetta della cena e degli amici, finche' dopo cinque minuti lei mi fermo' e mi chiese di dirle che cosa volevo comprare.
Puntai ad un appetitoso salmone norvegese e per tutti i dieci minuti che lei impiego' a tagliarlo a fette le posi una raffica di allegre questioni :"Lei pensa che come contorno vada bene del formaggio?" "No" "Della salsa al pomodoro?" "No" e cosi' via finche' lei stravolta mi disse che il salmone che aveva tagliato era sufficiente. "Ma non le ho detto quanti siamo, non vuole sapere quanti siamo?". "No" e pareva in lacrime.
Giunsi alle casse proprio mentre una di esse apriva e cosi' dopo pochi secondi mi ritrovai davanti ad una fila di cinque persone in via di allungamento e come nelle premiazioni alle Olimpiadi con molto spirito sportivo sorrisi agli avversari lasciati indietro, con sguardo di rammarico ma convinto che non era un caso che ci fossi proprio io sul podio. Mentre la cassiera batteva il conto le raccontai della cena, degli amici, del salmone finche' lei mi chiese se avevo la tessera e a quel punto mi sentii in trionfo e gliela porsi.
Con freddezza lei osservo' quanto avevo appena messo nel sacchetto e mi disse :"non hai preso il burro".
"Ah e' vero, grazie" e feci per risalire la corrente delle persone in fila dicendo loro con allegria :"ho dimenticato il burro, mi fate passare che lo prendo e..." Il secondo in fila si mise un braccio sul fianco e con tono di sfida mi si rivolse :"ah, hai dimenticato il burro..." e non mi diede strada. In pochi istanti, come nei musical, tutte le persone in fila, appoggiate ai loro carrelli ricolmi, si misero a canticchiare beffardamente a ritmo :"Ah..ha dimenticato il burro...".
Compresi che stasera a cena i miei amici avrebbero dovuto fare a meno del burro da spalmare tra il pane e il salmone e con un buon umore appena scalfito mi avviai verso l'uscita.
"Ti e' caduta la tessera", mi gelo' la voce della cassiera. Mi volsi verso di lei tendendo la mano tremante, se fossi tornato senza quella tessera il mio braccio destro e sinistro e mente pensante avrebbe usato braccia e mente per escogitare torture sopraffine per impedirmi di nuocere ancora nei secoli dei secoli.
La cassiera mi mise la tessera in mano con espressione di rimprovero e, come nei musical, tutte le persone in fila, l'addetta al salmone e tutti i passanti che avevo abbordato per la strada, cantarono in coro :"al supermercato sei andato, tanti guai hai combinato, speriamo che tu abbia imparato!"
Sulla strada del ritorno mi sopresi ad avvertire una consapevolezza, ero partito con la spensieratezza delle nuove imprese e stavo tornando con una maturazione. Come nei film d'azione, quando gli agenti inglesi delle Special Air Service vengono lanciati con il paracadute dietro le linee tedesche in Normandia, prima del lancio l'esultanza dell'inconscienza, il ritorno a Londra con la serieta' dell'esperienza.
La prossima volta sarebbe stato diverso.
Roberto